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Bersani a Cantù accolto da una folla

Pierluigi Bersani a Cantù. Oggi pomeriggio, nell’aula consiliare di Piazza Marconi, una folla di 400 persone ha atteso alle 15.00 l’arrivo del segretario del PD. Accolto da militanti, semplici cittadini e curiosi, Bersani ha arringato la folla...

Pierluigi Bersani a Cantù. Oggi pomeriggio, nell’aula consiliare di Piazza Marconi, una folla di 400 persone ha atteso alle 15.00 l’arrivo del segretario del PD. Accolto da militanti, semplici cittadini e curiosi, Bersani ha arringato la folla insieme alla parlamentare Chiara Braga e al segretario provinciale Savina Marelli. Prima di iniziare il suo discorso, Bersani ha ricevuto da parte di un giovane canturino di origini tunisine, Bilel Akkari, l’ultima delibera consiliare sulla cittadinanza simbolica agli stranieri, “Sarebbe bello che lei concretizzasse questo gesto”, spiega Bilel. Da parte sua, Bersani gli stringe la mano. Durante il suo intervento, ribadisce questo concetto. “A chi nasce qua, a chi studia con i nostri figli gli stiamo dicendo che non è né immigrato né italiano. E’ una vergogna. Siamo stanchi di andare avanti guardando lo specchietto retrovisore come ci ha fatto fare la Lega e Berlusconi”.

Il pubblico lo applaude ripetutamente e dalla platea si sente spesso “bravo”. Bersani parla di politiche economiche in generale, dei suoi avversari politici, ricorda la vicenda del condono e delle quote latte. Parla di rinnovamento e non rinuncia ad una stoccata a Maroni, in vista delle prossime regionali: “Noi siamo un paese solo. Il leghismo e il berlusconismo ci hanno messo nei guai. Per un finlandese anche Maroni può essere un terrone. C’è sempre uno più a nord di te”. Sul Movimento Cinque Stelle, dichiara: “Io capisco la gente che va da Grillo, la protesta e il disagio. Ma non capisco Grillo. Dove vuol portare questo Paese? Qui siamo al dunque e non si scherza più. Con tutta la comprensione per questa protesta, chiedo a Grillo: dove la vuoi portare questa protesta? Se vuoi parlare e basta e comandare e basta dal tabernacolo della rete, stai portando questo Paese fuori dalla democrazia. Quella rabbia lì ci noi impegniamo a portarla in un governo che cambia”. Sul PDL, dichiara: “Con il nostro codice etico, la PDL dovrebbe buttarne fuori una vagonata. Compreso Berlusconi”. Bersani, inoltre, sostiene che l’unico cambiamento vero è quello apportato dal PD: “Noi avremo i 2/3 della Camera rinnovato e il 40% di donne in Parlamento”. Le parole d’ordine sono : “Moralità, lavoro, lotta furibonda alla corruzione, alla grande criminalità, sobrietà della politica e conflitti d’interesse e diritti”.

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