La villa del mafioso diventa una casa di accoglienza per madri in difficoltà
Una villa sequestrata a un mafioso a metà degli anni Ottanta è ora diventata una casa di accoglienza per madri in difficoltà. La villa, situata su un'altura in via Rovascino 171 a Lipomo, è stata inaugurata oggi alla presenza del vescovo di Como...
Una villa sequestrata a un mafioso a metà degli anni Ottanta è ora diventata una casa di accoglienza per madri in difficoltà. La villa, situata su un'altura in via Rovascino 171 a Lipomo, è stata inaugurata oggi alla presenza del vescovo di Como Diego Coletti, del prefetto Michele Tortora e dei rappresentanti della utorità cittadine di Lipomo e Tavernerio, oltre che del comandante dei Carabinieri. Nel suo discorso Tortora ha sottolineato la tempistica eccessiva con la quale è stato possibile destinare l'immobile sequestrato a un uso sociale e di utilità per la collettività: "per il futuro sarà necessario abbreviare questi tempi". Il vescovo ha invece evidenziato "la grande generosità di tanta gente comasca che senza farsi propaganda e senza pretendere ritorno di immagine si mette a disposizione della collettività".
Dopo l'accorato discorso del presidente del Centro aiuto alla vita, Pietro Tettamanti, dopo la benedizione del vescovo e il taglio del nastro, la villa è stata aperta al pubblico per una breve visita, al fine di mostrare come l'immobile sia stato ristrutturato e adeguato alle esigenze delle donne e dei loro figli che verranno ospitati. Già adesso vivono nella villa 4 mamme, 7 bambini più una ragazza incinta. A disposizione ci sono quattro camere da letto con sette posti per madri più altri piccoli letti per i loro bambini. Nella nuova casa di accoglienza lavorano tante giovani operatrici volontarie e assunte (vedi foto) che in queste settimane hanno sacrificato molto del loro tempo libero per allestire e praparere la villa in vista dell'ainaugurazione. L'immobile, in realtà,fu affidato a suo tempo alla croce rossa della provincia di Como, ma poiché si trova in una zona poco accessibile alle ambulanze è stato deciso di destinarlo, attraverso una convenzione, al Centro aiuto alla vita che ha sede in via Battisti a Como.
Una curiosità: nella villa sequestrata a un boss della mafia è stato svelato, durante i lavori di sistemazione, un vero e proprio bunker che veniva utilizzato dal criminale per nascondersi dalle forze dell'ordine. Il bunker era mimetizzato con il muro e l'ingresso veniva aperto attraverso un pulsante nascosto. Solo con la strumentazione a raggi infrarossi le forze dell'ordine riuscirono a scovare il nascondiglio con dentro l'uomo.