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Martedì, 30 Aprile 2024
Coronavirus

Antonella, Giada, Alberto, Sofia, Federico: i nuovi "prigionieri" asintomatici al tempo del covid

Antonella non sa ancora se domani riuscirà ad andare al lavoro

Dopo aver raccolto la testimonianza di Daniele e Mary, prigionieri in casa per tutte le feste perché non riuscivano a prendere appuntamento per il tampone che avrebbe sancito la loro negativizzazione dal covid e quindi la loro ritrovata libertà, siamo stati sommersi da mail e messaggi dove in tantissimi, da Como e provincia ci avete raccontato la vostra storia. Tutte le persone che sono rimaste bloccate dopo essere entrate nel sistema di tracciamento e di tamponatura che abbiamo sentito fortunatamente hanno preso il covid in forma leggerissima e asintomatica. Ma non è stato facile uscire dall'impasse burocratico, anzi ci sono ancora dentro.  

Cominciamo da Antonella di Lambrugo, mamma di tre figli, moglie e lavoratrice. Tutto ha inizio il 10 dicembre quando nella classe di Sofia, la sua bimba che frequenta la 5° elementare a Lambrugo, viene rilevato ha un caso di covid. Il 13 dicembre, per la cronaca, la scuola di Lambrugo sarà chiusa un po' in anticipo rispetto alle vacanze di Natale per i troppi casi. Tutti i contatti stretti di Sofia, quindi la famiglia, vengono segnalati e dopo il molecolare sono risultati tutti positivi. Fino a qui le cose hanno funzionato piuttosto normalmente. Ma dal primo molecolare in avanti le cose si sono alquanto complicate. Ci spiega Antonella: "Per me è stato particolarmente difficile con tre figli. Sofia ha 10 anni, Federico 6 e Daniele, che ha la sindrome di Down, ne ha 7. Non ho avuto comunque nessun supporto e siamo finiti in un limbo".  

Sofia non viene più contattata da Ats o da chicchessia per il fine isolamento. Antonella comincia a telefonare ma risponde sempre la segreteria o addirittura una voce che le dice che il numero non è attivo. Il medico di base riesce a fare la segnalazione. 

"Sofia il 27 dicembre fa il tampone di fine isolamento, ma il risultato non arrivava mai. Supponiamo, ma nessuno ci ha mai detto niente, che sia andato perso il fascicolo. All'alba del 30 dicembre mio marito, Alberto, viene chiamato per fare il tampone molecolare a Como il 31 dicembre: risulta negativo". 

 "Liberato" il marito restavano ancora lei e i tre bimbi completamente abbandonati. Il 2 gennaio scadono i 21 giorni di isolamento per Sofia. "A quel punto il tampone non era più necessario, allora scrivo per avere il certificato di fine isolamento che mi arriva con data 27 dicembre, esattamente il giorno in cui aveva fatto il tampone il cui esito non è mai arrivato".  

"Il 4 gennaio 2022, dopo più di 20 giorni in casa essendo trascorsi i tempi di isolamento volontario mi sono autonomamente recata al punto tamponi di Cantù con i fogli di inizio isolamento che Ats aveva mandato via SMS a suo tempo perché ne io ne i miei figli Daniele e Federico avevamo avuto più notizie ... ci fanno il tampone".  

Tutto è bene quel che finisce bene? No, perché dopo il tampone (negativo per tutti) non è ancora arrivato il green pass che è poi ciò che serve a Antonella per andare a lavorare dopo quasi un mese di assenza. In pratica, spiega Antonella, non hanno caricato le guarigioni pertanto ad oggi sono senza certificazione verde. Antonella è riuscita a scaricare il certificato di fine isolamento ma serve il green pass.  

Domani, 10 gennaio dovrebbe andare a lavorare. Ha due dosi di vaccino, è guarita dal covid ma se non riuscirà ad ottenere il green pass sarà ancora, dopo quasi un mese, bloccata e così i suoi figli. "Considera anche che un bimbo disabile ha molto bisogno della socializzazione e di continuare il percorso educativo. Per quasi un mese non ha potuto frequentare la scuola o le attività che erano state organizzate nel periodo delle feste". 

"A Lambrugo, spiega Antonella, tante persone si sono trovate nella mia condizione, abbiamo creato una sorta di gruppo di supporto, ma la situazione è davvero difficile e intricata..." 

Giada 21 anni: "Sono chiusa in casa dal 18 dicembre"

Anche la storia di Giada, 21 anni di Caslino vale la pena di essere raccontata. Giada era andata all'ospedale di Tradate per un mal di stomaco persistente. Voleva fare degli accertamenti. In quell'occasione le sono stati fatti due test covid rapidi e sono risultati positivi. Le è stato quindi fatto un molecolare e il giorno dopo le hanno comunicato che anche quello era positivo.  

"Dopo 10 giorni ho chiamato Ats per fissare il tampone di fine isolamento: mi hanno detto che dovevo farlo tramite la mia dottoressa, la quale mi ha poi detto che dovevo fare tramite Ats. Dopo qualche giorno la dottoressa mi ha detto che avrebbe prenotato lei: era il 28 dicembre, non ho più sentito nessuno. Forse dovrei recarmi autonomamente ad un centro tamponi, oramai sono passati più di 21 giorni e sono sempre stata asintomatica: il punto è che non mi hanno mandato il certificato di fine isolamento e non so cosa fare". 

Sappiamo molto bene che la situazione che si trova a fronteggiare Ats così come le altre Asl in Italia e in Lombardia è molto difficile e che stanno tentando di sbrogliare questa matassa con grande sforzo degli operatori sanitari e non solo. Queste però sono testimonianze di persone ( ce ne sarebbero molte altre) che si sono trovate in balia di un sistema che non è stato in grado di supportarli. Sperando di essere d'aiuto, riportiamo a questo link le ultime indicazioni di Ats Insubria sulle quarantene

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