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Editoriale Via Pasquale Paoli

Como afflitta dal traffico: quello che manca è una seria e lungimirante visione

La colpa non è solo dei guasti e dei lavori imprevisti. Ci sono anche annose e croniche responsabilità di chi amministra la città

C'è un virus che affligge Como da anni e che negli ultimi tempi sembra essere diventato più virulento, apparentemente inguaribile, contro il quale non sembra esserci vaccino: il traffico. 

Vivere, lavorare e studiare a Como è diventato un inferno a causa dei tempi di percorrenza delle strade cittadine. La conformazione del territorio e la scarsa presenza di efficienti arterie viabilistiche sono sicuramente alcune delle cause che concorrono a creare questo insopportabile problema, ma non possiamo ignorare le colpe di chi non solo poco ha fatto per trovare soluzioni, ma addirittura si è reso responsabile dell'aggravamento del problema.
Trovare al 20 settembre in via Paoli un cantiere del gas nelle ore di punta può essere devastante. Lavori necessari, per carità, ma che come annunciato dal Comune sarebbero dovuti essere conclusi entro l'11 settembre. Mai una volta che che venga rispettato il cronoprogramma dei lavori pubblici. Ma passiamo oltre, parliamo del delirio causato dai lavori in autostrada che fanno riversare sulla viabilità ordinaria migliaia di auto. Muoversi in città diventa tragico anche nel weekend, un supplizio che è andato avanti per settimane.

Ci sono poi problemi ben più cronici, che esulano dalla sporadica emergenza imprevista. Da quanti anni il Viadotto dei Lavatoi è chiuso ai mezzi pesanti? Non si vorrà credere che sia colpa di una maledizione, vero? Qui la colpa c'è, eccome, ed è delle amministrazioni comunali che si sono susseguite e che nulla sono state capaci di fare per ripristinare la sicurezza dell'infrastruttura. Diranno che è colpa delle tempistiche legate a perizie e ricorsi legali, ma qui non parliamo della responsabilità dei danni, ma della responsabilità di chi dopo tutti questi anni non è riuscito a risolvere la situazione.
Quello del Viadotto non è l'unico problema cronico che contribuisce alla disastrosa situazione viabilistica di Como. C'è anche la questione legata alla manutenzione delle reti di acqua, gas e soprattutto del teleriscaldamento. E' azzardato presumere che non ci sia un solo giorno dell'anno in cui non si trovi aperto un solo cantiere per la riparazione di un qualche guasto? Ristringimenti di corsia, sensi unici alternati, strade chiuse, deviazioni. I comaschi hanno subìto abbastanza e meriterebbero finalmente una seria, precisa e, soprattutto, lungimirante pianificazione che punti a consegnare una città dove non occarra mezz'ora per fare 5 chilometri. Una visione che guardi al di là delle brevi opportunità elettorali o di risoluzione delle imprevedibili emergenze (che poi non sono sempre così imprevedibili).

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