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L'altra faccia dei fuochi di San Giovanni sono gli animali morti di paura

Le riflessioni

Si potrebbe fare finta di nulla e godere solo del ricordo di questa festa riuscita. Un momento di gioia per i cittadini e i turisti, accorsi numerosissimi. Un successo per il territorio e i comuni. Ma in questo trionfo e dietro le bellissime immagini che da oggi girano sui social e nelle redazioni dei giornali c'è però un altro aspetto da considerare e che non si può tacere, e che rende un po' meno bella la serata di San Giovanni sul Lago di Como.

Parliamo delle centinaia (se non migliaia) di animali terrorizzati e di quelli morti di paura. Non intendiamo solo cani, gatti e animali così detti d'affezione ma tutti quelli che popolano il lago. Lo stesso lago che ieri sera risplendeva di colori, per volatili, cigni, uccelli e persino pesci è stato un luogo di morte. 40 interminabili minuti scanditi da botti mortali, fino a far scoppiare il cuore. Lo scorso settembre la cittadina Marialuisa Righi aveva aperto una raccolta firme (QUI IL LINK) per impedire i fuochi sul lago, spiegando molto bene le motivazioni che in realtà sono sotto gli occhi di tutti. In fondo è questione di scelte. Ma è davvero impossibile rispettare la tradizione senza creare tanto dolore? Nel 2023 non si potrebbe trovare un'alternativa?  Lo stesso sindaco di Tremezzina aveva dichiarato guerra ai fuochi d'artificio, sembra paradossale, ma proprio dove ieri ne sono stati sparati 10mila, si è cercato di mettere qualche regola e di limitare i giochi pirotecnici, vista l'ascesa del lago di Como e delle sue ville, dove si moltiplicano manifestazioni, feste, matrimoni a suon di botti. 

Scrive Adria Bartolich, candidata sindaca di Como nelle scorse elezioni: "Immaginate i fuochi di San Giovanni con una distesa di lanterne luminose sul lago, un’orchestra che suona musica classica sull’isola e tante barche a remi silenziose sull’acqua. I pesci felici, gli uccelli pure e tutti gli altri animali sulla riva anche. Basta un piccolo sforzo di fantasia e invece di sparacchiare come una tribù di predoni del deserto ci sarebbe uno spettacolo altrettanto bello e molto meno dannoso (e anche meno burino, se dobbiamo dirla tutta)".

"C'è qualcosa di miserando nello sguardo spalancato sul caos del cielo, mentre l'Isola trema e i cuori di leprotti, scoiattoli, ghiri, volpi rondoni merli e altre creature del cielo e della terra, scoppiano di paura. Pena e un sottile disgusto per chi prova piacere in spettacoli dove il terrore colpisce altri esseri viventi, molto spesso più intelligenti di quegli esseri morenti che applaudono i botti quasi fosse l'unico modo per "sentire" ancora qualcosa... Perché nel silenzio si perdono. Anime morte". Marialuisa Righi

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