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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Basket, tutti i problemi della Vitasnella Cantù

La sconfitta di domenica della Vitasnella Cantù contro Torino ha fatto scattare molti dubbi e perplessità nei tifosi brianzoli. I problemi della squadra al momento sono sicuramente molteplici, qualcuno che pesa di più, altri di meno. Alcuni...

La sconfitta di domenica della Vitasnella Cantù contro Torino ha fatto scattare molti dubbi e perplessità nei tifosi brianzoli. I problemi della squadra al momento sono sicuramente molteplici, qualcuno che pesa di più, altri di meno. Alcuni puntano il dito contro coach Bazarevich, perché effettivamente la squadra non sta attraversando un bel momento sia offensivamente (nonostante Cantù segni 80.9 punti a partita), sia difensivamente, anche se quest’ultima non è una grande scoperta: i canturini infatti sono la terza peggiore difesa del campionato (80.3). Al neo coach della nazionale russa viene imputato il fatto che, nonostante l’organico sia migliorato in maniera esponenziale, il gioco fluisca meno di prima e qualcuno rimpiange Fabio Corbani, che bisogna ammetterlo faceva giocare una grande pallacanestro offensiva, con il “poco” che aveva. Ma addossare tutte le responsabilità all’allenatore russo sarebbe ingiusto oltre che sbagliato. E’ innegabile che fare girare una squadra non è assolutamente così automatico, figuriamoci quando negli ultimi due mesi cambiano 4/5 del quintetto, visto che l’unico superstite è Abass. Hodge, Ukic, Fesenko e Johnson hanno preso il posto di Hall, Haslip (ancora nel roster ma da sesto uomo), Ross e Bergreen. Uno legge i due quintetti e dice che il primo si mangia il secondo, e questo è fuori discussione. Il problema vero è che però non si può pensare di costruire una squadra in nemmeno due mesi, per chi ha giocato o allenato pallacanestro, questo concetto è chiaro. basket-cantu-vitasenlla-varese-gen16La panchina è corta, ma è ovvio che con un 3+4+5 o 5+5, gli italiani sono comunque indispensabili (per fortuna) e hanno bisogno di giocare anche per fare investimenti sul futuro. Gerasimenko settimana scorsa ha parlato di mercato libero: è vero sarebbe sicuramente intrigante a livello di spettacolo, ma a quel punto che fine farebbero tutti i settori giovanili?

Ora prendiamo i singoli giocatori, partendo dal playmaker Ukic: Roko è uno che legge i pick and roll come pochi se ne sono visti negli ultimi anni a Cantù e forse in Italia; nell’ultima partita ha preso 10 tiri, sicuramente troppi per uno come lui che dovrebbe pensare per lo più a smazzare la palla. Hodge è un individualista, un Johnson-Odom per intenderci, vede molto il canestro e gli piace correre, però quando si tratta di ragionare ha qualche limite evidente, dunque si fa fatica a farlo giocare sia da play che da guardia. Il suo ruolo giusto sarebbe probabilmente quello del sesto uomo, cioè del giocatore che ti esce dalla panchina e ti cambia la partita. C’è invece ben poco da dire sul giovane capitano Abass: ad inizio stagione aveva il 50% delle responsabilità dell’attacco canturino, ora si sta adattando alla nuova squadra e come disse di lui Corbani: “se riesce a prendere i suoi 8/9 rimbalzi a partita la sua carriera cambia”. vitasnella-sassari-12ott15Per quanto riguarda Johnson probabilmente il discorso è più complesso: giocatore con mezzi atletici incredibili, forse più di tutti ha “sofferto” l’arrivo del suo compagno di reparto Fesenko. Ha talento il ragazzo e non lo si scopre certo ora, però tutti si saranno accorti che il suo rendimento è nettamente calato con l’arrivo del lungone ucraino. Per lui ora ci sono meno spazi, è vero anche che il suo tiro dalla media è crollato in percentuali, ma se ben ricordate con Bergreen andava nettamente meglio perché l’americano era molto meno ingombrante di Fesenko e tante volte Johnson aveva un quarto di campo per potersi giocare l’uno contro uno. Fesenko invece è uno di quei giocatori per cui si può perdere la testa, grosso come nessuno forse in serie A ma agile come pochi. Il problema vero è che con uno come lui in campo il gioco va abbassato di ritmo e con gente come JJJ, Hodge e Abi non è proprio un affare. Insomma i risultati tardano ad arrivare - ma probabilmente è normale che sia così - e i mugugni si sprecano. Forse una soluzione per poter migliorare le cose potrebbe essere quella di riproporre Haslip in quintetto e Hodge in uscita dalla panca. Ma anche questa non sarebbe una mossa che ti fa rivoltare come un calzino la squadra, però potrebbe essere un tentativo da fare. E’ vero anche che la panchina pecca di esperienza, Tessitori e Wojciechowski sono ancora poco scafati, ma una grossissima mano la possono dare con minuti di qualità. Per quanto riguarda il mercato, Cantù ha ancora a disposizione due comunitari: Gerasimenko ha detto che non vuole forzare la mano, ed ha ragione, e prendere solo chi può rappresentare un buon affare per la rosa. Però ora arriva il momento caldo del campionato, ci saranno partite importanti che diranno se la Vitasnella entrerà o no nei playoff e già a Brindisi domenica prossima sarà fondamentale portare a casa i due punti per poter continuare a sperare.

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