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Perché non dovresti mai 'trattenere' uno starnuto

Bloccare gli starnuti può causare diversi danni, anche gravi. Un esperto spiega perché è bene evitarlo sempre

Lo starnuto è un riflesso semi-autonomo (non dipendente totalmente dalla nostra volontà) che consiste in un'emissione rapida, improvvisa e rumorosa di aria attraverso il naso e la bocca. Viene provocato dalla stimolazione e dall'irritazione delle terminazioni nervose della mucosa nasale. È, infatti, un'azione protettiva che serve a liberare le vie aree dalle particelle irritanti con le quali sono venute in contatto. Ma non solo. Può essere anche associato ad allergie stagionali oppure è sintomo di un'influenza o di un'infezione virale o batterica.

"Durante uno starnuto - spiega Theresa Larkin, Professore di Neuroscienze presso l’Università di Wollongong (Australia) - la pressione nelle vie aeree è più di 30 volte maggiore di quella durante l'attività fisica. Si stima, inoltre, che la velocità con la quale l’aria esca dal naso durante uno starnuto vada da 5 metri al secondo a più di 150 chilometri all'ora". Detto questo, sarà capitato a tutti di ‘trattenere’ uno starnuto tenendosi il naso o premendo sotto di esso. Bhe, a quanto pare, data la velocità con cui si starnutisce, potrebbe non essere affatto una buona idea. La dott.ssa Larkin spiega perché.

Le fasi "ah" e "tchoo" dello starnuto

Ad indurre uno starnuto è l'attivazione dei sensori nervosi che si trovano nel naso. All’interno delle cavità nasali sono presenti le fibre sensitive del nervo trigemino che, se stimolate da una sostanza irritante (ad es. allergeni, virus, batteri e persino liquidi) o altri stimoli, si attivano e trasmettono un segnale elettrico al centro respiratorio posto nel cervello. Qui gli impulsi innescano lo starnuto che consiste di due fasi ("ah" e "tchoo"): un'inspirazione profonda e un accumulo di pressione all'interno delle vie aeree, seguiti da una contrazione dei muscoli del diaframma e delle costole, la chiusura riflessa degli occhi e una forte espirazione. Durante l'espirazione, la lingua viene sollevata fino al palato (il suono "tch" è il tocco riflessivo della lingua sul palato). Questo fa chiudere la parte posteriore della bocca in modo che l'aria venga forzata principalmente attraverso il naso. L'aria espulsa attraverso il naso, a sua volta, elimina le sostanze irritanti che hanno causato lo starnuto.

Il ruolo del nervo trigemino

Il nervo trigemino è una delle dodici coppie di nervi craniali che hanno origine alla base del cervello, e tra i nervi sensoriali più grandi del corpo. E’ così chiamato perché suddiviso in 3 rami principali: nervo oftalmico, nervo mascellare e nervo mandibolare. Provvede alla sensibilità delle regioni superficiali e profonde della faccia. "Il suo ruolo - spiega la dott.ssa Larkin - è quello di trasportare le informazioni sensoriali dal viso al cervello. Ciò include informazioni sensoriali relative al tatto, al dolore e all'irritazione provenienti dalla pelle del viso e dall'interno del naso e della bocca. All'interno di ciascun ramo ci sono migliaia di piccoli rami che trasportano ciascuno un tipo specifico di informazioni sensoriali".

I nervi che trasportano i "segnali irritanti"

I nervi sensoriali viaggiano verso il cervello attraverso il midollo spinale, e possono trasportare segnali di dolore o irritanti (in questo caso sono più stretti), o informazioni tattili (in questo caso sono più ampi e veloci). Nel midollo spinale questi nervi comunicano tra loro tramite "interneuroni" prima di inviare il loro messaggio al cervello. "Gli interneuroni - spiega la dott.ssa Larkin - sono le "porte" della teoria del controllo del dolore. Un nervo che trasporta un segnale di dolore dice all'interneurone di "aprire la porta" affinché il segnale di dolore raggiunga il cervello. Ma i nervi più grandi che trasportano le informazioni tattili possono "chiudere il cancello" e bloccare i messaggi di dolore che arrivano al cervello. Ecco perché strofinare una zona lesa può ridurre la sensazione di dolore".

A tal proposito uno studio ha dimostrato che la stimolazione del nervo trigemino mediante il movimento della mascella può ridurre il dolore ai denti. Questo processo è evidente nei bambini quando istintivamente mordono le cose o si tirano l'orecchio mentre stanno mettendo i denti. Queste azioni possono stimolare i nervi tattili del trigemino e ridurre i segnali di dolore attraverso il meccanismo di "chiudere il cancello".

Come si ‘blocca’ uno starnuto

Per "bloccare" uno starnuto si posso adottare meccanismi simili. Ad esempio tirare l'orecchio, mettere la lingua sul palato o sulla parte posteriore dei denti, toccare il naso o persino infilarsi il dito nel naso. "Tutte queste azioni - spiega Lirik - stimolano i nervi tattili del trigemino con l'obiettivo di "dire" agli interneuroni "chiudete il cancello". Ciò può infatti impedire ai segnali irritanti di raggiungere il cervello e innescare uno starnuto".

Perché può essere pericoloso farlo

Sebbene in alcuni contesti possa risultare inappropriato starnutire, "bloccare" questo riflesso, chiudendo la bocca o il naso, può essere molto pericoloso. Se soffochiamo lo starnuto, la pressione nelle vie aeree aumenta da cinque a 20 volte di più rispetto a uno starnuto normale, e l'aria pressurizzata che cerca una via d'uscita potrebbe causare diversi danni, come problemi ai seni nasali, rottura di capillari negli occhi, lesioni all'orecchio medio e all'orecchio interno, rottura del timpano, infezioni. "Sebbene il rischio sia basso, sono stati segnalati aneurisma cerebrale, rottura della gola e collasso polmonare", sottolinea la neuroscenziata.

Il caso clinico

Un caso clinico riportato sul British Medical Journal descrive le lesioni di un giovane inglese di 34 anni che per tutta la vita ha evitato di starnutire. Dopo aver trattenuto l'ennesimo starnuto, il ragazzo ha avvertito una strana sensazione al collo, come se fosse scoppiato qualcosa. Un paio d'ore dopo, però, ha cominciato a manifestare dolore alla gola e al collo, che nel frattempo si stava gonfiando, e anche la voce si era modificata. In ospedale i medici lo hanno evidenziato vere e proprie strisce d'aria nella regione retrofaringea, un enfisema e un piccolo buco davanti alla trachea. Fortunatamente la perforazione è stata molto piccola, e non c'è stato bisogno di intervenire chirurgicamente. Ciononostante, il giovane è rimasto ricoverato per due settimane, in attesa che i tessuti cominciassero a ripararsi.

Secondo gli esperti, questo tipo di lesione dopo uno starnuto trattenuto è molto rara, ma non impossibile. Pertanto è sempre bene evitare di 'soffocare' uno starnuto. Lo si può prevenire trattando le allergie o evitando l'esposizione a sostanze irritanti. In caso contrario, si può sempre starnutire in un fazzoletto.

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