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Editoriale

Como in 24 ore è molto meglio di un video imbarazzante

I 4 minuti di ordinaria sciatteria nel promo dell'assessorato al Turismo di Como

One, two, three. Ullallà, ullallà. Ci si potrebbe fermare alla musica di sottofondo, che già da sola mette subito a fuoco la cifra stilistica. Ma c'è molto altro in questo imbarazzante video promozionale della città di Como. Talmente brutto che alla fine fa più ridere che piangere. Ad iniziare dalla parafrasi manzoniana: "Su quel ramo del lago di Como, Como!". Si parte con il botto. Ma è tutto un fuoco d'artificio narrativo fino alla fine di questi quattro minuti di sciatteria turistica.  

Chiedendoci chi avrà mai scritto i testi di questo promo, che utilizza un "simpatico" tono confidenziale da festa delle medie, riportiamo qualche altro sublime passaggio: "Forte unire lo shopping alla cultura, vero?". E ancora, come rivolgendosi a un compagno di classe in gita: "Ma ora perché non vai a goderti un po' di lago? E' lì, subito dietro piazza Cavour. Fantastico, vero?". Sì, davvero, è tutto fantastico. Anche i sottotitoli al video, se li attivate. 

Ma il viaggio in città non è ancora finito, si prosegue con lo stesso stile: "Godiamoci un po' di storia, a Como abbiamo musei fantastici. Questa è la città del mitico Alessandro Volta e della sua pila". L'aggettivo mitico usato come lo si usa per descrivere un cantante o un tennista. O il fenomeno della terza C. E siccome gli autori del video sono generosi (e noi pure), ecco un'altra perla lirica: "Sei uno che non si accontenta, vero?  Va bene. Se guardi bene dall'altra parte del suggestivo specchio d'acqua, puoi scorgere Villa Geno con la sua zampillante fontana". 

Poi, da Brunate, in una giornata che più grigia non si può (come buona parte del girato), un'altra indicazione imperdibile: "Vedi laggiu? Quella è Milano". Peccato si veda giusto un filo di nebbia. Non manca nemmeno un incoraggiamento alla nostra principale industria: "Vorrei parlarti anche del tessile, che per tantissimi anni è stata la linfa di Como. Anzi no, lascio che sia chi la vive tutti i giorni a parlarne". Ecco, forse è meglio. E poi la chiosa finale, un inno alla movida o al coprifuoco?: "Perché non proseguire il tour in compagnia davanti a un buon bicchiere di vino. Oppure no, buonanotte". Brividi.

Era davvero difficile fare peggio di quella che da qualsiasi punto la si osservi o la si ascolti sembra una brutta reclam degli anni '80. Non si può neanche definire provinciale, gli manca persino il guizzo d'orgoglio. E' semplicemente uno spot brutto. Tanto brutto. Abbiamo chiesto l'opinione degli operatori culturali della città ma evitiamo per gentilezza di riportare i loro commenti. Li sintetizziamo con il più carino: "Tremendo".

C'è anche la versione "48 ore", ma vi risparmiamo il raddoppio emozionale. Insomma, se il rilancio deve partire (anche) da qui, si può solo concludere come il video del Comune di Como: "Buonanotte". 

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