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Lo studio

Il pianto della donna "blocca" l’aggressività maschile

E' tutta una questione di chimica. Nelle lacrime femminili è presente una sostanza chimica che abbassa i livelli di testosterone riducendo l'aggressività maschile

Il pianto è la prima modalità espressiva dell’essere umano. Il neonato lo usa per esprimere tutti i suoi bisogni, ma anche in età adulta l’uomo continua ad usare le lacrime per esprimere emozioni e sensazioni non traducibili in parole. Secondo lo scienziato Joseph Stromberg (Smithsonian's College) esistono tre tipi di lacrime: le "lacrime basali" (prodotte naturalmente per mantenere il grado di liquidità all’interno dell’occhio), le "lacrime riflesso" (prodotte in risposta alle irritazioni al fine di eliminare eventuali corpi estranei), e le "lacrime emotive" (innescate da emozioni intense o stress psicologico).

Ma che funzione hanno queste ultime? Sebbene Charles Darwin le ritenesse un risultato accidentale, un’ampia serie di studi successivi hanno dimostrato che le lacrime emotive svolgono anch’esse una funzione ben precisa: servono ai mammiferi come mezzo di chemio-segnalazione sociale che può essere emesso su richiesta. Cosa significa? E’ stato visto che le lacrime dei roditori femmina servono a bloccare l’aggressività dei roditori maschi quando questi le annusano. Un processo simile, a quanto pare, si verifica non solo in altri animali ma anche negli esseri umani. Secondo una nuova ricerca, condotta dal Weizmann Institute of Science (Israele) e pubblicata su PLOS Biology, anche le lacrime umane femminili contengono un segnale chimico che abbassa il testosterone maschile, bloccando l'aggressività degli uomini. 

Quando i segnali chimici alterano il comportamento umano

Esistono diversi segnali chimici che alterano il comportamento ormono-dipendente negli esseri umani. Pensiamo al comportamento materno, a quello alimentare, al comportamento sociale in generale e a quello socio-sessuale in particolare. Non è insolito, dunque, che un segnale chimico possa alterare il comportamento umano. "Inoltre - hanno sottolineato gli autori dello studio -, soprattutto i comportamenti emotivi sono un ottimo candidato per la modulazione da parte di segnali chimici, forse un riflesso dei loro substrati neurali condivisi nel complesso dell’amigdala e di un’estesa rete cerebrale associata che abbraccia la corteccia temporale ventrale, la corteccia frontale, la corteccia anteriore corteccia cingolata e insula striato".

Lo studio

Per indagare il collegamento tra lacrime femminili, attività cerebrale e comportamento aggressivo maschile, i ricercatori hanno deciso di misurare la risposta comportamentale e cerebrale aggressiva di un gruppo di 25 uomini (con un'età media di 26 anni) dopo che questi avevano annusato le lacrime di un gruppo di donne "donatrici" (di età compresa tra i 22 e i 25 anni) o una soluzione salina, mentre giocavano a un gioco in coppia. Ovviamente gli uomini non sapevano cosa stavano annusando e non riuscivano a distinguere tra le lacrime e la soluzione salina poiché entrambe inodori.

Il gioco è stato progettato per suscitare un comportamento aggressivo nei confronti dell’altro giocatore: in pratica gli uomini erano portati a credere che stesse barando. Quando ne veniva data l’opportunità, gli uomini potevano vendicarsi dell’altro giocatore facendogli perdere denaro. 

Le lacrime delle donne riducono l’aggressività degli uomini

Dopo che gli uomini avevano annusato le lacrime prodotte dalle emozioni delle donne, il loro comportamento aggressivo si era ridotto di oltre il 40% (precisamente del 43,7%). Per comprendere i meccanismi cerebrali alla base di questo effetto, i ricercatori hanno applicato in vitro le lacrime a 62 recettori olfattivi umani e osservato che quattro di questi rispondevano in modo dose-dipendente a questo stimolo. Dopodiché hanno ripetuto l’esperimento sottoponendo i partecipanti a una risonanza magnetica funzionale (fMRI) che ha mostrato come due regioni cerebrali legate all’aggressività (la corteccia prefrontale e l’insula anteriore) diventassero più attive quando gli uomini venivano provocati durante il gioco, e molto meno attive, nelle stesse situazioni, quando gli uomini annusavano le lacrime delle donne.

In poche parole, annusare le lacrime femminile porta a una ridotta attività cerebrale correlata all’aggressività, che si traduce in un comportamento meno aggressivo nei maschi. "Con questo studio - hanno affermato i ricercatori - abbiamo scoperto che, proprio come nei topi, le lacrime umane contengono un segnale chimico che blocca l’aggressività maschile conspecifica. Ciò va contro l’idea che le lacrime prodotte dalle emozioni siano unicamente umane".

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