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Camerlata Via Santi Brigida e Respaù

Siringhe, furti e maniaci a Camerlata: andare alla Spina Verde adesso fa paura. Esposto in procura

Tornano i tossici e il degrado "anni 80" sul sentiero: numerose segnalazioni

Da qualche mese a questa parte sul sentiero per la Spina Verde che parte da Camerlata e che porta al Castel Baradello, al Parco Rimembranze e alle baite immerse nel verde, è tornato il degrado in stile anni 80. Spaccio di droga e tossicodipendenti sono tornati a farla da padroni lungo quelle prime decine di metri del sentiero, su cui si affaccia l'ingresso dell'edificio abbandonato G. B. Grassi, diventato vera e propria base di spaccio (e consumo) di droga. E non si parla di qualche spinello, ma di sostanze stupefacenti assunte con siringhe, sistematicamente abbandonate lungo il sentiero. La situazione è tale da avere indotto il direttore del Parco Regionale della Spina Verde, Vittorio Terza, a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. L'esposto è stato presentato lo scorso 15 maggio, dopo che alle forze dell'ordine erano giunte già alcune segnalazioni di episodi di spaccio. In un mese, però, nulla è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata. Si è registrato il furto di un'auto posteggiata nel tratto prima della sbarra d'accesso al parco e un episodio di atti osceni: una famiglia si è imbattuta in un uomo con i calzoni abbassati. 

Sentiero della Spina Verde a Camerlata frequentato da tossici e spacciatori

Spacciatori e tossici

Fulcro di questa situazione di degrado è l'area su cui sorge il G. B. Grassi, il cui cancello di ingresso (sistematicamente forzato da spacciatori e tossici) si trova sulla sinistra pochi metri dopo che si è intrapreso il sentiero Santi Brigida e Respaù. Fuori da quel cancello, proprio lungo il sentiero, è tornata ad essere cosa frequente trovare siringhe o addirittura tossicodipendenti intenti a bucarsi. E' una situazione che riporta alla mente quella che regnava nella zona quando a Camerlata c'era il Sert e numerosi tossicodipendenti frequentavano quel sentiero lontano dagli occhi indiscreti. All'interno dell'edificio nascosto dalla vegetazione si ritroverebbero alcuni spacciatori, per lo più extracomunitari, in attesa di acquirenti.
Da alcuni anni, però, quel sentiero era tornato ad essere frequentato da molte persone e famiglie dirette ai boschi della Spina Verde o a qualche baita dislocata lungo i percorsi che si snodano tra Como e San Fermo della Battaglia. 

Il grido d'allarme: l'esposto in Procura

Alla Procura della Repubblica di Como è stato presentato un esposto del Parco della Spina Verde in cui si spiega che "accade ora che, all’inizio della strada di accesso, lungo il sentiero 10 del Parco nel punto meglio segnalato nella mappa che si allega, si sia formato negli ultimi mesi un problema di ordine pubblico e sicurezza poiché è frequente incontrare persone che approfittano dei pochi minuti di lontananza dalla trafficata piazza Camerlata per quelle che appaiono come attività di spaccio". L'esposto si conclude chiedendo l'intervento delle autorità "per assicurare le condizioni di utilizzo in sicurezza dell’area e del sentiero da parte dei turisti, degli escursionisti e della popolazione".

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