Avishai Cohen star del Festival Jazz di Chiasso
La storia della musica afroamericana e dei suoi primi interpreti rimane indissolubilmente legata alla cultura popolare delle bande, delle brass band e delle fanfare militari che fin dal 1800 animavano in diverse occasioni eventi istituzionali, commemorativi o funebri delle città del sud degli Stati Uniti.
Così, anche a New Orleans, tutt’intorno alla tristemente nota “Congo square”, come pure nelle vie attigue a Storyville - la zona della città a luci rosse - marce, canzoni, blues e ragtime prendevano vita risuonando grazie al timbro squillante e caratteristico di strumenti quali trombe, cornette, tromboni e tube. Anche la strumentalizzazione del blues, prima rurale e poi metropolitano, prende forma grazie all’utilizzo di antichissimi strumenti militari di origine latina che nel gergo contemporaneo di oggi chiamiamo brass. Nelle numerose scuole popolari delle bande musicali di quel periodo trovano così riscatto sociale giovanissimi orfani, ex schiavi e poveri emarginati, che, grazie alla musica riescono a conquistare una posizione dentro la rigida società americana del tempo.
Il programma dell’edizione 2020 del Festival di cultura e musica jazz di Chiasso vuole rievocare e omaggiare le origini dei primi pionieri del jazz quali Bix Beiderbecke, Luis Armstrong, King Oliver, Jack Teeadgarden, ecc., con un programma variegato che pur toccando le armoniche di altri strumenti come il violino del grande virtuoso rumeno Florin Niculescu, il sax di Andy Sheppard, il clarinetto di Zoe Pia in dialogo con la fisarmonica di Antonello Salis , lascia spazio agli ottoni della SMUM di Lugano guidata dal trombonista Federico Moccia e alla straordinaria presenza del trombettista israeliano Avishai Cohen, che in qualità di artist in residence si alternerà on stage con tre progetti diversi nelle tre sere del festival. A chiusura, il doveroso omaggio della Tankio Band di Riccardo Fassi ad un grande maestro della musica del ‘900 quale Frank Zappa, un musicista la cui produzione ha intrecciato più volte le strade del jazz e del rock sempre con spirito innovativo e di ricerca profonda.
Il programma
giovedì 12 marzo 2020
ore 20.45 Florin Niculescu Quartet
ore 22.30 Avishai Cohen & Yonathan Avishai
Jazzafterjazz DJ Souljazz
(dopo ogni concerto – Foyer Cinema Teatro)
venerdì 13 marzo 2020
ore 20.45 Andy Sheppard Quartet & the Brass of the SMUM Big Band
ore 22.30 Avishai Cohen’s Big Vicious
Jazzafterjazz DJ Souljazz
(dopo ogni concerto – Foyer Cinema Teatro)
sabato 14 marzo 2020
ore 20.30 Antonello Salis & Zoe Pia
ore 22.00 Avishai Cohen Quartet
ore 24.00 Riccardo Fassi Tankio Band “Frank Zappa 80!
Jazzafterjazz DJ Souljazz
(dopo ogni concerto – Foyer Cinema Teatro)
Avishai Cohen Quartet
L’approdo, nel 2015, alla prestigiosa etichetta tedesca ECM ha segnato la definitiva affermazione per il trombettista israeliano Avishai Cohen, oggi fra le figure di grande rilievo della scena jazzistica internazionale. Nato a Tel Aviv nel 1978, affermatosi musicalmente nel proprio paese, Avishai è uno dei tanti jazzisti israeliani che negli ultimi decenni hanno scelto New York come propria città. Nel suo caso abbiamo a che fare con tre fratelli che spesso si esibiscono sotto l’insegna di Three Cohens: gli altri sono il sassofonista Yuval e la clarinettista Anat. La vastità della comunità israeliana newyorkese (certo stimolata dal «rinascimento ebraico» promosso a fine millennio da figure come John Zorn e Don Byron) ha anche causato una curiosa confusione onomastica, quella con un altro Avishai Cohen, contrabbassista classe 1970. Tanto da spingere il più giovane a firmare il proprio esordio discografico (nel 2003, per la Fresh Sound) con una dichiarazione d’identità: The Trumpet Player. Avishai Cohen che qui ci interessa si rivela spesso pensoso, impressionista, interessato alla sottrazione delle note, idea che naturalmente deve molto a Miles Davis. In questa chiave si spiega anche l’interesse per lui della ECM, che ha già pubblicato due suoi dischi.
Florin Niculescu Quartet
Florin Niculescu, nato a Bucarest nel 1967 da una famiglia di musicisti, è uno dei maggiori musicisti virtuosi del violino sulla scena internazionale. Ha sviluppato il proprio suono e linguaggio unici, grazie alla sua solida formazione classica, ma anche con l'esperienza delle sue numerose collaborazioni musicali a fianco dei più grandi musicisti. La sua impeccabile tecnica e il fenomenale virtuosismo ammirati da tutti non sono fini a sé stessi, ma diventano i mezzi per esprimere la sua personalità musicale. Si trasferisce a Parigi negli anni '90 e da allora non ha mai smesso di evolversi e sviluppare la sua arte. Nel 1993 entra nel quintetto del chitarrista
Romane. Nel 1994 inizia la collaborazione con il bassista Jacques Vidal come solista nel suo quintetto con il pianista Michel Graillier, il chitarrista Frédéric Sylvestre e il batterista Simon Goubert. Nel 1995 l’incontro con Babik Reinhardt (1944-2001), figlio di Django, segna una svolta nella sua carriera con il CD New Quintet du Hot Club de France. Nel 1999 registra Gypsy Ballad, definito "l’album jazz dell’anno”. Seguono diverse partecipazioni ai più grandi festival jazz internazionali. Suona con Bireli Lagrene, Babik Reinhardt, Jimmy Rosenberg e Bucky Pizzarelli nel primo Festival Django Reinhardt a New York. È durante il tour mondiale del secondo album del quintetto "Gipsy Project and friends" che Florin Niculescu e Bireli Lagrene conquistano un vasto pubblico sulla scena jazz internazionale riprendendo il repertorio di Django Reinhardt e Stephane Grappelli. Nel 2001, entra nel quintetto “Gipsy Project” creato da Bireli Lagrene su ispirazione del Quintette du Hot Club de France di Django Reinhardt e Stephane Grappelli (suo idolo) nel ruolo che era di quest’ultimo. Ora, musicista affermato, Florin svetta a livello internazionale con la sua tecnica di violino impeccabile e la sua sensibilità che rende unico il suo modo di suonare.
Avishai Cohen tromba - Yonathan Avishai pianoforte
Si conoscono da più di trent’anni, hanno fatto le prime esperienze musicali insieme ancora in Israele e questa forte intesa artistica prosegue tuttora, anche se i due vivono lontani uno dall’altro. Avishai Cohen e Yonathan Avishai suonano insieme da una vita, già amici durante l’infanzia e l’adolescenza, poi anche complici in band e gruppi con i quali in Israele si sono accostati al jazz. Yonathan è nato nel 1977 e si è trasferito da tempo in Francia. Nel 2017 la rivista francese Jazz Magazine l’ha eletto musicista rivelazione dell’anno per il suo progetto Modern Times.
Malgrado questa fratellanza la loro prima registrazione in assoluto con la formula del duo è del 2018. L’album ha per titolo Playing the Room, una raccolta registrata all’Auditorio RSI quasi esclusivamente di musica di altri: da Duke Ellington, a John Coltrane, a Steve Wonder…, tutti brani che i due ben conoscono e che hanno scelto per concentrarsi proprio sul piacere di suonare insieme.
Andy Sheppard Quartet
Il concerto segna la prima del progetto Em Lisboa, in collaborazione con il Festival e RSI, e vede l’Andy Sheppard Quartet affiancato dagli ottoni della SMUM Big Band guidati da Danilo Moccia. A seguito degli acclamati album Surrounded by Sea e Romaria pubblicati su ECM Records, descritti da Downbeat Magazine come "una colonna sonora per perdersi nelle stelle" e da Citizen Jazz come "un'ode alla bellezza", il quartetto di Andy Sheppard espande il suo viaggio musicale con l'aggiunta di un ensemble di ottoni che intreccia trame sonore alle eleganti composizioni e arrangiamenti di Sheppard pieni di bagliori lirici. Traendo ispirazione dalle passeggiate per le strade di Lisbona, la musica esplora il desiderio di scoprire nuovi ambienti e lingue. Celebrare la libertà e la potente coazione a entrare nell'ignoto. Come la città stessa, la musica passeggia tra percorsi e storie emozionanti in contrasto con la sua calma radicata infusa di saudades e luce. In questo suo ultimo progetto Sheppard – riconosciuto da tempo per il moderno approccio alla composizione e per la sottile conoscenza delle più audaci raffinatezze armoniche – ci trasporta nel suo più profondo ed intimo mondo sonoro, intrigante e coinvolgente.
Avishai Cohen Big Vicious
Da artista post-moderno quale è, Avishai Cohen ha saputo integrare nella sua musica tradizioni, stili, e generi i più diversi.
A differenza del duo con Yonathan Avishai e del quartetto, il suo più recente progetto Big Vicious si muove attraverso sonorità decisamente elettriche. Numerose jam session nel Lower East Side insieme a vecchi amici, musicisti dell’ampia comunità israeliana di New York, sono state la premessa di un’avventura nata dall’idea di comporre brani basati su semplici riff utilizzando una sezione
ritmica speculare, con due chitarre e due batterie, e la tromba di Cohen che si stagliasse sopra una corposa base strumentale. La musica risultante, di grande dinamica, combina motivi compositi, ritmi rock e improvvisazione, e funziona sia in piccoli club che sui palcoscenici più ampi. Dopo un lungo rodaggio dal vivo negli Stati Uniti ed Europa, Big Vicious - con le sue elaborate trame sonore tra groove, ambient, jazz e psichedelia - approda ora ad una prima pubblicazione discografica. L’omonimo album d’esordio sarà pubblicato da ECM a fine marzo, subito dopo il festival di Chiasso e alla vigilia di un successivo lungo tour internazionale.
Antonello Salis
Antonello Salis inizia a suonare la fisarmonica a sette anni, si avvicina poi al pianoforte come autodidatta. Nel 1973 forma con Riccardo Lay e Mario Paliano il trio Cadmo che in breve diventa il manifesto italiano della musica improvvisata e si trasforma poi nel quintetto G.R.A con l’aggiunta di Sandro Satta (sassofono) e Danilo Terenzi (trombone). Dal 1978 è protagonista in piano solo e fisarmonica in Italia e all’estero, ospite dei maggiori festival jazz. Nella sua quarantennale carriera collabora con molte star del jazz e artisti
di ogni estrazione musicale. Tra questi Lester Bowie, Roscoe Mitchell, Michel Portal, Don Cherry, Don Pullen, Billy Cobham, Han Bennink, Naná Vasconcelos, Cecil Taylor, Pat Metheny, Enrico Rava, Paolo Fresu. Una delle sue collaborazioni più longeve è con il chitarrista francese Gérard Pansanel con cui ha pubblicato sette album. Musicista eclettico, Salis nel corso della sua carriera si confronta con progetti di teatro, rassegne e festival di cinema e danza.
Zoe Pia
Si diploma in clarinetto presso il Conservatorio di Cagliari e si specializza al Conservatorio di Rovigo come solista e in musica da camera con il massimo dei voti e la lode. A Rovigo intraprende pure gli studi di composizione e si avvicina al jazz. La curiosità nei riguardi della musica improvvisata la porta a studiare la cultura afro-americana. Sempre propensa all’approfondimento e alla sperimentazione, spazia con le sue esperienze concertistiche dal concerto di Mozart come solista agli ensemble da camera, dalla combo alla big band.
Avishai Cohen Quartet
Il classico quartetto tromba-piano-basso- batteria è la formazione che ha definitivamente lanciato Avishai Cohen sulla scena del jazz contemporaneo, in particolare grazie al primo album Into the Silence pubblicato nel 2015. A questo è seguito Cross My Palm with Silver (2017). Ma è soprattutto dal vivo che il gruppo riesce a rivelare tutto il suo potenziale sonoro ed espressivo, grazie alla straordinaria intesa fra i musicisti che, oltre al pianista Yonathan Avishai, sono l’eccellente Ziv Ravitz alla batteria e Barak Mori al contrabbasso.
Una musica spesso ispirata alla situazione del Medio Oriente e all’assurdità dei conflitti e degli odi che dividono i popoli, nella quale a momenti di lirica tensione si alternano episodi più distesi, pervasi da un’atmosfera intima e mistica, dove il personalissimo suono della tromba del leader può dipanarsi in tutto il suo splendore.
Riccardo Fassi
Riccardo Fassi, direttore del dipartimento di jazz al Conservatorio di Firenze, è uno dei più interessanti pianisti- tastieristi-compositori del jazz italiano. Vincitore dei Jazzit Awards 2017- 2018 - 2019 (1° posto nella categoria tastiere), opera da anni in varie formazioni: con la Tankio Band (la sua orchestra di 10 elementi più volte votata tra le migliori formazioni del jazz italiano nel referendum annuale indetto dalla rivista Musica Jazz), con Steve Lacy (con cui ha suonato dal 1998 incidendo con lui 2 cd), Gary Smulyan, con cui lavora dal 1990 e ha inciso 3 cd tra cui il bellissimo N.Y. Pocket Orchestra del 2010), Kenny Wheleer, Gunther Schuller, Adam Nussbaum, Bill Elgart, Tim Berne, Butch Morris, Ray Anderson, Dave Binney, Enrico Rava, Roswell Rudd, Marvin Smitty Smith, Billy Cobham….e molti altri.
La formazione creata da Riccardo Fassi nel 1983, la Tankio Band, ha partecipato a tutti i più importanti festival del jazz in Italia e ha avuto un grande successo di critica e di pubblico per il temperamento ed il carattere originale delle sue proposte tra le quali spicca il formidabile tributo a Frank Zappa, scomparso nel 1993 e che avrebbe compiuto 80 anni in questo 2020. La visione aperta e senza confini di Frank Zappa e il suo esplorare ambiti diversi, dal rock alla musica sperimentale, dal jazz al teatro, sono estremamente attuali. La bellezza dei temi, le soluzioni innovative, l'ironia dei testi nei confronti dei luoghi comuni della società e il suo essere ribelle ma anche molto costruttivo ne hanno fatto una figura unica e irripetibile, che ha formato varie generazioni di musicisti ed appassionati. Il programma prevede un insieme di composizioni che abbracciano vari periodi, dai primi anni 70 ai 90. Questo nuovo progetto è un ulteriore passo verso una sempre più profonda simbiosi tra la Tankio Band e la musica del Maestro.
DJ Souljazz
Disc-jockey, collezionista di dischi in vinile, organizzatore di concerti e festival musicali, animatore radiofonico, giornalista, appassionato di fotografia: tante sono le anime di colui che, nel corso di una carriera iniziata a Ginevra nel 1992 e proseguita in Ticino dal 1996, si è fatto conoscere dapprima come DJ Orange e che l'hanno portato a collaborare, tra gli altri, con la RSI Rete Tre, il Living Room di Lugano, il Moulin à Danses di Ginevra, Festate e il Festival di cultura e musica jazz di Chiasso. Proprio da Chiasso la sua carriera di disc- jockey è ripartita nel 2016 con l'attuale identità di DJ Souljazz, dopo aver provvisoriamente lasciato le scene musicali 12 anni prima. La sua capacità di spaziare con agilità in ambiti diversi si riflette anche nelle sue scelte musicali, nelle quali il suo eclettismo sonoro gli permette di proporre a seconda delle situazioni generi apparentemente molto distanti tra loro come jazz e musica elettronica, reggae e house, drum'n'bass e soul, funk e deephouse, brokenbeat e ambient, senza disdegnare pop e new wave. Il tutto unito da un grande amore per la musica elegante e mai banale. Nell'ambito dei pre-concerti di questa edizione del festival la selezione musicale sarà essenzialmente composta da musiche dei maestri del jazz, mentre per gli after l'ambiente sonoro sarà "London jazz calling".