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Rapinese al ballottaggio, il centrodestra non ci sta e presenta ricorso al Tar

Molinari: "E' una questione di democrazia"

Entro giovedì la coalizione di centrodestra presenterà ricorso al Tar contro il risultato delle elezioni di Como che ha visto il proprio candidato sindaco, Giordano Molteni, arrivare terzo dietro Alessandro Rapinese per un pugno di voti. In conferenza stampa Molteni ha annunciato e spiegato le ragioni del ricorso. Con lui c'erano il deputato di FdI, Alessio Butti, il segretario provinciale del partito di Giorgia Meloni, Stefano Molinari, il coordinatore provinciale di Forza Italia Mauro Caprani e il segretario cittadino della Lega, Daniele Peduzzi.

Uno scarto così esiguo di voti - ha commentato Molteni - lascia davvero l'amaro in bocca. ma proprio perché il distacco di voti è così minimo mentre le schede contestate sono state numerosi, riteniamo ci siano i presupposti per chiedere un riconteggio delle schede". Il ricorso non potrà essere presentato finché i risultati dei due sezioni mancanti (la 19 e la 50) non saranno ufficializzati, vale a dire nella giornata del 15 giugno.
Molinari ha tenuto a sottolineare che "è una questione di democrazia, non presentiamo ricorso perché non accettiamo la sconfitta". Infatti, Molinari e Butti hanno posto l'accento sulla evidente impreparazione di alcuni presidenti di seggio che non avrebbero saputo affrontare e risolvere alcune situazioni in cui i voti erano poco chiari.
Ma l'aspetto tecnico-amministrativo del ricorso non è stato l'unico a tenere banco alla conferenza stampa. C'è stato spazio anche per un'analisi politica, anche se per i dettagli le forze politiche del centrodestra rimandano all'esito del ricorso al Tar. Per esempio, si è parlato della vicenda "Vincenzo Graziani", dapprima schierati con la coalizione di Molteni poi staccatosi e diventato candidato sindaco di Verde è Popolare. I pochi voti che ha preso Graziani avrebberop permesso a Molteni di andare al ballottaggio contro Minghetti. "Posso dire - ha commentato Molinari - che non siamo stati noi a cacciare Graziani e gli altri esponenti della sua ala, ma sono stati loro a uscire, e non per nobili motivi".

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