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Domenica, 28 Aprile 2024
Alimentazione

Acqua liscia o gassata? Qual è meglio bere (e perché)

Sfatiamo le false credenze insieme al nutrizionista Fabio Mariniello e scopriamo qual è la migliore acqua da bere

L’acqua è il principale costituente del nostro corpo, ed un nutriente fondamentale per il suo corretto funzionamento. Se non beviamo abbastanza, l’organismo non è in grado di mantenere l’equilibrio idrico tra liquidi che perde e quelli che assorbe (si disidrata), ed entra in uno stato di sofferenza, per cui iniziano a comparire sintomi come mal di testa, vertigini, stanchezza, bassa concentrazione, costipazione e secchezza delle fauci. Non solo, una recente ricerca del National Heart, Lung, and Blood Istituto (NHLBI), pubblicata su eBioMedicine, ha dimostrato che bere poca acqua accorcia la vita e favorisce importanti cambiamenti degenerativi. Secondo i risultati dello studio, gli adulti che rimangono ben idratati sono più sani, sviluppano meno condizioni croniche, come malattie cardiache e polmonari, e vivono più a lungo di quelli che non assumono liquidi a sufficienza. Pertanto, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) raccomanda l’assunzione di 2 litri di acqua al giorno, quantità che può variare a seconda dell’età e del sesso, del tipo di alimentazione e degli stili di vita.

Ma quale acqua dovremmo preferire? Liscia o gassata? Gli italiani sono grandi consumatori di acqua minerale, ma hanno un rapporto di odio-amore con la frizzante. C'è chi la preferisce alla liscia per il suo gusto più deciso e il suo apparente effetto dissetante (le bollicine solleticano le papille gustative e stimolano i recettori del gusto donando al palato una prolungata sensazione di freschezza), e chi la accusa di interferire con la gastrite o di provocare i calcoli. Cosa c'è di vero? Insieme al nutrizionista Fabio Mariniello sfatiamo le false credenze sull'acqua frizzante e scopriamo qual è la migliore acqua da bere.

Quando un’acqua si definisce ‘naturale’?

"Un’acqua viene definita “naturale”, a livello merceologico, se imbottigliata direttamente dalla fonte presso cui sgorga senza apportare modifiche o correttivi. In pratica, compriamo un’acqua così come viene prelevata dal sito. Il termine “minerale” (e tutte le accezioni derivative), invece, fa riferimento alla concentrazione di sali minerali disciolti nell’acqua e al range di pH, che deve essere tra 6.5 ed 8.0 (o debolmente acida o debolmente alcalina). Se il ventaglio di pH è rispettato, in base alla quantità di sali, stimati in residuo fisso a 180°, avremo delle acque minerali (residuo fisso tra 1500 e 500mg/L), oligominerali (residuo fisso tra 500 e 50mg/L) o minimamente mineralizzate (residuo fisso inferiore a 50mg/L). Poi ci sono le acque ricche in sali minerali, il cui residuo fisso è superiore a 1500mg/L, che devono essere usate in modo prudente e oculato onde evitare effetti collaterali da uso prolungato o improprio".

L’acqua naturale può essere liscia e gassata: qual è la differenza?

"L’acqua liscia non ha gas altamente concentrati al suo intero, per cui non si contiene bollicine che tendono a risalire. Nell’acqua frizzante troviamo disciolti dei gas (in genere anidride carbonica) che determinano quel gusto definito 'effervescente'. Le acque frizzanti possono essere 'naturalmente' effervescenti, e quindi prelevate alla fonte con del gas già disciolto al suo interno, o rese tali per via artificiale. La maggior parte delle acque gassate che si trovano in Italia è costituita da acqua minerale naturale addizionata di anidride carbonica".

Qual è meglio scegliere tra la liscia e la gassata?

"Una non è meglio dell’altra. Le caratteristiche su cui si giudica un’acqua non sono strettamente associate o legate all’anidrite carbonica in essa presente (o assente). L’acqua gassata e quella liscia apportano gli stessi benefici dal punto di vista nutrizionale, quindi la scelta dipenderà del gusto nella maggior parte dei casi. Per qualcuno le bollicine risultano piacevoli al palato, ad altre persone molto fastidiose. La questione diventa importante solamente in pochi casi, ovvero per coloro che soffrono di reflusso gastro-esofageo, ulcere e gastriti. Siccome i gas tendono a occupare tutto lo spazio che è loro concesso, dilatano lo stomaco, determinando distensione delle sue pareti. Ciò potrebbe peggiorare la sintomatologia di queste patologie, seppur in modo transitorio. Anche i pazienti con ernia addominale e diastasi dovrebbero fare attenzione, onde evitare di peggiorare il danno già presente".

Se si beve quotidianamente acqua frizzante, l’anidride carbonica può avere un effetto nocivo sull’organismo?

"Assolutamente no. L’anidrite carbonica è un gas che tende a evaporare, inoltre fa naturalmente parte dell’atmosfera. È un gas innocuo alle concentrazioni in cui viene bevuto e tende a fuoriuscire naturalmente attraverso le vie aeree superiori. Ricordo anche che il nostro corpo la produce continuamente. Ogni volta che espiriamo, espelliamo dalle narici e dalla bocca anidride carbonica, derivante dal nostro metabolismo energetico. È solo uno scarto inerte che non arreca danni".

L'acqua in bottiglia può scadere?

I benefici dell’acqua frizzante?

"Nei pazienti sani, provocando dilatazione dello stomaco, favorisce un segnale fisiologico di sazietà (molto blando). Le acque minerali sono tendenzialmente più ricche di minerali, e quindi possono apportare minimi vantaggi nutritivi a coloro che la prediligono. Spesso queste concentrazioni non sono risolutive in casi di carenza di sali minerali, poiché basse o poco assimilabili".

Quando l’acqua frizzante può diventare dannosa?

“I contro dell'acqua frizzante sono banalmente legati al potenziale ma controllabile bisogno di espellere i gas da naso e dalla bocca, cosa spiacevole in pubblico. I veri contro si manifestano solo per i malati di reflusso, con potenziale risalita dei succhi gastrici verso l’esofago e quindi sensazione di bruciore e fastidio. I pazienti afflitti da diastasi o ernia addominale potrebbero avere fastidio alla regione dell’addome per la conseguente dilatazione (seppur transitoria)".

E’ vero che ad ogni età bisogna consumare un'acqua diversa?

"È parzialmente vero. In linea di massima dipende dallo stato di salute del cuore e dei reni, che ricordo sono anche profondamente collegati a livello ormonale e fisiologico. Un paziente con insufficienza renale, calcolosi severa o problemi cardiocircolatori potrebbe dover fare attenzione al tipo di acqua che sceglie, ma la questione non è legata alle bollicine, quanto al tipo ed alla quantità di sali presenti. Acque con concentrazione di sali troppo alte potrebbero affaticare dei reni già compromessi, o alterare la funzionalità elettrica del cuore e quindi i valori di pressione. Parliamo comunque di casi limite, già gravi per altre cause. In linea di massima, se si è in buona salute, non vi sono reali restrizioni da imporre. È veramente difficile che un’acqua minerale interferisca negativamente con il piano terapeutico di un paziente malato (in condizione stabile e non grave)".

In conclusione, quale e quanta acqua bere ogni giorno? E, soprattutto, quando bisogna prestare attenzione all’etichetta?

"Quale acqua bere" è una domanda che i pazienti mi fanno spesso. La mia risposta, nel 99% dei casi è "bevi quella che ti piace di più". Anche volendo fare una critica col lanternino, cercando il difetto più minuzioso, la differenza tra le varie acque spesso è insignificante. La questione del sodio è stata ormai sdoganata. È abbastanza inutile andare a cercare l’acqua con la concentrazione di sodio più bassa, poiché il vero ingresso di sodio nel nostro corpo arriva dal cloruro di sodio utilizzato per cucinare. Consiglio di bere almeno 1,5 L di acqua al giorno, cercando di arrivare alla dose raccomandata di 2 L, sebbene questa dipenda anche dalla corporatura della persona, dalla temperatura esterna e dallo stato di salute. L’etichetta di un’acqua va guardata solo in caso di problematiche di salute serie, e in quel caso sarà il medico a specificare i sali minerali a cui prestare attenzione".

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