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Sabato, 20 Aprile 2024
Sport Cantù

Nicolò Caimi, onde rock su Rolling Stone

Il canturino campione di wakeboard si racconta sulle pagine dello storico mensile

Il popolare mensile Rolling Stone ha dedicato un lungo reportage a Nicolò Caimi, popolare campione canturino di wakeboard. "In equilibrio tra le onde e gli alligatori", così titola l'articolo in cui si racconta uno sport molto popolare sul lago di Como, le cui acque Nicolò conosce bene fin da quando aveva solo tre anni, anche se il suo futuro era già scritto. Il destino, infatti, vuole che il wakeboard sia nato nello stesso anno in cui Nicolò vede la luce: il 1996. 

Nicolò a soli 12 anni inizia a gareggiare e la sua vita, come racconta a Rolling Stone, prende un asvolta: «Un po’ di titubanza in casa, soprattutto da parte dei nonni, era comprensibile. Pochi mesi prima che nascessi, mio zio era morto in un tragico incidente, mentre faceva sci nautico. Alla fine, però, la passione ha vinto sulla paura, e i risultati sono arrivati presto». Ma come in tutte favole dello sport, c'è sempre un "mostro" dietro l'angolo: «Mi sono disintegrato un ginocchio poche settimane dopo aver trionfato agli Europei. Capsula, menisco, legamenti: quando i medici mi hanno comunicato che secondo loro non sarei tornato a fare wakeboard, mi è crollato il mondo addosso. Mi hanno detto che, se avessi subito un altro infortunio allo stesso ginocchio, mi sarei potuto scordare persino il calcetto con gli amici». Ma poi tutto passa e non lo fermano nemmeno gli alligatori e gli squali del Messico.

Nicolò Caimi vola dalla sua Cantù negli Stati Uniti e si dedica solo alla sua specialità mettendo in difficoltà già alla prima gara campioni affermati come Rusty Malinoski: «Sono un tipo che non sopporta perdere - racconta ancora Caimi a Rolling Stone - qualsiasi cosa faccia. Fin da piccolo, con la nazionale, quando sciavo male, ero inavvicinabile». Ma il richiamo delle radici, nonostante le molte soddisfazioni che gli continua a regalare il wakeboard, è ancora forte: «I miei genitori mi hanno sempre insegnato che lo sci è bello fino a quando è un divertimento. Quindi proseguo, mi alleno duro e rispondo alle convocazioni in azzurro, ma nel frattempo ho iniziato a lavorare nel mobilificio». Un quadro di sport e vita che ha tutta l'aria di poter essere un bell'esempio per molti giovani. 

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