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"Terremoto, Como è zona a rischio forti scosse"

Nel convegno che si è svolto ieri nell'aula magna del chiostro di Sant'Abbondio gli esperti hanno illustrato lo stato attuale della sismicità in Italia anche a fronte delle recenti scosse in Emilia. Si è anche parlato di Como ed è emerso che...

Nel convegno che si è svolto ieri nell'aula magna del chiostro di Sant'Abbondio gli esperti hanno illustrato lo stato attuale della sismicità in Italia anche a fronte delle recenti scosse in Emilia. Si è anche parlato di Como ed è emerso che nonostante le possibilità di terremoti in questa zona siano scarse, qualora se ne presentasse una potrebbe essere anche di entità molto forte. Il professor Alessandro Maria Michetti, docente di geologia all’Università dell’Insubria, ha presentato i risultati preliminari delle ricerche tuttora in corso da parte dei ricercatori dell’Ateneo per documentare gli effetti ambientali del terremoto e controllare la loro evoluzione nel tempo. I ricercatori dell’Università dell’Insubria, Livio Franz, Roberto Gambillara, Andrea Berlusconi, Francesca Ferrario, Livio Bonadeo, coordinati dal professor Michetti, partecipano dal 21 maggio scorso ai rilievi sul terreno in fase emergenziale per valutare l’andamento della crisi sismica in Emilia, con l’obiettivo di cartografare in dettaglio tutti i fenomeni geologici, geomorfologici e idrogeologici prodotti durante la sequenza. Ma è dal 2005 che i sismologi dell’Università dell’Insubria conducono studi di paleosismologici in quell’area al confine fra Brescia, Mantova, Modena e Ferrara, la cosiddetta “Dorsale Ferrarese”, ossia analizzano i terremoti del passato sulla base dei loro effetti geologici al fine di valutare la pericolosità sismica di quell’area. La dottoressa Luigina Vezzoli ha illustrato anche le particolarità delle zone lacustri e come queste possano essere state o potranno essere influenzate dai terremoti. Non si esclude la possibilità di un'onda anomala detta tsnuami sul lago di Como. Per la precisione la zona ipoteticamente a rischio sarebbe proprio quella del primo bacino dove il fondale registra un dislivello improvviso e alto che "potrebbe amplificare eventuali effetti che potrebbero avvenire all'interno della massa d'acqua a causa di un sisma".

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