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La storia dei comballi, le antiche imbarcazioni del Lago di Como

Il relitto del comballo di Piona giace in fondo al Lario

La storia del comballo di Piona, relitto che riposa a 27 metri sul fondo del nostro lago, all'ingresso della baia, con tutto il suo carico, è stata raccontata al museo della Barca Lariana. Di questo comballo si sono salvate due pentole, una focina, un paio di curài e il rampàll. Grazie al grande sub Rinaldo Marcelli  che le ha recuperate in fondo al Lario

Nei secoli passati il lago di Como ha rappresentato una straordinaria via di comunicazione su cui viaggiavano barche di ogni dimensione, per scopi commerciali, di lavoro ma anche militari, in collegamento tra le sponde e le estremità del Lario. L'imbarcazione più comune era il Batel usato per la pesca, era sormontato da tre cerchi su cui veniva tesa una coperta, per riparare i pescatori dalla pioggia e dal sole cocente. Oggi questa barca è nota col nome Lucia perchè in un episodio del famoso romanzo del Manzoni la protagonista la usa per fuggire. Accanto alle tante piccole barche da pesca navigavano grosse imbarcazioni a vela adibite a trasporto merci: le Gondole lariane e i Comballi.

Le Gondole lariane erano grandi imbarcazioni di legno, dotate di albero, vela romana e timone; la lunghezza variava dai 12 ai 28 metri, la larghezza dai 3 ai 7 metri, la portata variava dai 150 ai 1000 quintali di merce, archi di legno permettevano di coprire con un telone gran parte della barca, per proteggere dalle intemperie la merce trasportata. Il Comballo era diverso dalla gondola, molto più spartano e squadrato, portava fino a 1200 quintali, era l'imbarcazione più grande del lago di Como; aveva l'albero con vela romana, il timone somigliava ad un grosso remo, posto lateralmente a poppa; nella parte posteriore una piccola cabina chiamata tem, accanto solo un paio di cerchi per coprire una piccola porzione della barca, mentre il resto era scoperto in quanto trasportava abitualmente pietre e legname: materiale che non necessitava riparo dalla pioggia.

Alla fine dell'Ottocento si svilupparono i collegamenti ferroviari, e nel Novecento iniziò l'epoca degli automezzi: le vie terrestri soppiantarono gradualmente le vie d'acqua. Gondole e comballi, oramai inutili, vennero sostituite da automobili e camion. Oggi restano sul lago di Como solo due gondole: la Giulia e la Rosina, proprietà della famiglia Barindelli, ormeggiate nel molo di Loppia. Con le grandi barche scomparve anche l'abilità di costruirle e di saperle guidare seguendo i venti: un mondo esistito per secoli si è dissolto in pochi decenni.

Fonte: Cento gondole lariane di Lucia Sala New Press Edizioni.

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