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Le 7 mostre da non perdere in Lombardia

Da Van Gogh a Picasso, da Toulouse-Lautrec a Kiefer, da Guttuso a Warhol, tutto quello che c'è da vedere

A Como le Grandi Mostre sembrano ormai un ricordo del passato, con Villa Olmo sempre in attesa di un futuro. Qualche settimana ne abbiamo scritto un questo articolo che faceva il punto della situazione in città. L'unico evento d'arte con un respiro internazionale è ancora Miniartextil, che chiuderà domenica 17 novembre dopo aver registrato un altro successo di presenze. In Lombardia non mancano però mostre davvero imperdibili- Noi ne abbiamo scelte sette tra le più interessanti da visitare in giornata tra Milano, Monza, Varese, Bergamo e Brescia. Capolavori della pittura ma anche grandi installazione permanenti. 

1 . Da Van Gogh a Picasso (Palazzo Reale, Milano)

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L'esposizione rappresenta un viaggio cronologico che parte dall'Impressionismo e arriva alle avanguardie del primo Novecento: fino all'1 marzo 2020 oltre 40 dipinti dei più grandi maestri della storia dell'arte, da Manet e Cézanne a Renoir, Gauguin, Monet, Degas , Van Gogh e PicassoPalazzo Reale ospita il Guggenheim di New York È la prima volta che questi capolavori arrivano in Europa: dopo la prima tappa al Guggenheim di Bilbao e la seconda all’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence, Palazzo Reale a Milano rappresenta la tappa conclusiva della mostra, dopo la quale le opere ritorneranno a New York. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, la mostra è dunque un’occasione unica e irripetibile per ammirare lavori di eccezionale qualità di grandi maestri della pittura europea sinora mai esposti fuori dagli Stati Uniti. La mostra è curata da Megan Fontanella, curatrice del Guggenheim di New York, e contiene opere provenienti dalla collezione che Justin K. Thannhauser donò nel 1963 al museo Solomon R. Guggenheim di New York.

2 . I Sette Palazzi Celesti (Hangar Bicocca, Milano)

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Nel settembre 2015 Pirelli HangarBicocca ha aperto al pubblico una nuova installazione site-specific di Anselm Kiefer. Curato da Vicente Todolí, l’allestimento è un ampliamento de I Sette Palazzi Celesti, opera permanente concepita e presentata per Pirelli HangarBicocca nel 2004 da un progetto di Lia Rumma. Cinque opere pittoriche di grandi dimensioni, prodotte tra il 2009 e il 2013, formano insieme alle sette “torri” – oggi rese percorribili al pubblico – un’unica installazione dal titolo I Sette Palazzi Celesti 2004-2015. Le cinque grandi tele – Jaipur (2009); due opere della serie Cette obscure clarté qui tombe des étoiles (2011); Alchemie (2012); Die deutsche Heilslinie (2012-2013) – sono esposte nello spazio delle “Navate” che accoglie l’installazione permanente, conferendo un nuovo significato al capolavoro di Anselm Kiefer. Le tele richiamano infatti alcuni temi già presenti ne I Sette Palazzi Celesti – le grandi costruzioni architettoniche del passato come tentativo dell’uomo di ascendere al divino e le costellazioni rappresentate attraverso la numerazione astronomica – e aggiungono inoltre alcune riflessioni centrali nella poetica dell’artista, quali la relazione tra uomo e natura, i riferimenti alla storia del pensiero e della filosofia occidentale.

3 . Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori (Fondazione Prada, Milano)

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“Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori", fino al 13 gennaio 2020,  è un progetto espositivo concepito da Wes Anderson e Juman Malouf. Organizzata in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la mostra riunisce 538 opere d’arte e oggetti selezionati dal regista cinematografico Wes Anderson (Houston, 1969) e dall’illustratrice, designer e scrittrice Juman Malouf (Beirut, 1975) e provenienti da 12 collezioni del Kunsthistorisches Museum e da 11 dipartimenti del Naturhistorisches Museum di Vienna. Il titolo della mostra rende omaggio a una delle opere esposte, il sarcofago di Spitzmaus, una scatola di legno egiziana che contiene la mummia di un toporagno del IV secolo a.C..

4 . Toulouse-Lautrec. La Vilel Lumière (Villa Reale, Monza)

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Le prestigiose sale della Villa Reale di Monza, ospitano fino al 6 gennaio 2020 150 opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene per celebrare il percorso artistico di uno dei maggiori esponenti della Belle Époque: Henri De Toulouse-Lautrec (1864-1901). Parigi, fine Ottocento: la vita bohémienne, gli artisti di Montmartre, il Moulin Rouge, i teatri, le riviste umoristiche, le prostitute. É questo l’accattivante mondo di Toulouse-Lautrec, genio che divenne noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e i ritratti di personaggi che hanno segnato un’epoca rimanendo ben impressi nell’immaginario collettivo. Manifesti, litografie, disegni, illustrazioni, acquerelli, insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca riscostruiscono uno spaccato della Parigi bohémienne, riportando i visitatori indietro nel tempo. Tra le opere più celebri presenti in mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) diventati emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini dell’aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautrec.

5 . Renato Guttuso (Villa Mirabello, Varese)

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Fino al 6 gennaio 20020 ai Musei Civici di Villa Mirabello “Renato Guttuso a Varese, la mostra di Renato Guttuso, a cura di Serena Contini. Le opere, organizzate in nove sezioni, vanno dalla Natura morta. Barattoli del 1966, passando per l’autoritratto (L’Atelier) del 1975, per arrivare a Il sonno della ragione genera mostri del 1980, dipinto in occasione della strage di Bologna. La mostra si chiude con l’opera simbolo di Guttuso: quella Spes contra spem del 1982, vero e proprio manifestob  e “summa della poetica dell’artista”, già esposta in sedi prestigiose come Roma a Castel S. Angelo, New York e Palazzo Reale a Milano. Una tela di considerevoli dimensioni di tre metri per tre e cinquanta ove si scorge tutta l’importanza dell’esperienza varesina. Un’opera in cui si evince l’influenza delle atmosfere del territorio della città di Varese, dove venne dipinta, e dove Guttuso ebbe modo di frequentare, tra gli altri, intellettuali come Guido Piovene, Dante Isella, Piero Chiara, Angelo Frattini, Vittorio Tavernari.

6 . Avremo anche giorni migliori. Zehra Doğan (Museo Santa Giulia, Brescia)

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Per la prima volta in Italia, nella cornice del Museo di Santa Giulia, una personale dell’artista e giornalista curda Zehra Doğan (Diyarbakir, Turchia, 1989). “Avremo anche giorni migliori – Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche” è un progetto originale curato da Elettra Stamboulis e costituisce la prima mostra di impianto critico curatoriale dedicata all’opera della fondatrice dell’agenzia giornalistica femminista curda “Jinha” e sarà aperta al pubblico da sabato 16 novembre 2019 al 6 gennaio 2020.  L’arte di questa artista si interseca e intreccia con la vicenda personale e, inevitabilmente, con i drammatici eventi politici della più stringente attualità. La mostra fa luce sulla sua poetica, affrontandone le tematiche e i motivi ricorrenti, evidenziandone la complessità linguistica e mostrando l’ampia gamma di supporti e tecniche utilizzate per produrre opere d’arte: oggetti inconsueti, estremamente fragili, ma di grande potenza espressiva. Il percorso espositivo concepito da Elettra Stamboulis riunisce circa 60 opere inedite, tra disegni, dipinti e lavori a tecnica mista, che interessano tutto il periodo della detenzione dell’artista nelle carceri di Mardin, Diyarbakir e Tarso, dove Zehra è stata rinchiusa per 2 anni, nove mesi e 22 giorni con l’accusa di propaganda terrorista per aver postato su Twitter un acquarello tratto da una fotografia scattata da un soldato turco.

7 . Libera, tra Warhol, Vedova e Christo (GAMeC, Bergamo)

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Le sale della Galleria ospiteranno Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo, secondo progetto del ciclo La Collezione Impermanente, la piattaforma che dal 2018 si propone di fare della Collezione del museo uno strumento di attivazione di memorie e di coinvolgimento del pubblico attraverso l’utilizzo di format espositivi innovativi. Trasferita al Comune di Bergamo per volere del Segretariato Regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia, la raccolta confiscata sarà messa per la prima volta in dialogo con importanti opere della Collezione della GAMeC,e presenterà una ricca selezione di opere di alcuni tra i più celebri artisti internazionali della seconda metà del Novecento – Jean Arp, Alberto Burri, Christo, Jean Fautrier, Hans Hartung, Sol LeWitt, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Ettore Spalletti, Emilio Vedova, Andy Warhol, Wols, per citarne alcuni –, celebrando la libertà creativa e l’emancipazione dell’arte dai vincoli della tradizione.

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