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De Sfroos all'ospedale Sant'Anna: concerto benefico

Davide Van de Sfroos è stato ospite fra le corsie dell’Ospedale S. Anna. Questo pomeriggio (16 dicembre) il cantastorie comasco si è esibito, come da tradizione natalizia, davanti ai pazienti del day hospital dell’Ospedale Sant'Anna. Per il terzo...

Davide Van de Sfroos è stato ospite fra le corsie dell’Ospedale S. Anna. Questo pomeriggio (16 dicembre) il cantastorie comasco si è esibito, come da tradizione natalizia, davanti ai pazienti del day hospital dell’Ospedale Sant'Anna. Per il terzo anno consecutivo , infatti, Davide Bernasconi ha voluto regalare ai tantissimi presenti un’ora di musica, cantando i suoi pezzi più famosi come “Pulenta e galina fregia”, “La ninna nanna del contrabbandiere” e “Il costruttore di motoscafi”. Nell’occasione è stata anche inaugurata la mostra fotografica “Autofocus - Di ritorno da noi - Fotografia per il supporto terapeutico" di Anna Berna psicologa e psicoterapeuta e della fotografa Alice Asinari.

Attraverso una serie di cinque incontri condotti in modalità di gruppo, si è lavorato sull'elaborazione dell'esperienza della malattia oncologica associando vissuti emotivi a immagini simboliche che ogni partecipante - in tutto cinque pazienti della Senologia - ha scelto come rappresentative della propria esperienza. La narrazione della propria storia non è più affidata al solo linguaggio orale ma esplora la dimensione iconica e immaginativa. L'immagine, che ci costringe faccia a faccia con il nostro Io, è di volta in volta investita di quella porzione di identità che si vuole mostrare; scegliamo così di ricordare, condividere, omettere o rivelare, tacere o gridare stralci di noi in uno spazio di incontro protetto e non giudicante dove ognuno può intraprendere un proprio percorso individuale.

L'immagine fotografica di se stessi, prodotta da terzi o da se medesimi, è il frutto di un percorso interiore di particolare intensità. Il processo che induce a voler raccontare qualcosa tramite la propria immagine (l'esplorazione, la canalizzazione ed infine l'impressione in un'opera) ha potenzialità spesso inesplorate. Attraverso la pratica fotografica (rivolta alla nostra persona) siamo in grado di essere al tempo stesso autori, attori e spettatori di noi stessi.

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