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Lago di Como da scoprire: il Sasso Preguda

Panorami mozzafiato del Lario

Forse non tutti conoscono un altro luogo davvero curioso come il Sasso di Preguda (prà Agudio: prato degli Agudio). Un enorme masso erratico di serizzo ghiandone che si trova isolato su uno sperone del Moregallo a 400 metri di altezza del lago e a 647 metri su quello del mare. Ha la forma di un prisma a quattro facce, lungo circa sei metri, largo tre e alto sette per un volume di oltre cento metri cubi. Da questa vetta si gode di una vista mozzafiato sul lago di Como. 

La storia

Quando, l’Abate Antonio Stoppani (Lecco 1824-Milano 1891), durante una delle sue tante escursioni sul monte Moregallo, per i suoi studi di geologia, il 27.5.1878, vide per la prima volta questo monumento naturale, ne restò affascinato. Poco tempo dopo sulla cima del Sasso di Preguda fu issata una croce di ferro che indicava una delle stazioni nelle processioni di penitenza che si svolgevano– nei tre giorni delle “rogazioni”, con canti di litanie dei Santi e altre preghiere per implorare da Dio i beni spirituali e la prosperità delle messi e dei frutti della terra. Nel 1895, per volere del parroco di Valmadrera, Don Giuseppe Valera, e con l’aiuto di volenterosi contadini, iniziarono i lavori per la costruzione della piccola chiesa dedicata a Sant’Isidoro da realizzare addossata a una delle pareti del sasso di Preguda, che fu poi inaugurata il 12 maggio 1899, festa liturgica di Sant’Isidoro.

L’interno della chiesa è semplicissimo e raccolto: l’abside è la parete del Sasso in cui è stata ricavata una nicchia che accoglie la statua di Sant’Isidoro e sulla parete destra è appeso un bassorilievo in legno raffigurante la Madonna con bambino e un “ex voto”.All’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, un gruppo di volontari realizzò i lavori di rifacimento del tetto, degli infissi, del pavimento e degli intonaci, particolarmente impegnativi per la mancanza di una strada di collegamento.

Come arrivarci

Il Sasso di Preguda e la chiesetta di S. Isidoro si raggiungono percorrendo il sentiero n.6, che dall’abitato (Piazza Rossé) porta a destinazione in meno di un’ora. Il sentiero, quasi sempre in costante salita con alcuni brevi tratti pianeggianti, non è adatto per bambini piccoli. La chiesa di Sant’Isidoro è aperta ad accogliere i visitatori, grazie ai volontari che si occupano anche del vicino piccolo locale di accoglienza e riparo, ogni prima e terza domenica del mese, da marzo a novembre.

La targa

Una targa, posta nel 1978, ricorda Antonio Stoppani che dedicò un poemetto alla storia del masso.

«[...] Sulle acute rocce
adagia appena appena il grave fianco,
siccome lasso pellegrin che dorma,
assiso allato a polverosa via,
pronto nuovo cammino, appena il sonno
gli avrà rifatta la perduta lena;
o com'aquila audace che un istante
raccolga il volo sull'aereo poggio,
bramosa di lanciarsi ove si annera
per soverchi seren, l'aere sottile,
coll'immota pupilla incontro al sole.»

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