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On the Lake / Sala Comacina

Ville da sogno: la casa di pietra sul lago di Como

Il progetto di Lorenzo Guzzini in costante dialogo con il paesaggio

Lorenzo Guzzini è un giovane architetto comasco che ha sempre avuto grande attenzione per il paesaggio e una cura quasi maniacale dei dettagli. Il contesto di inserimento di Villa Molli, subito conquistata dai vip, è il lago di Como. Più precisamente il paese di Sala Comacina, sponda ovest del Lario. L'altezza di inserimento dell'edificio è la parte di montagna che è tra il lago e il bosco, la parte che storicamente era a vocazione agricola. Questa fascia di paesaggio è stata riassorbita dalla vegetazione della montagna all'inesorabile cambiamento dell'economia e della società. All'interno del “nuovo bosco” però è ancora visibile la passata presenza dell'uomo, che occupò quel territorio con case in pietra. Il terreno in cui si inserisce l'edificio ha una doppia inclinazione: pende da ovest ad est e da sud a nord e grazie a un muro di cinta sopra di esso, passa la storica via pedonale che collega gran parte dei paesi del nord del lago. Ultima importante parte della descrizione del sito di progetto è che dal terreno si ha una vista incredibile dell'isola Comacina. Questa vista però non è frontale al terreno, ma è spostata su un lato. L'insieme delle percezioni durante il sopralluogo ha generato l'idea di composizione degli spazi dell'edificio.

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E' composto da due volumi più alti alle estremità del lotto, collegati a piano terra da un grande salone e al piano primo da una terrazza. L'altra idea che ha plasmato lo spazio interno e la sua percezione è stato il rispetto massimo delle pendenze del luogo che ha ridotto al minimo gli scavi. Così facendo il salone interno si sviluppa su 3 livelli differenti e considerando anche solarium e piscina, i livelli della sezione trasversale diventano 5. Questa scelta ha generato una percezione del lago sempre differente: da una visuale aerea del gradone cucina, in cui nella finestra abbiamo solo l'acqua del lago, fino alla scoperta del cielo sul gradone del salotto. Nella terrazza soprastante, la conseguente pendenza del soffitto del salone, genera dei gradoni. Questo fa si che si abbia una visuale del lago amplificata dalla percezione obliqua della vista. In ultimo questo escamotage ha reso possibile inserire la struttura portante delle travi in corrispondenza dei cambi di quota, facendola scomparire come elemento, ma aumentandone la potenza attraverso i volumi in cui viene architettonicamente inglobata.

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La scelta di dividere in due corpi l'edificio è stata quella anche di sfruttare i lati esposti verso l'isola, mantenendo bucature tradizionali sul fronte-lago degli edifici, aprendo invece i lati a nord-est con aperture più generose che inquadrano l'isola e i suoi colori che cambiano continuamente durante il giorno. Internamente la tensione e la drammaticità del racconto spaziale è data dal passaggio “compressione e dilatazione” tra zone notte e zona giorno e dal continuo passaggio da luce ad ombra e da ombra a luce nei percorsi che rendono vivi gli spazi. In ultimo il dettaglio del rivestimento in pietra morena deve molto alle costruzioni tradizionali del lago. Anche qui tetto e facciata si confondono e il solo gesto di inclinazione delle falde, genera una variazione sul tema che trasforma gli spaccati di facciata alti due centimetri in lastre. Innovazione tecnologica, tradizione costruttiva e invenzione di linguaggio cercano di fondersi nel migliore dei modi.

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L'idea di ruotare i volume di novanta gradi l'un l'altro, è data dal forte legame con il luogo: da un lato una delle due torri richiama il cascinale esistente suo vicino, posizionato in modo anomalo rispetto alla tradizione perché incastonato nella montagna per il lato lungo e non per quello corto. Mentre l'altro chiude il sistema posizionandosi in linea con la tradizione con il timpano di testa verso il lago. La piscina in villa non è qui un mero cliché, ma ha una funzione architettonica e simbolica molto forte: è l'acqua addomesticata che riunendosi visivamente alla selvaggia “aqua dulza” del lago, a fungere da parapetto, così che non ci siano confini tra il paesaggio interno e quello esterno di Villa Molli.

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