rotate-mobile
Magic lake / Musso

Il lago di Como, panorami mozzafiato dal Sasso di Musso

Un magico anello di bellezza sul Lario

Un altro luogo del lago di Como davvero ricco di bellezza e di storia, cosi come riporta in uno sritto molto articolato Silvia Fasana. Il territorio di Dongo e di Musso è dominato da un imponente sperone roccioso calcareo, il Sasso di Musso, che pare gettarsi a picco nel lago di Como. Il rinomato marmo bianco-grigiastro locale, duro e compatto, cavato già in epoca romana, fu largamente utilizzato per la costruzione di monumenti e chiese, tra cui il Duomo di Como. Data l’estrema vicinanza delle cave con le acque del lago, i blocchi di marmo venivano calati con funi e poi con cavi metallici lungo una corsia lastricata che terminava nel porto. I blocchi di scarto erano invece portati a dorso di mulo o da teleferiche fino al frantoio in riva al lago dove venivano frantumati.

Alla sommità del primo contrafforte del Sasso sorge la piccola chiesa di Sant'Eufemia, che faceva parte di un sistema fortificato probabilmente presente già in epoca altomedioevale, ma documentato solo nel 1335 come roccaforte dei Malacrida e, dal 1522, di Gian Giacomo de’ Medici, detto il Medeghino. Definito da Cesare Cantù “pirata, re, brigante, traditore, ribelle, assassino, eroe”, il Medici aveva qui la sua base strategica, da cui dirigeva le scorrerie sul lago e nel territorio circostante. Nel 1532 fu sconfitto dagli eserciti alleati delle Tre Leghe Grigie e di Francesco II Sforza, che distrussero gran parte dell’imponente sistema difensivo, del quale ora rimangono solo poche rovine.

sasso musso 2 - foto massimo lozzi

Nella parte più bassa del Sasso, tra il 1858 e il 1883 il nobile Giovanni Manzi realizzò il “Giardino del Merlo” in cui, accanto a specie autoctone, introdusse piante provenienti da tutto il mondo che crescevano rigogliose grazie al clima mite del lago. Ne risultò un giardino in cui geniali trovate architettoniche (scalinate, gallerie, grotte, arcate, ponti, balaustre ed un intero appartamento scavato nella roccia e nascosto al visitatore) si compenetravano armoniosamente con l’ambiente naturale, creando un insieme di grande fascino, tanto da essere citato nelle guide turistiche europee dell’epoca come meta di elevato interesse artistico-monumentale e paesaggistico. San Luigi Guanella, amministratore parrocchiale di Pianello del Lario dal 1881 al 1890 e amico di Giovanni Manzi, visitò il giardino e scrisse un’operetta dal titolo Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso, pubblicate per la prima volta a puntate sul giornale comasco L’Ordine nel 1884, sottolineando l’importanza di visitare questo luogo "in veste di viandanti". 

Alla morte di Giovanni Manzi, nel 1883, la nipote Giuseppina continuò l’opera di cura e abbellimento del Giardino fino alla sua scomparsa, nel 1945. Gli eredi della nobildonna cedettero l’area alla Società Scalini, che vi aprì tre cave di marmo, costruendo anche un forno per la produzione di calce. Dopo il fallimento della Società, nel 1967 la famiglia Colturri acquistò all’asta il Giardino sfregiato e danneggiato, per cercare di salvarlo e farlo rivivere. Attualmente il Giardino è di proprietà dell’associazione “Giardino del Merlo” Onlus, costituita dalla famiglia Colturri, dalla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio e dai Comuni di Musso e di Dongo.

sasso musso - foto massimo lozzi

L'anello del Sasso di Musso

Si parte dal lungolago di Musso, si imbocca Via Gian Giacomo Medici e poi a destra Via al Castello. La strada asfaltata sale tra le frazioni di Musso e si seguono in un primo momento le indicazioni per “Croda” e poi per “Monti di Labbio”. La strada diventa successivamente sterrata e cementata, ma sempre facilmente percorribile anche in bici, e termina ai Monti di Labbio. Da qui si prende il sentiero che in 10 minuti circa conduce alla Bocchetta di San Bernardo (1105 m), dove si erge la chiesa omonima. La vista e il paesaggio che si gode da qui è davvero mozzafiato.

La discesa si svolge nella valle Albano, sul versante opposto, in un ambiente selvaggio fatto di ripidi prati e vallette. Dalla chiesa si segue l’indicazione del Sentiero 4 della Via dei Monti Lariani e dopo un lungo traversone in single track si raggiunge l’agglomerato di Piazze (800 m), dove si prende una sterrata che scende al ponte sul torrente Albano. Da qui si sale a Catasco e si prende la strada asfaltata che scende a Dongo, si attraversa il Ponte della Regina e si giunge accanto alle celebri ferriere.

Tenendo la destra, si attraversa il paese, si oltrepassa la Chiesa di S. Maria in Martinico e si raggiunge il lungolago di Dongo. Si svolta a destra sulla Statale Regina, la si attraversa e si prosegue in direzione di Musso finché si raggiunge il lungolago.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il lago di Como, panorami mozzafiato dal Sasso di Musso

QuiComo è in caricamento