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Dilettanti allo sbaraglio: la piscina, i palazzetti e lo stadio

La disastrosa situazione degli impianti sportivi in città. Ma se Como piange, Cantù di certo non ride

Il Como, tornato domenica scorsa in serie B per la gioia dei suoi tifosi, ha inevitabilmente rimesso al centro del campo il problema della stadio. Dunque, come ad ogni promozione degli azzurri, luci nuovamente accese sul Sinigaglia, impianto che necessita a questo punto di un urgente e corposo adeguamento. Perché prima o poi il pubblico tornerà a seguire le partire sugli spalti e il salto di categoria impone un impianto migliore. Non va nemmeno domenticata qual è la cornice di degrado in cui è racchiuso uno stadio che ha la fortuna di affacciarsi sul lago, quindi in un contesto quasi unico al mondo.

Del suo "restyling" se ne parlerà per mesi e vedremo se alla fine Comune e Società, che già si sono dati appuntamento, troveranno la quadra affinchè il ritorno del Como nella serie cadetta possa avvenire senza handicap. Di certo la questione serve soprattutto, se ancora ce ne fosse bisogno, a porre definitivamente l'accento sulla situazione degli impianti sportivi in città. 

E qui c'è poco da gioire, visto che non siamo all'altezza di nessuna promozione. Lo stadio è solo l'apice di una vera e propria emergenza che porta in sé anni di insuccessi politici che coinvolgono sia il palazzetto dello sport, che ora, nonostante le promesse di risorse, si trasforma niente meno che in uno "splendido" magazzino del Comune, sia la piscina di Muggiò, che difficilmente riaprirà i battenti prima del 2022.  

Non ci consola sapere che altrove le cose non vadano meglio. E stiamo parlando di Cantù, dove invece la retrocessione della gloriosa squadra di pallacanestro riapre l'eterna questione palazzetto come punto di partenza per la risalita in A1. A ripensare a tutta le vicenda, al maladetto Palababele, tempio degli anni '90 allo spreco di denaro pubblico, viene molta rabbia. Da allora la società sportiva più gloriosa del comasco, vincitrice dei massimi allori nazionali ed europei, ha dovuto prima accontentarsi del vecchio Pianella e poi trasferirsi a Desio.

Eppure, sia il Calcio Como sia la Pallacanestro Cantù hanno ampiamente dimostrato che lo sport lariano e brianzolo non sono una questione per dilettanti. E così dovrebbe essere anche per la politica. 

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