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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Villa Giulia, il capolavoro tra i due rami del lago di Como

Magia e sobrietà dello stile neoclassico a Bellagio

Quello tra il lago di Como e le sontuose ville che vi si affacciano è un binomio riconosciuto in tutto il mondo. Se parliamo poi di Bellagio, perla lariana dove troviamo quel gioiello di Villa Melzi con il suo incredibile parco botanico, ecco che tutto acquista ancora più luce e vanità. Qui dove la bellezza è di casa, qui dove gli americani hanno trovato l'America, cercando poi di esportarla a Las Vegas, il fascino antico del lusso conserva tracce indelebile. Come ad esempio la magnificente Villa Giulia, residenza caso più unico che raro, si affaccia sui due rami del lago, estendendo i suoi giardini a perdita d'occhi. Salendo dalla scalinata che inizia dalle Darsene di Loppia, altro angolo assai suggestivo di Bellagio, si arriva a un immenso prato verde da dove in fondo si scorge un lato di Villa Giulia.  

darsene loppia mp

Villa Giulia, in precedenza nota anche come Villa Zina, è una residenza storica situata nel comune di Bellagio, più precisamente nella frazione di Regatola. Il suo immenso parco, di oltre 20 ettari, si affaccia su entrambi i rami del lago di Como ed è per questo considerata una delle ville più belle del Lario. La proprietà comprende anche l'antica Villa Ciceri, risalente al 1500 e situata nell’uliveto di Villa Giulia. L'edificio, a tre piani, fu edificato in stile neoclassico con una struttura sobria ed equilibrata, con il piano nobile caratterizzato da ampie finestre timpanate. Dal corpo centrale, con fascia inferiore a bugnato, si dipartono due ali le cui decorazioni riproducono i motivi architettonici del nucleo principale.

darsene loppia scalinata mp

In posizione rialzata rispetto alla penisola di Bellagio, la villa si affaccia su entrambi i rami del lago con un effetto di doppia prospettiva che fu reso possibile da imponenti lavori. Per raggiungerla occorre percorrere una scala in pietra, la cosiddetta scalotta, che dalle darsene di Loppia, a fianco di villa Melzi, con ottocento gradini conduce fino a un giardino all'italiana con fontana. Il tetto è decorato da un festone a ringhiera con ornamenti in pietra. L'altra facciata della villa si apre su di un altro giardino all'italiana con aiuole geometriche e bossi. Il resto del giardino è caratterizzato da essenze esotiche e prati all'inglese. Quello che era l'antico frutteto, a fianco delle scuderie, è divenuto nel tempo un uliveto.

villa giulia 3 mp

Notizie storiche

Eretta sul finire del XVIII secolo dal conte Pietro Venini nel luogo su cui sorgeva la casa di villeggiatura della famiglia Camozzi, fu definitivamente completata nel 1806 e dedicata allo moglie di questi, Giulia. Importanti modifiche paesaggistiche avevano compreso anche lo spianamento di alcune zone circostanti l'edificio. Un grande impegno economico e diversi anni di lavoro consegnavano a Pietro Venini una villa straordinaria, dalla doppia facciata, una per ogni ramo del lago, e dall'ingresso scenografico che partendo dalla scalinata del borgo di Loppia, lentamente ascendeva alla villa. Così Balbiani sintetizzava nel 1877 quanto fatto per l'edificazione della villa: "Questo bel tratto di pianura che il ramo di Lecco e quello di Como or congiunge, era altre volte sito incolto, disavvenevole, solingo, ove appuntavansi greppi e dirupi, si adimavan valli, si spaccavan burroni. Don Pietro Venini, di qui natio, avendo raccolto smisurate ricchezze, volle con nobile divisamento questa villa edificare, onde que' luoghi stessi che veduto aveano i suoi modesti natali fossero partecipi essi pure della sua cangiata fortuna". 

villa giulia 2 mp

Dai Venini la villa passò per breve tempo a Leopoldo I, re del Belgio, vero appassionato del Lario, che tuttavia non frequentò assiduamente la proprietà, a causa dei molti impegni politici. Nel 1865, alla morte del sovrano, la villa venne nuovamente venduta e divenne per pochi anni un albergo di lusso. In quel periodo fu visitata da un facoltoso banchiere polacco, il barone Gay, che cercando un luogo particolarmente mite ove potesse risiedere la moglie, ammalata da tempo di tisi, decise di acquistarla. Dopo la morte della consorte, travolto dal dolore e forse anche da vicende politico-economiche, Gay vendette la villa al nobile romeno Enrico Kirakirschen da cui poi giunse all'attuale proprietà. Dalla metà degli anni venti del novecento appartiene al Cavalier Bonecchi, industriale milanese. 

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