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La leggenda del Santo Graal e del lago di Como: quando fu portato sull'Isola Comacina

Secondo alcuni la sacra reliquia potrebbe trovarsi molto vicina a noi

La leggenda del Santo Graal è nota ai più, ma probabilmente non tutti sanno che la sacra reliquia ha uno stretto, forse strettissimo, rapporto con il Lago di Como. Tanto è vero che potrebbe ancora trovarsi nei paraggi, visto che le ultime "notizie" che si hanno del Santo Graal arrivano fin qui. 

Il calice dell'ultima cena fu preso da un discepolo di Gesù, Giuseppe d'Arimatea, che lo avvolse in un lenzuolo e lo portò via per poi utilizzarlo per raccogliere in esso il sangue che stillava dal costato di Gesù a seguito della ferita inferta dal centurione. Dalla Palestina Giuseppe trovò rifugio in Britannia dove si narra che il Santo Graal rimase per cinque secoli sotto la custodia dei della chiesa Aquae Sulis. Quando nel VI secolo gli eserciti barbari avanzarono in Europa si volle portare la reliquia in un luogo più sicuro. Un sacerdote partì alla volta di Roma per consegnarla al papa. Il sacerdote sostò sull'Isola Comacina e qui si fermò per sfuggire all'invasione dei Longobardi. E proprio al Santo Graal fu dato il merito della riuscita resistenza contro i barbari e la leggenda vuole che la chiesa dell'Isola Comacina fu costruita proprio in onore del sacro calice. Ma con la vittoria dei Longobardi si cercò di portare in salvo la reliquia. Qui la leggenda vuole che il calice di Gesù sia passato da Piona, poi da Colico e infine nascosto in un posto sperduto nella Val Codera, dove si sono perse le sue tracce. Si dice che fu nascosto dietro un enorme masso e che quando i frati inviati dal papa tornarono per recuperalo trovarono il luogo ricoperto dai massi di una frana.  Il paesaggio era irriconoscibile e il Santo Graal introvabile. Secondo qualcuno si troverebbe ancora qui, disperso sotto i sassi nella valle.

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