Como, lettera denuncia di un papà di un bimbo autistico: la burocrazia "vieta" l'educatrice volontaria al centro estivo
Riceviamo e pubblichiamo la segnazione di un papà di un bambino autistico. Una questione che mette a fuoco solo uno delle tante difficoltà di chi ogni giorno deve convivere e affrontare tutte le difficoltà di una sindrome che ancora molti non conoscono bene.
"Sono il papà di un bimbo di 4 anni, a cui vorrei dare voce perchè lui non ha ancora le parole per farlo. Mio figlio è affetto da disabilità con ritardo ed utismo, e per la prima volta quest'anno, dopo il covid, aveva l'opportunità di frequentare il centro estivo organizzato dal Comune di Como insieme all'Insegnante di sostegno che lo ha seguito per tutto l'anno scolastico, e che si era resa disponibile, gratuitamente ed in forma volontaria, per fargli proseguire la felice esperienza di inclusione e di progressi cognitivi sperimentati a scuola. Il Comune di Como ha bloccato tutto per un cortocircuito fatto di insensibilità e di ottusa e cieca rigidità burocratica. Ha rifiutato di esaudire le richieste della famiglia, che si è dichiarata disponibile ad accollarsi le spese di assicurazione della maestra, sollevando il Comune da qualsiasi onere. Non ha consentito la presenza della maestra presso il centro estivo come figura dedicata al bambino, che non avrebbe tolto nulla a tutti gli altri, e avrebbe garantito a lui, rispetto all'esperienza scolastica appena conclusa, continuità educativa e relazionale fondamentale nella sua situazione".
"Per mio figlio - aggiunge - essere catapultato in una nuova realtà a lui sconosciuta senza punti di riferimento, significa di fatto fare enormi passi indietro e mettere a rischio una serena e proficua esperienza presso il centro estivo. Invece l'occasione sarebbe potuta essere estremamente favorevole, innanzitutto per il bene di un bambino "fragile" e bisognoso, ma anche per il Comune stesso, che avrebbe risparmiato denaro pubblico altrimenti necessario per pagare una educatrice comunale fornita dalla cooperativa che ha vinto l'appalto per il servizio. Eppure si tratta di una prassi consolidata nelle scuole statali, che consente, su richiesta delle famiglie, l'ingresso nella Scuola a titolo gratuito, di professionisti esterni di fiducia (terapisti, tecnici della riabilitazione, psicologi) che, in caso di necessità, possono affiancare e supportare i bambini in condizioni di difficoltà, lavorando in sintonia e collaborazione con gli Insegnanti. Come genitori, ci sembra doveroso segnalare questo caso, che riteniamo da stigmatizzare e ci auguriamo sia unico , e siamo profondamente amareggiati ed indignati per un comportamento che aumenta il solco percepito tra le Istituzioni ed i cittadini, in spregio al buon senso comune, alla buona amministrazione ed al benessere dei cittadini, soprattutto i più fragili.