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Bloccata nel parcheggio disabili e poi ricoperta di insulti: la triste vicenda di Annita

Una storia agghiacciante e di ordinaria maleducazione

Annita Serafini descrive con amarezza sul gruppo Lagh de Com, un episodio che le è accaduto recentemente, una vicenda di ordinaria maleducazione e mancanza di rispetto. Il gruppo di Facebook dove ha deciso di sfogarsi, racconta non solo i paesaggi e le bellezze del lago ma anche aneddoti di vita, e si presenta, non a caso, così: "È solo una faccenda di Como e del suo lago, niente altro! Orgoglioso di essere “Cumasch” ma anche Lecchese. I contenuti non inerenti, purtroppo, verranno cancellati. Ul lagh de com e i so laghee: foto, storie, racconti e poesie sul lago più bello di tutti".

Abbiamo contattato la signora Annita per potervi raccontare anche su queste pagine cosa le è successo, con le sue parole. Una vicenda purtroppo non rara ma che speriamo faccia comprendere un po' meglio cosa significhi occupare il parcheggio di un disabile. Le parole di sfogo di Annita lasciano davvero l'amaro in bocca. 

"Questa la devo raccontare - comincia così il suo post - Sono in macchina posteggiata vicino un padiglione dell' ospedale in un parcheggio per disabili con regolare cartellino. Sto aspettando che mio marito faccia un controllo. Siccome sono un po' raffreddata evito di entrare in reparto con lui. Una signora mi bussa al finestrino e mi chiede quando ho intenzione di andarmene, che è un po' che aspetta e deve portare dentro suo padre".

La donna insiste e si mette dietro la macchina di Annita, ostruendole il passaggio. 

"Ho guardato bene la macchina della signora. Le ho chiesto se aveva visto che ero in un posteggio per disabili. Lei, per inciso, non aveva neppure il tagliando per potersi mettere in questo posto, ma insisteva. Ho detto alla signora di mettersi dove voleva ma che se mio marito fosse uscito e lei non fosse andata via avrei chiamato il carro attrezzi. Non scrivo i bei commenti che ho ricevuto. Penso solo che io questo cartellino per il parcheggio disabili, lo darei volentieri a qualcun altro. Che eviterei di andare da lunedì a venerdì a Castellanza per portare mio marito a fare la radioterapia. Penso che eviterei volentieri di andare a Legnano mercoledì e giovedì per portare mio marito a fare la chemio. E farei a meno di dirgli tutte le sere che è ora prendi la chemio. Lui berrebbe più volentieri un grappino. Penso che se potesse buttarle quelle stampelle, sarebbe ben felice e potrebbe scendere e passeggiare con i cani. Credo che dopo 2 trapianti di midollo oggi preferirebbe dirmi "Andiamo a farci un giro sul lago". E non andiamo in ospedale. A volte la mia pazienza un pochino vacilla. Quando incontra l'ignoranza proprio scappa. Ma fa nagott vem innanz e giugum cut i balett".

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