Poesie che accolgono: solidarietà a Riace dai muri a secco di Garzola
“Le parole volano via, gli scritti restano, dicevano i Latini. Ho la notizia opposta, gli scritti restano chiusi dentro un libro, che resta chiuso sopra uno scaffale. Invece le parole a voce volano lontano e raggiungono le sponde dell’ascolto. Le storie del nostro tempo sono l’epica da Eneide di chi si mette per terra e per mare lontano da una Troia data alle fiamme. Ma Enea viaggiava meglio e tra di noi non c’è nessun Virgilio. Le parole che ho scritto e alle quali date voce a Riace in questo 4 di novembre del 2018, sono quelle di uno che ascolta e che trasmette sillabe da approdi di fortuna e da naufragi della malasorte. Appartengono a chi sa che sarà decimato ma non sarà fermato.
Una madre con il figlio in braccio scende di notte dentro un canotto stracarico affrontando il buio, le onde, la deriva. Ecco il più preciso fotogramma della disperazione, superiore anche all’istinto materno, che fa sapere a noi cosa sia di attuale e di preciso la parola in viaggio detta disperazione. Non è strapparsi i capelli, nè precipitarsi da una rupe: è la più potente forza motrice dell’epoca nostra, a occhi asciutti perché già spremuti e svuotati di ogni goccia del sacro deposito di ghiandole, occhi puntati dritti avanti su di noi.”
Erri de Luca
Preghiera laica "Mare nostro che non sei nei cieli“
Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell'isola e del mondo
sia benedetto il tuo sale
e sia benedetto il tuo fondale
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte
le loro reti tra le tue creature
che tornano al mattino
con la pesca dei naufraghi salvati
Mare nostro che non sei nei cieli
all'alba sei colore del frumento
al tramonto dell'uva di vendemmia,
Che abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste
Mare nostro che non sei nei cieli
tu sei più giusto della terra ferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le riabbassi a tappeto
custodisci le vite, le visite cadute
come foglie sul viale
fai da autunno per loro
da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte
di madre e di padre prima di partire.
Procedura da seguire:
Si aderisce entro 3 novembre ore 12:00, comunicando il proprio nome e/o organizzazione, pagina FB, paese, numero approssimativo di persone che parteciperanno all’iniziativa (da due in su) alla seguente email: solidaritypoetryriace@gmail.com
Si sceglie un luogo idoneo (all’esterno o all’interno) e ci si organizza per documentare (via video, foto o streaming su Facebook o YouTube) la lettura condivisa di poesie. Alle ore 16:00, di domenica 4 novembre si dà avvio all’iniziativa “Poesie che accolgono”: si annuncia autore: Erri De Luca con la sua “Preghiera laica” e la si legge, a una o più voci, si annuncia secondo autore e titolo (a scelta) e si legge la poesia, a una o più voci e così di seguito. Si documenta (video, foto o streaming su Facebook o YouTube) e poi si posta il tutto sulla pagina “Riace Patrimonio dell’Umanità” e sulle proprie pagine FB.