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Crisi Sca, i lavoratori sfidano il gelo e scendono in strada: "Vogliamo gli stipendi"

Mattinata calda - a dispetto del gelo implacabile - davanti alla sede Sca di via Cecilio, a Como. I dipendenti, giunti alla seconda settimana di sciopero a causa di stipendi arretrati non pagati e di un futuro ancora molto più che nebuloso...

Mattinata calda - a dispetto del gelo implacabile - davanti alla sede Sca di via Cecilio, a Como. I dipendenti, giunti alla seconda settimana di sciopero a causa di stipendi arretrati non pagati e di un futuro ancora molto più che nebuloso soprattutto dopo la revoca del mandato Mercedes, hanno pacificamente invaso sia la stessa via Cecilio, sia via Pasquale Paoli per volantinare e spiegare le gravi difficoltà che stanno attraversando. Non si è trattato di un blocco stradale vero e proprio, ma di un rallentamento della circolazione, spesso fermando le vetture in transito per parlare direttamente con gli automobilisti. Il tutto si è svolto senza tensioni, se si esclude qualche breve e montamenea coda. Molti, comunque, gli attestati di solidarietà ricevuti dai dipendenti della Sca, "armati" di bandiere e fischietti e spesso uniti nel coro "vogliamo gli stipendi".

Nel contempo, una delegazione sindacale ha nuovamente incontrato i rappresentanti del gruppo e al termine la sintesi è stata fatta dall'esponente dell Fim Cisl, Massimiliano Corti. In sostanza, i vertici aziendali hanno chiesto la disponibilità di un gruppo di lavoratori (14 per la prima settimana, 9 per la seconda) per poter comunque mantere in funzione le attività dell'officina e del magazzino così da creare una liquidità da accantonare espressamente per pagare gli stipendi. Una proposta che però è stata accolta con enorme scetticismo dai dipendenti, in grandissima parte poco convinti che così si potrebbe generare veramente una liquidità utile allo scopo e in maggioranza decisi a proseguire con il pugno duro e lo sciopero. Entro la giornata, si avrà comunque una risposta definitiva da parte loro.

Tra le altre novità non positive emerse stamane, il fatto che anche il marchio Subaru starebbe valutando di revocare il proprio mandato al gruppo. Sul fronte stipendi arretrati non ancora saldati, come accennato, al di là dell'eventuale redistribuzione degli incassi legati al rientro in servizio di una parte dei lavoratori, nessun'altra certezza è emersa.

Confermata, infine, la convocazione in Regione di dipendenti e sindacati per il 21 gennaio prossimo con la possibilità che - senza un'intesa o comunque una via d'uscita concreta al vicolo cieco attuale - la vertenza possa coinvolgere definitivamente l'Ispettorato del lavoro, per una frattura a quel punto pressoché insanabile.
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