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"Ho chiesto di rimuovere il crocifisso per senso civico"

Pubblichiamo la lettera di Tommaso Novara, il giovane che ha chiesto e ottenuto che fosse rimosso il crocifisso nella sezione elettorale di San Fermo della Battaglia Tanto rumore per nulla. Premetto che non ero alla ricerca di notorietà...

Pubblichiamo la lettera di Tommaso Novara, il giovane che ha chiesto e ottenuto che fosse rimosso il crocifisso nella sezione elettorale di San Fermo della Battaglia

Tanto rumore per nulla.

Premetto che non ero alla ricerca di notorietà (difatti non sono stato io a cercare i media, ma sono stati i media a cercare me) né di pubblicità a favore di chicchessia, ho agito solo mosso da senso civico ed al fine di compiere il più alto dovere civico (il voto) in una situazione di regolarità.

Avrei fatto volentieri a meno di intervenire sulla questione, ma visto il polverone di polemiche (e di insulti) che si è scatenato voglio dire la mia.

Ho grande stima di Quicomo come media indipendente sul territorio Comasco e ne ho apprezzato più volte l'impostazione e la linea editoriale, tuttavia in questo specifico caso non condivido il taglio dato all'articolo, in particolare mi risulta antipatico venir etichettato come “il nipote di Rapinese”, quando ho 26 anni, (non 27) sono una persona adulta e pienamente in possesso dei propri diritti e delle proprie facoltà e conseguentemente quando agisco lo faccio in nome mio, in nome di Tommaso Novara e non in nome di terzi.

In otto anni di votazioni al seggio 3 di San Fermo della Battaglia non ho mai trovato il crocifisso appeso alla parete, eppure l'aula è sempre la stessa.

Evidentemente i precedenti Presidenti avevano sempre provveduto a rimuoverlo seguendo la linea dettata dalla sentenza della Corte d'Appello di Perugia del 10 Aprile 2006 che rileva: “l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore”.

Ad ogni modo il Presidente di seggio ha provveduto risolutamente alla regolarizzazione del seggio, e la votazione è proceduta senza intoppo o rallentamento alcuno, nella più totale regolarità.

Chi mi conosce sa che non sono un “comunista mangiabambini” (per la cronaca, ho votato Scelta Europea – Fermare il Declino) ne un simpatizzante musulmano o di ogni altra religione, sono un laico ed un laicista, convinto sostenitore della libertà di religione e di pensiero come diritti umani fondamentali.

Proprio a quei “cattolici” ricordo che la libertà di religione e la laicità dello Stato non solo possono andare d'accordo, ma addirittura sono strettamente collegate una all'altra.

Non esiste libertà di religione senza laicità dello Stato.

Voi che vi state tanto agitando in difesa del Cristo in croce finite troppo spesso per dimenticare i suoi insegnamenti: Cristo amava il prossimo, il diverso, ancor più di come amasse il proprio simile e lo accoglieva con amore e nel rispetto della sua diversità. Alla luce di questo mi domando cosa ne penserebbe il figlio del Signore dei vostri commenti carichi di insulti, astio ed indignazione nei confronti di un vostro concittadino che ha, civilmente, richiesto il rispetto di una norma costituzionale, ribadita anche da diverse sentenze della Magistratura.

Quanto è Cristiano il vostro odio verso il diverso? Quanto è Cristiano il vostro disprezzo di chi la pensa diversamente? A chi obietta che le nostre radici sono Cristiane rispondo che la Repubblica Romana è nata nel 509 a.C. e quindi ben prima del Cristianesimo ed è stata la prima forma d'unione geopolitica d'Italia. A quei tempi non vi era un solo Dio, ve ne erano molti, il principale era Zeus. Ora, qualcuno mi spieghi come mai non c'è la saetta simbolo di Zeus appesa ad ogni parete di ogni edificio pubblico. D'altronde le nostre radici sono Romane, prima ancora che Cristiane. Io non credo nel Dio Cattolico, cosi come non credo in nessun'altra entità soprannaturale, tuttavia rispetto il diritto degli altri cittadini Italiani (che sono cittadini tanto quanto me) di praticare la religione in cui credono. Allo stesso modo vorrei che i Cattolici rispettassero la mia libertà di non credere, o la libertà di altre persone di credere a religioni diverse dal Cattolicesimo.

Il rispetto di questa libertà si manifesta anche non volendo imporre ai liberi cittadini un simbolo in cui non si riconoscono.

Lo Stato è tanto vostro quanto mio, degli atei ed agnostici e di quei cittadini che appartengono ad altre Confessioni e quindi mi sembra sacrosanto (concedetemi in prestito questo termine) che in un seggio elettorale (che è spazio di tutti e dovrebbe essere neutrale) non vengano esposti simboli di questa o quella religione, tanto meno nel caso in cui ci siano partiti che il Crocifisso lo hanno all'interno del proprio simbolo.

Sarebbe stata tollerata una bandiera di un partito qualunque appesa sulla cabina elettorale? Evidentemente no.

Concludo facendovi notare che a prescindere dall'essere o meno d'accordo sul merito della questione la sentenza c'è e l'ha emessa la magistratura, non me la sono inventata io.

Io ho solo fatto rispettare un mio diritto, ho richiesto che venisse sanata una irregolarità di composizione d'arredo del seggio elettorale e che il Presidente, in qualità di Pubblico Ufficiale, ha accolto la mia richiesta.

Non l'ho mica tolto io il Crocifisso, non ho fatto alcun atto di forza o prevaricazione.

La democrazia domenica ha funzionato egregiamente, nel rispetto della Costituzione e della libertà di religione.

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