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Natale, la furia dei comuni lombardi: 'Normale che la popolazione non accetti regole strampalate'

Regione e Anci insieme contro il nuovo decreto per le feste: "Privo di buonsenso ed equità"

Non è la prima volta che, durante questa pandemia che ha visto il 2020 stravolto da decreti, normative e "consigli", la Regione e l'Anci Lombardia (associazione nazionale comuni italiani) non sono d'accordo con alcune decisioni prese dal Governo. Effettivamente, anche nel Comasco, si sono già fatte sentire le voci di molti cittadini, specie di quelli che vivono in piccoli paesini, e che sono decisamente penalizzati da molte delle normative che dovranno essere seguite durante queste feste. 

"Strampalate". "Prive di buonsenso". "Impossibili da far rispettare". Regione e Anci Lombardia non usano troppi giri di parole e si schierano apertamente - di nuovo - contro l'ultimo Dpcm emanato dal governo Conte. L'esecutivo ha scelto la linea del rigore - chiudendo i confini delle regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio e quelli dei comuni per Natale e Capodanno - e tutta la giunta del Pirellone, a più riprese, non ha fatto nulla per nascondere la propria contrarietà. 

Gli ultimi in ordine di tempo sono stati l'assessore agli enti locali e piccoli Comuni, Massimo Sertori, e il vicepresidente dell'associazione nazionale dei comuni, Giacomo Ghilardi, che in una nota, come riportato anche su Milano Today, hanno spiegato che il decreto "obbliga gli anziani a rimanere soli il giorno di Natale e i ristoranti" a resta "aperti ma senza clienti e senza ristori".

"Il perimetro definito in modo amministrativo creerà una condizione profondamente diversa tra la circolazione nelle grandi città rispetto ai piccoli Comuni, con tutto ciò che consegue. È quindi normale che la popolazione non accetti regole così 'strampalate', peraltro impossibili da far rispettare", hanno proseguito. "L'arma più efficace per il contenimento del virus a disposizione di chi ha responsabilità di governo rimane quella di evitare gli assembramenti, ma tale arma deve essere utilizzata con equilibrio e attraverso provvedimenti che riescano a conciliare il rigore al vivere comune", hanno auspicato i due. 

"Le restrizioni previste per esercizi quali ristoranti, hotel, come l'assurda soluzione del 'cenone di Capodanno' in camera negli alberghi rendono le attività ingestibili e sono certamente deficitarie anche dal punto di vista economico: oltre alla beffa dei mancati ristori, in queste ore fioccano già le disdette da parte dei clienti. Anche noi - hanno concluso l'assessore regionale e il vicepresidente di Anci Lombardia - pretendiamo rigore, perché la priorità è la salute dei cittadini, ma contemperati all'introduzione di provvedimenti basati sul buonsenso".

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