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Skinheads a Como, il sindaco Landriscina condanna l'irruzione al Chiostrino

Solidarietà anche da altri gruppi politici

Un episodio censurabile. Il sindaco di Como Mario Landriscina definisce così l'irruzione dell’associazione di estrema destra “Veneto Fronte Skinheads” nell'assemblea pubblica di "Como senza frontiere" di martedì 28 novembre 2017 al Chiostrino di Sant'Eufemia.

"Ricordando il diritto di chiunque a esprimere le proprie idee nei modi, nei tempi, nei luoghi opportuni e con contenuti adeguati a un sistema democratico,-afferma Landriscina tramite l'ufficio stampa di Palazzo Cernezzi- ritengo francamente censurabile questo episodio. Auspico che la situazione complessiva possa essere affrontata con grande senso di responsabilità da parte di tutti, in modo che fatti di questo genere non abbiano più a verificarsi e contemporaneamente non si registrino reazioni inopportune a tali provocazioni".

I fatti

L'episodio si è verificato martedì alle 21.30 al Chiostrino Sant’Eufemia a Como quando un gruppo, formato da 13 esponenti del Veneto Fronte Skinheads, è entrato nella sala al primo piano dove era in corso la riunione della rete. Una volta schieratisi intorno al tavolo hanno letto un comunicato che si è concluso con lo slogan “Basta invasione”. Successivamente hanno invitato i presenti a continuare pure a discutere su come rovinare la nostra Patria.
Qui il video di quanto accadutoepisodio ripreso dalla telecamera di Ecoinformazioni. 

Le indagini

Nel corso dell’evento, uno dei partecipanti all’assemblea ha effettuato delle riprese video che hanno consentito alla DIGOS di identificare quattro dei partecipanti. 
La Questura di Como sta indagando per identificare tutti i componenti dell’associazione “Veneto Fronte Skinheads” presenti. Tutti verranno deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di violenza privata.

Le reazioni

Numerosi altri gruppi politici hanno preso le difese del gruppo Como Senza Frontiere. I consiglieri comunali di Svolta Civica per Como, Maurizio Traglio, Barbara Minghetti e Vittorio Nessi hanno espresso sconcerto: "La speranza, al di là di strumentalizzazioni di sorta, è che chi agita bandiere xenofobe spacciandole per decisionismo, senza però far nulla di concreto per affrontare il problema migratorio, compia una seria riflessione su quanto accaduto. Lasciare correre questo episodio come se nulla fosse successo sarebbe un errore imperdonabile".
Per il gruppo consigliare Civitas, invece, si è trattato di un episodio "che lede in modo grave la tradizione di convivenza pacifica e la tolleranza della nostra città e che esprime la volontà di trasformare la solidarietà sociale e
l’impegno politico in un “campo di battaglia”.
Anche il segretario provinciale del PD di Como, Angelo Orsenigo, è intervenuto sull'episodio definendolo "di chiaro stampo xenofobo", aggiundo poi che "il tema della grande migrazione che sta avvenendo in questi anni dai Paesi del sud del mondo non si affronta certo in questo modo. Ma i primi a capirlo devono essere coloro che sono chiamati a gestire il fenomeno in città e solo dal loro esempio nessuno si sentirà più legittimato a compiere assurde azioni del genere”.

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