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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La pandemia in Africa, l'ecatombe che non c'è stata

Un racconto a quattro mani: dalla tragedia italiana alla "normalità" africana

Un libro necessario, un racconto scritto da chi vive l'Africa tutti i giorni e da chi ne ha sempre raccontato i drammi. Alfredo Del Curatolo, in arte Freddie, lo conosciamo bene,  a Como ha collaborato per anni con diversi quotidiani locali. Poi, nel lontano 2006, il trasferimento dal Lario a Malindi. Giornalista, scrittore, musicista, Freddie ha scritto “La PandeMia in Africa. L’ecatombe che non c’è stata” insieme al giornalista Angelo Ferrari, che la pandemia e il lockdown li ha invece vissuti da Milano ma che del grande continente nero è un esperto narratore  Due poli temporaneamente opposti che si sono incrociati mettendo il luce le contraddizioni di due luoghi spesso troppo distanti tra di loro.  

"Ho visitato ospedali semivuoti - racconta Alfredo "Freddie" Del Curatolo (nella foto sotto) - dove la gente gridava e moriva di ben altro, baraccopoli infinite in cui è più facile uccidersi che distanziarsi, quartieri popolari dove una mascherina costa più dell'unico pranzo possibile della giornata. Il Covid-19 esiste anche qui, ma non mi venite a parlare di pandemia in Africa". 

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"In questo anno disgraziato - aggiunge Freddie - qui nell’Africa Subsahariana siamo stati meno vittime della prigionia sanitaria mondiale ma allo stesso tempo più preoccupati di quello che, secondo tanti esperti, sarebbe potuto accadere (e che secondo alcuni, ancora può avvenire). Milioni di vulnerabili, difficoltà estreme di applicare regole di prevenzione e contenimento, sanità pubblica inesistente, mancanza di cure e strumenti. Il modo migliore, e quello che conosco meglio, per affrontare questa strana ansia, questa sensazione di libertà da ultima sigaretta, era scriverne. Esorcizzare l’attesa di un temporale di cui si avvertiva solo l’odore di umidità pesante nell’aria e si intravvedevano nere nubi all’orizzonte, ma che al massimo ha prodotto qualche gocciolina di pioggia, raccontando cosa realmente stava (e sta) accadendo in Kenya e nel resto del Continente".

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"L’ho fatto - ricorda Freddie - con un collega e amico che ha vissuto e descritto ben altre tragedie e drammi umanitari dell’Africa ed è tra i più grandi esperti italiani dei paesi che la compongono e dei loro risvolti sociali, politici ed economici. Ad ottomila chilometri e milioni di mascherine di distanza, abbiamo raccontato a quattro mani e due cuori la catastrofe umanitaria annunciata e ancora non avvenuta. Lo abbiamo fatto giorno per giorno, attesa dopo attesa, notizia su notizia, approfondimento su approfondimento, nazione per nazione. Angelo Ferrari dal lockdown milanese, io dagli ospedali semivuoti di Mombasa e Nairobi, dalle spiagge di Malindi e dagli slum, da Cape Town a Dar Es Salaam. Dall’incredulità della gente di strada, dai pareri dei medici locali, dal surreale comportamento degli occidentali". 

"Con la crescente consapevolezza - conclude Freddie - che per gran parte del popolo africano, la pandemia non sarebbe diventata il peggiore dei tanti mali che lo affliggono. Tutto questo è diventato “La PandeMia in Africa. L’ecatombe che non c’è stata”, un libro di cui sono molto fiero che esce domani in tutte le librerie d’Italia per l’editrice Rosemberg & Sellier.

Il libro

Due giornalisti esperti d’Africa durante la pandemia. Uno redige da remoto in Italia, l’altro vive e scrive in Kenya. Insieme, scambiandosi impressioni, dati, punti di vista e commentando previsioni e decisioni di governi e organizzazioni internazionali, stendono un accurato diario che abbina a visioni incrociate ed esperienze “sul campo”, analisi su come il continente africano sperimenta e cerca di contenere l’arrivo e la presenza del covid-19. Sarà una “catastrofe” come preconizzato dall’OMS? Come influiranno le scelte prese sul fragile sistema sanitario africano, sulla povertà, l’economia dei paesi in via di sviluppo e di quelli più indebitati? E il terrorismo, le faide tribali, le elezioni? Come reagiranno al lockdown popoli da sempre abituati a vivere all’aria aperta, in spazi immensi e incontrollati? E i loro leader, spesso avvezzi a corruzione, prese di posizioni autoritarie o delicati equilibri per governare? Un anno cruciale raccontato nelle sue pieghe umane e nei risvolti sociali, economici e strategici. 

 

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