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Cronaca

Auto nelle acque del lago: chi è Ivano Ghidoni, l'uomo che si è tuffato per salvare tre persone

È un vigile del fuoco in servizio nella caserma di Milano Sardegna

Prima un rumore assordante, simile a quello di una frana. Pochi istanti dopo ha visto l'auto nelle fredde acque del lago di Como. Proprio in quell'istante ha capito che non c'era tempo da perdere. Letteralmente. "Mi sono tuffato e ho fatto tutto il possibile, ho portato fuori dall'abitacolo le tre persone che c'erano dentro". A parlare è Ivano Ghidoni, 46 anni il prossimo 9 gennaio, vigile del fuoco della caserma di Milano Sardegna. È stato lui - mentre era fuori servizio - il primo a intervenire nel pomeriggio di martedì 2 gennaio a Piona, frazione di Colico, nel lecchese, dove un'auto era precipitata nel Lago.

La tragedia si è consumata intorno alle 16.10 non lontano dall'abbazia, nel tratto di strada che viene utilizzato anche come parcheggio. Per il momento non è ancora chiara l'esatta dinamica del sinistro, sul caso sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri, ma non è escluso che l'incidente sia stato innescato da una manovra sbagliata.

Perché lo ha fatto?

"Perché lo faccio di lavoro. Ero insieme a mia moglie (medico anestesista) e siamo stati i primi ad arrivare. Non sapevo se c'erano delle persone nell'abitacolo. Non potevo aspettare, non potevo attendere che qualcuno mi dicesse che nell'auto non c'era nessuno".

Non ha avuto paura?

"In questi momenti si pensa solo a fare la cosa più corretta. Però sì, ho avuto qualche attimo difficile. Mentre stavo tirando fuori la terza persona ho pensato che non ce l'avrei fatta".

In che senso?

"Mi mancava il fiato. In quel momento ho temuto anche per la mia incolumità. Poi mi sono concentrato e ho continuato a lavorare. Ho portato tutte e tre le persone sul fondo della macchina ribaltato, lì mia moglie ha iniziato con le manovre di rianimazione".

Poi sono arrivati i soccorsi...

"Sì, appena sono arrivati i soccorritori ci siamo fatti giustamente da parte. Il nostro lo avevamo fatto".

Le hanno fatto i complimenti?

"Sì, sì c'è stata molta solidarietà a partire dai colleghi arrivati sul posto. Poi mi hanno chiamato i comandanti di Lecco e di Como, oltre al mio (Nicola Micele, ndr). Mi ha fatto molto piacere. Purtroppo sono dispiaciuto perché c'è stata una vittima. Avrei preferito ricevere i ringraziamenti perché erano salvi tutti e tre. I miei pensieri vanno ai parenti della vittima. Non ci sono parole per comprendere il dolore che stanno provando".

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