Zelbio Cult incontra il pubblico sul lago di Como, ecco il programma
Torna Zelbio Cult con un calendario che sfida l’emergenza Covid e che non si piega allo streaming: in presenza, su prenotazione, anche quest’anno sul palcoscenico salgono otto protagonisti della letteratura, dell’arte, del giornalismo, della scienza e del cinema invitati a dialogare con il curatore e con il pubblico nel teatro comunale di Zelbio, un suggestivo paese di 200 abitanti a 800 metri di altezza tra i monti e i boschi che guardano il lago di Como. Armando Besio, con gli amici del Comitato cultura di Zelbio, e con il sostegno della Pro Loco e della Biblioteca comunale ha sfidato le difficoltà del momento costruendo un ricco calendario anche per questa XIII edizione: gli incontri saranno quindi tutti dal vivo, come da tradizione, con l’accortezza del distanziamento delle sedute all’interno del teatro e – laddove il tempo lo consentirà – nello spazio all’aperto. In ottemperanza alle disposizioni governative e per evitare sovraffollamenti, è necessario prenotare sul sito www.zelbiocult.it per ciascun appuntamento. Il festival Zelbio Cult si è affermato negli anni come un palcoscenico di incontri originali, colti e divertenti, invitando protagonisti del mondo culturale, mischiando i generi e giocando con le contaminazioni.
Il Festival si apre sabato 11 luglio con una serata dedicata al tema “scuola”, al centro di accese discussioni politiche - e non solo - in questi mesi di chiusura forzata degli istituti scolastici, con la didattica a distanza diventata il nuovo “mantra” e l’apertura ancora incerta a settembre: Ernesto Galli della Loggia (Roma 1942), tra i più illustri storici italiani, professore universitario, saggista ed editorialista de “Il Corriere della Sera”, ne parla partendo da "L’aula vuota - Come l’Italia ha distrutto la sua scuola" (Marsilio), saggio polemico, accorato e appassionato. Paragonare la scuola di qualche decennio fa a quella di oggi e? uno sterile esercizio di nostalgia? O e? forse l’unico vero modo per capire la più grande crisi della mediazione, la scomparsa dei corpi intermedi, che il nostro Paese abbia mai attraversato? Come si collega il declino di ogni autorevolezza alla deriva delle istituzioni? Tra memoria personale e analisi storica, Ernesto Galli della Loggia rilegge e racconta la parabola discendente di quello che per anni e? stato un sistema d’istruzione invidiabile. Senza cadere nelle semplificazioni, l’autore affronta il tema con una prospettiva storica, ricostruendo le vicende della scuola dall’Unita? a oggi, e aprendosi per una serie di considerazioni sulla situazione attuale.
Si prosegue sabato 18 luglio con il tradizionale appuntamento con l’arte: Giovanni Agosti (Milano, 1961), storico dell'arte e critico d'arte, allievo di Salvatore Settis alla Scuola Normale Superiore di Pisa, professore di Storia dell’Arte Moderna all’Università statale di Milano, tra i maggiori studiosi del Rinascimento (Foppa, Bramantino, Luini) e curatore di importanti mostre (tra cui, memorabile, quella dedicata al Mantegna al Louvre di Parigi nel 2008) racconta “Il gran teatro montano” di Varallo a partire dallo storico saggio di Giovanni Testori pubblicato nel 1965 da Feltrinelli, da poco tornato in libreria in una nuova edizione con la sua preziosa curatela. Il Sacro Monte di Varallo è un luogo magico, benché ancora oggi non abbastanza conosciuto, dove la natura incontra l'architettura, la fede, la storia, la pittura, la scultura: è costituito da numerose cappelle che si trovano su un altopiano in fondo alla Val Sesia, abitate da sacre rappresentazioni della vita e della passione di Gesù realizzate per mezzo di sculture di legno e terracotta dipinte a grandezza naturale. L'artista Gaudenzio Ferrari, protagonista del saggio di Testori, ne è stato il “regista”. Due appassionati cultori di Testori, Besio e Agosti, dialogano di fede, arte e paesaggio, partendo da Varallo e giungendo a un altro dei Sacri Monti prealpini (Patrimonio Unesco), quello della Beata Vergine del Soccorso a Ossuccio, sul lago di Como.
Si continua sabato 25 luglio con Andrea Kerbaker (Milano, 1960): “Una Kasa piena di libri. Come vivere felici in compagnia di 30.000 (e più) volumi” sintetizza la passione e l’amore per le pagine stampate. Bibliofilo, autore apprezzato di opere di saggistica e di narrativa tradotte in vari paesi, instancabile animatore della vita culturale milanese (è segretario del Premio Bagutta, il più antico riconoscimento letterario italiano), Kerbaker ha ideato e aperto al pubblico uno spazio di tre piani (a un passo dal quartiere Isola) dove – oltre a raccogliere i libri che ha collezionato nel corso di una vita – propone mostre, presentazioni e incontri per adulti e bambini. Nella “Kasa dei libri” tutto parla di … libri: dai fermaporte ai reggilibri, dai portachiavi alle lampade, e persino i pavimenti sono fatti di pagine stampate. Qui può capitare di imbattersi in coccodrilli e scimmioni, elfi e gnomi, tutti con un libro in mano. Kerbaker parlerà anche di un nuovo progetto: il Kapannone, uno spazio ampio ad Angera, sul lago Maggiore, che aprirà a settembre. E che sarà pieno di altri libri, ovviamente.
Una serata all’insegna dell’allegria e della risata intelligente, quella di sabato 1 agosto con “Il Formichetti. Dizionario delle Formiche 1990-2020”. Luigi (Gino) Vignali (Milano, 1949) e Michele Mozzati (Milano, 1950), raccontano trent’anni di umorismo in 7820 battute raccolte nella più divertente delle enciclopedie. Autori televisivi e teatrali, scrittori satirici, curatori ed editori della popolare agenda-diario-libro “Smemoranda”, il “duo” - meglio noto come Gino & Michele - pubblicò nel 1991 “Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano” con il prestigioso Struzzo torinese. Gino e Michele avevano notato che mancava una manuale legato alla loro “materia”, la comicità: autori teatrali e televisivi da “Drive in” a “Zelig”, alle collaborazioni con Aldo, Giovanni e Giacomo, erano alla ricerca di un editore che pubblicasse la loro corposa raccolta. Tre editori, qualche milione di copie e trent’anni dopo il cerchio si chiude, e per la prima volta il “Frankenstein delle Formiche” vede la luce: il “Formichetti” – che nel titolo richiama il famoso Dizionario dei Film curato da Paolo Mereghetti - è la prima vera raccolta di TUTTE le formiche dalle origini ai giorni nostri. Una serata che ci permette di capire insieme agli autori anche come siamo diventati, e di riderci su.
Per la prima volta a Zelbio sabato 8 agosto è una serata all’insegna della scienza: Guido Barbujani, professore di Genetica all’Università di Ferrara, ha lavorato alla State University of New York a Stony Brook, alle Università di Londra, Padova e Bologna, ed è uno dei più importanti genetisti italiani. Con il saggio “Sillabario di genetica per principianti” (Bompani) ci offre gli strumenti per capire temi che riguardano tutti noi: malattie, predisposizioni, ricostruzioni della nostra storia e OGM. Mai come quest’anno, con tanti studiosi, medici e professori che hanno affollato i media e gli studi televisivi, si sente l’esigenza di comprendere meglio la scienza, affidandosi a chi la sa raccontare. Partendo da quello che c’è scritto e che possiamo capire dal nostro DNA (nel nostro genoma sta scritto se siamo intelligenti o belli, o magari propensi a delinquere?), Barbujani racconta le basi della genetica e ci offre gli strumenti per orientarsi in questa formidabile complessità, e non solo per chi fa ricerca biomedica o studia l’evoluzione.
Sabato 15 agosto si parla di una delle imprese più memorabili del Novecento, nei primi anni Sessanta: il traforo del Monte Bianco, inaugurato nel 1965. Sara Loffredi (Milano, 1978) lo racconta nel suo romanzo “Fronte di scavo” (Einaudi). Quante volte lo abbiamo attraversato, più attenti a far passare in fretta quei chilometri che separano l'Italia dalla Francia che impegnati a riflettere sulla grandiosità di questa galleria? Eppure l'operazione, al di là del suo prodigio tecnico, è stata il risultato di tanto lavoro, rischi, investimenti economici e di ambizioni. L’autrice ci riporta a quei giorni pieni di fatica, aspettative, rischi, sogni: giorni in cui ogni lavoratore riversa nell'operazione qualcosa di sé, tra momenti di enorme concitazione e altri di pazienza e attesa. Perché a scavare la montagna c'erano uomini, che portano in vetta i loro ricordi, i sogni, le sfide della vita quotidiana. Lo scavo della roccia incontra cosi lo scavo delle anime.
Sabato 22 agosto sarà ospite Edoardo Erba (e non l'economista Stefano Feltri come annunciato all'inizio) con il suo recente romanzo “Ami” (Mondadori). Sul palco, l’intervista di Armando Besio sarà alternata con la lettura di brani del romanzo "Ami" di Maria Amelia Monti. Edoardo Erba e? drammaturgo e regista. I suoi lavori comprendono oltre trenta titoli, molti dei quali sono stati successi della scena italiana e internazionale. Maratona di New York è il suo lavoro teatrale più conosciuto, tradotto in 17 lingue e messo in scena in tutto il mondo. Altri suoi scritti teatrali noto sono Muratori e Margherita e il Gallo. Ha tradotto l’intero repertorio teatrale di Agata Christie pubblicato da Mondadori. Per la radio e la televisione, Erba ha scritto fiction, sit com e varietà. É docente di Scrittura per la Scena all’Università di Pavia e patron per l’Italia al Theatre Biennial of Staatstheater Wiesbaden.
Edoardo Erba, al suo primo romanzo, racconta la storia di una giovane marocchina, che si innamora a 14 anni di un ragazzo, che la lascia incinta e sola. Amina, questo è il nome della protagonista, affronta varie, terribili prove dopo aver dato alla luce Majid, fino a giungere in Europa.
La nascita della trama viene raccontata così dall’autore: “Dopo l’attentato a Charlie Hebdo nel 2015 mi sono ritrovato ad avere dei pensieri di risentimento e di odio contro gli islamici. Contro tutti gli islamici. Sapevo che erano pensieri sbagliati, che era proprio quello che i terroristi volevano ottenere e mi sono detto: l’unico modo che hai per rovesciarli è entrare nel cuore di un islamico”.
Attraverso gli occhi di una giovane donna, Erba racconta il mondo da una prospettiva diversa: un punto di partenza difficile ma tanto utile quanto efficace. La narrativa ci dimostra anche qui di poter diventare una chiave di lettura per comprendere, per imparare e conoscere un mondo lontano da noi e un antidoto al veleno dei pregiudizi. Edoardo Erba racconta con originalità e leggerezza una vicenda attualissima, di grande coraggio e umanità, che diverte, avvince, commuove e, spazzando ogni pregiudizio, arriva diretta al cuore.
Sabato 29 agosto la serata di chiusura della manifestazione è legata al cinema e alla figura di Federico Fellini: Cristina Battocletti (Udine, 1973), scrittrice e giornalista dell’inserto culturale domenicale de “Il Sole 24Ore”, critica cinematografica, ci racconta uno dei più celebrati registi italiani di tutti i tempi, a 100 anni dalla sua nascita (Rimini 1920). Onirico, bizzarro, orchestratore di immagini e di visioni, di ritmi narrativi, è stato premiato con 5 Oscar: nel 1057 per La strada (1954), nel 1958 Le Notti di Cabiria (1957), nel 1964 per 8 e mezzo (1963), nel 1976 per Amarcord (1973) e nel 1993 con un Oscar alla carriera.
Il curatore del festival: Armando Besio
Genovese di nascita (1957), legato a Zelbio dalle radici della famiglia materna, si è laureato in Storia dell’Arte con il professor Corrado Maltese presso l’Università di Genova, ha lavorato al Secolo XIX, al Lavoro e al Venerdì di Repubblica, è stato responsabile delle pagine culturali milanesi della Repubblica. Collabora con la Milanesiana, la manifestazione culturale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. Oltre a Zelbio Cult cura il festival "Il bello dell'Orrido. Spavento, stupore, meraviglia" a Bellano, sulla sponda lecchese del lago di Como.
Informazioni generali:
- è obbligatoria PER OGNI SERATA la prenotazione dal sito www.zelbiocult.it: i posti sono contingentati nel rispetto della normativa regionale corrente e delle misure adottate con l’ultimo D.P.C.M.
- Presentarsi all'ingresso del teatro muniti di mascherina
- orario: inizio ore 21.00
- ingresso libero
- tutti gli incontri si svolgono al Teatro Comunale di Zelbio, Piazza della Rimembranza