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Editoriale Via Tolomeo Gallio

Il plumbeo silenzio del Politeama di Como

Un teatro accarezzato dalle promesse e accompagnato dal nulla

Le immagini valgono spesso più di mille parole. Quella del Politeama di oggi è quasi inquietate. Sotto nuvole minacciose, che lo rendono ancora più affascinante, l'imponente edificio mostra con fierezza quel che resta del suo antico splendore. Cupo come questi giorni di fine estate, il suo destino rimane avvolto nel mistero fatto più di sogni che di realtà. Dopo le carezze primaverili del Conservatorio, il Politeama è tornato preda del plumbeo silenzio che lo accompagna fedele oramai da anni, Ogni tanto qualcuno si alza, prende il megafono, annuncia la soluzione e poi per mesi piovono rane. Il vecchio teatro rimane insomma preda di una città in cui mancano le grandi idee e le timide promesse durano il tempo di una campagna elettorale. Eppure è proprio dai suoi simboli che una città dovrebbe trovare l'energia per immaginare un futuro diverso anche del suo sistema culturale. E il Politeama, alle porte del centro storico, riabilitato in questo accesso dalla bellissima intuizione di inserire via Garbaldi nella Ztl, dovrebbe far parte di quei siti che andrebbero sottoposti a un interesse privilegiato da parte di chi amministra Como. Invece regna l'oblio o la speranza che un giorno arrivi qualcuno con la bacchetta magica a risolvere anche questo problema. Forse siamo solo pessimisti e il progetto di recupero ipotizzato dal Conservatorio non si fermerà a quattro chiacchiere oniriche a Palazzo Cernezzi. Magari presto ci sveglieremo e la luce del giorno ci consegnerà alla musica di un teatro tutto nuovo e senza nuvole sulla testa.

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