L'ovulo malefico che colora i boschi del lago di Como
L'allucinante bellezza dell'Amanita muscaria
Si dice, lo dicono gli esperti cercatori di funghi, in particolare di porcini, che non se ne siano mai visti così tanti da queste parti. Naturalmente stiamo parlando de l'Amanita muscaria: il suo habitat, boschi di conifere e di latifoglie. il periodo di nascita lo accomunano al fungo porcino, per questo viene considerato un "fungo spia" e in alcuni luoghi viene chiamato "segnabrise". Se i preziosissimi porcini c'erano, sono finiti tutti nelle ceste dei più fortunati "fungiat". Nei boschi del lago di Como, nel caso specifico quelli che salgono verso il San Primo nel Triangolo Lariano.
L’Amanita muscaria è una specie velenosa di fungo. Il suo nome può erroneamente ricondurre ad una tossina, la muscarina, che in realtà è contenuta nel fungo solo in minima quantità. Storicamente, tuttavia, vale la pena ricordare come la muscarina sia stata estratta per la prima volta proprio da questo fungo. Viceversa, i principi biologicamente attivi contenuti in quantità totale del 20% circa nella Amanita muscaria sono derivati dell’isossazolo: l’acido ibotenico, il muscimolo ed il muscazone.
Queste molecole sono psicoattive, essendo in grado di indurre uno stato di intossicazione simile a quello prodotto dall’alcol etilico con fenomeni di eccitazione, sedazione, allucinazioni e movimenti spasmodici. Secondo alcuni dati della letteratura sembrerebbe che 100 gr di fungo essiccato contengano 180 mg di una miscela di principi attivi (acido ibotenico, muscimolo e muscazone), di cui solo 25 mg sono costituiti da acido ibotenico (2). Probabilmente il fungo nel suo
insieme contiene delle tossine ancora sconosciute poiché né l’estratto puro di acido ibotenico, né l’estratto di muscimolo sono in grado di produrre nausea e vomito, fenomeni frequentemente osservati dopo l’ingestione di Amanita muscaria .