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Il pathos, le scintille, l'elettrice delusa: il film del match sindaco-famiglie sul centro cottura

"Scusate, devo andare a votare". Si conclude così, con il sindaco di Como Mario Lucini che lascia la Sala Stemmi affollata di genitori per partecipare al cruciale voto sullo stanziamento già per quest'anno dei 700mila euro necessari alla...

"Scusate, devo andare a votare". Si conclude così, con il sindaco di Como Mario Lucini che lascia la Sala Stemmi affollata di genitori per partecipare al cruciale voto sullo stanziamento già per quest'anno dei 700mila euro necessari alla realizzazione del centro unico di cottura in via Isonzo, il "film definitivo" sulla vicenda che ha infiammato il dibattito politico nelle ultime 3 settimane. Venti minuti di confronto serrato e talvolta anche molto acceso a cui il sindaco non si è sottratto e nel quale è emerso veramente tutto il "succo" di quanto svoltosi tra assemblee cittadine, istituti e Palazzo Cernezzi nell'ultimo mese. Si va dalla reiterata richiesta di un papà di conoscere "qual era il piano B" rispetto alla realizzazione del punto cottura nella scuola di via Isonzo ("L'alternativa è che non riusciamo a garantire il servizio per tutti i bambini", replica il vicesindaco Silvia Magni), fino all'aperto rammarico di una delle mamme più battagliere, Letizia Risaliti, che esprime "una delusione personale ancor più grande perché vengo da una famiglia che ha sempre creduto nel vostro partito, mia nonna aveva la prima tessera del Partito Comunista", fino alle risposte - molte dettagliate e carte alla mano - del sindaco stesso.

Il quale, peraltro, in avvio del faccia a faccia con i genitori, pur confermando che a oggi l'unica vera ipotesi sul campo è quella, appunto, di via Isonzo come sede della maxi-cucina per le scuole di Como, ribadisce ancora che "non abbiamo ancora deciso, la scelta vi verrà comunicata tra fine dicembre e inizio gennaio".

Per chi avesse interesse, voglia e tempo da dedicare all'ultimo capitolo della vicenda, buona visione.
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