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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Lago di Como, Villa Melzi: la "Casa Bianca" alle porte di Bellagio

L'allestimento napoleonico e le opere di Abele Vadacca nei giardini

Un autentico gioiello del Lario. Immerso in uno spettacolare parco. Siamo a pochi passi da Bellagio, la perla del Lago di Como. Un luogo incantevole a partire dal piccolo porto dove si trova l'ingresso dell'omponente Villa Melzi. Con il suo sguardo rivolto alla Tremezzina, la storica "casa bianca" è un autentico vanto del nostro territorio, che anche grazie alle sue numerose ville storiche è in grado di attirare turisti da tutto il mondo. Due le attrazioni da scoprire e riscoprire: le opere di Abele Vadacca nei giardini e  l'allestimento al museo per scoprire la figura del fondatore attraverso i cimeli della famiglia e le armi donate da Napoleone

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Abele Vadacca che da anni ha scelto come luogo creativo Belllagio, espone due opere dedicate alla rinascita ad inaugurare  la stagione 2022 dei giardini botanici di Villa Melzi d’Eril ( già vincitore del premio ‘Parco privato più bello d’Italia 2016’) scrigno di valore inestimabile di bellezze naturali. Entrambe le opere pongono uno spunto di riflessione all’ossservatore attento sul principio di rinascita e ciclicità della  vita.ù L’attenzione è posta al tema della natura , e della sostenibilità, l’arte è veicolo di bellezza in ogni epoca e strumento di denuncia. In entrambe le opere è provocatorio il riutilizzo di alberi secolari, con probabili destini incerti dopo la morte naturale che gli ha  afflitti diventi germe di un intervento artistico e creativo che tede al piacere ed al bello. Non mancano le simbologie care all’artista, che ha in preparazione un’importante personale dedicata a temi metafisici ma anche scientifici e filosofici che toccano ile più recenti scoperte.

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La villa e i giardini Melzi d’Eril a Bellagio sono un esempio di rara armonia che ha compreso in un progetto unico architettura, arte e paesaggio. Per volere del proprietario Fulco Gallarati Scotti, e con la curatela di Ornella Selvafolta, il museo della Villa è stato interamente rinnovato e ampliato. Gli spazi sono stati riorganizzati in due sezioni indipendenti: il piano inferiore ospita “Antiquarium” che raccoglie i reperti archeologici e di arte antica collezionati dalle famiglie Melzi d’Eril e Gallarati Scotti. Qui si possono ammirare sculture egizie, etrusche e medievali, arrivate a Bellagio dal giardino Querini di Altichiero nel padovano, smantellato a inizio Ottocento: testimonianza di passaggi artistici da giardino a giardino, alimentati dal variare delle fortune famigliari e dalle opportunità del mercato antiquario. Esempi interessanti sono anche le copie di sculture, splendidamente eseguite tra Ottocento e Novecento, che raccontano del gusto per l’antico da parte dei proprietari, nonché le collezioni di vasellami e gli esempi di oreficeria raccolti da Lodovico Gallarati Scotti.

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Al piano superiore, la sezione “Arte Storia Natura” (che si trova nell’ex serra, ora arancera, dove nei mesi freddi vengono messe a dimora le piante) racconta la figura del fondatore, il progetto e la realizzazione di villa e giardini, i riti e gli usi della villeggiatura sul lago. La parte iniziale “Francesco Melzi d’Eril nell’Italia napoleonica” acquista quest’anno particolare rilievo in coincidenza con i 200 anni dalla morte di Bonaparte: qui si trovano una coppia di “pistole di presentazione” con mirabili lavori di cesello, i cannoni e le insegne del periodo napoleonico; tre busti in marmo di Napoleone, della madre Letizia e della prima moglie Joséphine (opera di Antoine-Denis Chaudet e Giovanni Battista Comolli); una rara raccolta di calchi in gesso per medaglie e il raffinato disegno con i profili di Napoleone e Melzi firmato da Giuseppe Bossi, colto protagonista dell’arte neoclassica.

La parte “Paesaggio giardino architettura” è dedicata alla storia del luogo e alla sua trasformazione: le planimetrie del giardino, i disegni che indicano lo snodarsi dei sentieri e il tipo di piante ci raccontano di un giardino provvisto di zone ricreative e di zone utili che contribuivano al benessere e alla prelibata mensa dei villeggianti. Tra gli autori del progetto spicca Giocondo Albertolli, di cui si presentano esempi degli splendidi disegni di ornato fra i quali alcuni mai esposti, provenienti dalla collezione Grandi di Milano, concessi in prestito per l’apertura del Museo.

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L’ultima parte “Vivere in villa” fa luce sulle generazioni di proprietari che si sono succeduti a Bellagio condividendo una continua attenzione per la conservazione del patrimonio artistico e ambientale. Un focus particolare è dedicato a Tommaso Gallarati Scotti (1878-1966), erede di Luisa Melzi d’Eril, intellettuale e diplomatico. Il percorso comprende fotografie d’epoca, dipinti e costumi per le grandi feste, i device per le salve e i fuochi d’artificio, le livree del personale di servizio.

Grande protagonista della villeggiatura è il lago che attira i proprietari nelle gite e nelle gare sportive e li spinge ad allestire una piccola flotta: la divisa bianca e blu dei marinai esposta è la stessa che si vede nelle fotografie delle imbarcazioni, i disegni di barche provengono dai cantieri Taroni ancora esistenti; il progetto e il giornale di bordo del “vaporino” Duca di Lodi raccontano di come anche la tecnologia “moderna” fosse al servizio di Villa Melzi e dei suoi ospiti. Sono testimonianze del tutto inedite, raramente presenti nei musei, che aprono alla dimensione del vissuto di una grande villa sul lago nei diversi tempi della sua storia.

Il principe Fulco Gallarati Scotti racconta come sia stato suo padre Lodovico (alla cui memoria il museo è dedicato) a voler destinare l’orangerie a spazio espositivo, per offrire uno spaccato del patrimonio d’arte e di storia della villa, di Bellagio e del territorio: “Quest’anno, sotto la storica serra per il ricovero delle piante di agrumi, con sculture e cimeli della storia di famiglia, si apre un luogo dove si possono scoprire i segreti di una tradizione italiana antica ed ormai rara”.

L’allestimento (ideato dallo studio milanese RAM - Matteo Ranghetti, Alessandro Tonassi, Rodolfo Sormani) si articola in tre “stanze” con pareti che si possono ripiegare e allineare sul muro di fondo, così che, a fine stagione (novembre), il luogo riprende la sua funzione di orangerie per accogliere e proteggere le piante di agrumi.

La storia di Villa Melzi

I Giardini di Villa Melzi d’Eril, tra i più bei giardini d’Italia e d’Europa, si stendono lungo la riva est/ovest del lago di Como, a Bellagio, armoniosamente inseriti nel paesaggio collinare tra i due rami del Lario. Al loro interno si trovano la Villa, la Cappella e la Serra degli aranci o Orangérie, oggi allestita a Museo di grande rilevanza storica. I Giardini di Villa Melzi d’Eril sono una splendida espressione di stile neoclassico, dichiarati monumento nazionale.

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Il complesso fu realizzato tra il 1808 e il 1810 su volontà di Francesco Melzi d’Eril (1753-1816), duca di Lodi, vicepresidente della Repubblica Italiana di Napoleone e, successivamente, Gran Cancelliere del Regno Italico. Francesco Melzi d’Eril affidò l’incarico della progettazione della Villa e dei Giardini all’architetto e ornatista Giocondo Albertolli (1742-1839), esponente di grande rilievo del neoclassicismo; la sua visione prevedeva una villa sobria ed elegante, con linee e volumi semplici che mettessero in risalto il meraviglioso paesaggio circostante.

Contribuirono alla decorazione e all’arredamento i più noti artisti dell’epoca: oltre a Giocondo Albertolli, autore di gran parte degli arredi e della decorazione interna, si segnalano i pittori Andrea Appiani (1754-1817), Giuseppe Bossi (1777-1815) e Alessandro Sanquirico (1777-1849), gli scultori Antonio Canova (1757-1822), Giambattista Comolli (1775-1830), Pompeo Marchesi (1789-1858) e il bronzista Luigi Manfredini (1771-1840).

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I giardini all’inglese, arricchiti da sculture, furono progettati dall’architetto Luigi Canonica e dal botanico Luigi Villoresi, entrambi responsabili della sistemazione del parco della Villa Reale di Monza. Melzi d’Eril vi risiedette fino al termine della sua carriera politica, dopodiché ne fece la sua residenza estiva, fino alla morte nel 1816. Per l’apporto di insigni artisti e tecnici e per lo speciale accordo che si era instaurato con Francesco Melzi, l’insieme configura un luogo di rara armonia, celebrato, tra gli altri, da Stendhal, che ne descrisse la bellezza in Rome, Naples, Florence nel 1817.

Il giardino di Villa Melzi 

I Giardini di Villa Melzi d’Eril, sul lago di Como a Bellagio, sono un armonioso esempio di giardino all’inglese che si estende lungo la riva est/ovest del lago, ai piedi dell’omonima Villa. Costruiti all’inizio dell’800 con il contributo di insigni artisti, tecnici, decoratori, architetti e botanici, hanno rappresentato nel tempo e rappresentano tutt’oggi un luogo di rara bellezza, ispirazione per scrittori, artisti e poeti e luogo dell’anima per chi viene ad ammirarne il perfetto equilibrio botanico, storico e paesaggistico.

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I Giardini sono aperti al pubblico da marzo a ottobre e accolgono anche gruppi scolastici per attività didattiche guidate in italiano e in inglese grazie alla collaborazione con il team didattico di The Original History Walks®. Per i visitatori privati, visite guidate e laboratori artistici prenotabili inviando un’email a visite@giardinidivillamelzi.it. All’interno dei Giardini sono presenti diversi percorsi botanici, un museo e un percorso storico-artistico.

Riapertura

È possibile acquistare ticket di ingresso giornalieri o stagionali direttamente presso la biglietteria dei Giardini oppure attraverso il portale turistico Promo Bellagio. La nuova stagione porta con sé alcune interessanti novità tra cui la riapertura, come detto, del Museo e una serie di visite guidate e una nuova collaborazione con l’associazione culturale Il Mondo di Tels di Pavia per le attività didattiche anche in lingua inglese specificamente studiate per i gruppi scolastici.

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