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Lago di Como: Villa Balbiano, storia di un sogno tutto lariano

Dalla nobiltà comasca al jet set internazionale

Probabilmente Villa Balbiano rappresenta meglio di altre proprietà la storia degli ultimi 50 anni del nostro territorio. Ceduta qualche anno fa da Michele Canepa per salvare la sua storica azienda, Villa Balbiano ha quindi cambiato anima. Cercata da Berlusconi, al quale l'industriale comasco aveva detto no, alla fine Villa Balbiano a Ossuccio è finita nella mani della giovane rampolla di una facoltosa famiglia moscovita, già proprietaria di lussuosi appartamenti ed esclusive dimore a Londra, Roma e nelle principali capitali del mondo. Kamilla Dzhanashiya l'ha fatta sua nel 2011 per 38 milioni di euro. Di fatto da qualche stagione Villa Balbiano è un luogo sul lago di Como dove vengono celebrati matrimoni vip, feste e soggiorni di lusso, set cinematografici e vacanze da sogno.

Villa Balbiano ieri

La villa è il risultato di numerose ristrutturazioni apportate a quello che era il cosiddetto pretorio della Pieve d'Isola, palazzo quattrocentesco che attorno alla metà del XVI secolo era stato devastato da un'alluvione. Nel corso dei secoli, la villa fu oggetto di numerosi passaggi di proprietà che, per più di una volta, ebbero come protagonista un esponente dei Giovio, famiglia che probabilmente era già in possesso del primitivo edificio plebano.

La facciata, dalle linee semplici e sobrie, scandite da motivi ornamentali in pietra grigia con un portale a bugnato, si affaccia direttamente sullo specchio d'acqua antistante dove il Durini aveva fatto erigere una torre-faro per i naviganti, andata distrutta nel secolo scorso, con campane e orologio. Tutto intorno lo sguardo spazia sul giardino dove fanno bella mostra di sé le statue e le fontane del cardinale. Provenendo dalla strada Regina, un ninfeo fiorito di iris azzurre conduce al viale d'accesso delimitato da siepi di bosso sui cui lati crescono i platani e i cipressi per cui la villa va tanto celebre.

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Ai tempi del Durini, il Balbiano era solito ospitare la società galante e frivola di fine Settecento: feste, conviti e danze si succedevano senza sosta in quei saloni dove si alternavano a riunioni arcadiche con recita di versi, esecuzione di concerti e discussioni letterarie. All'interno si possono ancora osservare gli scenografici affreschi barocchi commissionati da Marco e Carlo Gallio ai fratelli Recchi nel 1630 con medaglioni, putti ed effetti trompe l'oeil che campeggiano sulle pareti dipinte dal Torricelli. Nel padiglione con loggiato, il Cardinale aveva sistemato la sua ricca biblioteca, nota a tutti gli eruditi del tempo che vi convenivano, insieme col Parini, per incontrarsi e per discutere. Nelle immediate vicinanze, dove il torrente Perlana si getta nel lago, si possono ancora ammirare i lavori di canalizzazione che il Durini aveva voluto per arginare il corso delle acque.

Già nel 1559 Paolo Giovio parlava del luogo dove la sua famiglia possedeva case e terreni coltivati a gelsi e ulivi: "A Balbiano, già suburbio dell'isola, possediamo reliquie de' maggiori nostri, un fondo e case ruinose di singolar magnificenza ...". Sul finire del secolo la proprietà, all'epoca di Ottavio Giovio, fu ceduta al cardinal Tolomeo Gallio che per lunghi anni fece progettare un edificio da Pellegrino Tibaldi su cui poi Marco Gallio andò ad intervenire, nel 1637, modificando la facciata e spianando il terreno verso monte, ottenendo così spazio utile per realizzare il giardino all'italiana. Nel 1778, gli eredi del Gallio, i duchi d'Alvito, cedettero l'intera proprietà a Giambattista Giovio che, nel 1787, la rivendette al cardinal Angelo Maria Durini, nunzio pontificio, cultore delle arti e delle lettere, mecenate e collezionista. Egli fece della villa un autentico luogo di delizia ampliando la casa e il giardino, erigendo statue e fontane e aprendo nuovi viali fra siepi e pergolati. Il Durini poté godere la dimora solo per un solo decennio, fino al 1796, anno della sua morte.

Dopo un periodo di abbandono, nel 1872 il palazzo fu acquistato da una famiglia di industriali tedeschi, i Gessner, che fecero della sala da ballo nell'ala ovest una filanda, andata poi distrutta nel 1930. Nel secondo dopoguerra, la villa del Balbiano fu acquistata da Hermann Hartlaub di Monaco che la fece restaurare dall'ingegnere svizzero Vuillomenet. Nel parco vennero introdotte palme, glicini e nuovi arbusti come la profumatissima Olea fragrans. Il resto è storia moderna.

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Villa Balbiano oggi

Questa straordinaria proprietà può ospitare fino a 28 persone in totale, suddivise nel palazzo principale (con 6 suite di lusso), nell'ala sinistra (4 camere da letto) e nel villino adiacente (4 camere). Il palazzo principale misura 6.460 m2 e si sviluppa su 3 piani recentemente rinnovati.
Al piano terra troviamo una favolosa hall decorata con affreschi originali, circondata da una sala da pranzo, una biblioteca, un giardino d'inverno e tre saloni.

Tutte queste camere presentano pavimenti in marmo e affreschi originali su pareti e soffitti, nelle vicinanze si trovano i locali di servizio: la cucina e una terrazza coperta con camino funzionante per mangiare all'aperto. Al primo piano ci sono lo studio, la master suite e la suite per gli ospiti
Attraverso una scala in marmo si raggiungono gli altri alloggi, composti da quattro lussuose camere da letto, tutte con bagno interno in marmo ed elegantemente arredate con preziosi oggetti d'antiquariato.

L'ala sinistra del palazzo principale è stata completamente rinnovata ed è composta da 4 camere da letto e 2 bagni, per un totale di 8 posti letto.
Le 4 camere hanno tutte la TV e condividono 2 bagni (1 bagno ogni 2 camere). Infine, c'è il villino, un'incantevole casa indipendente situata sul retro del giardino. È composto da 4 camere da letto, 4 bagni per un totale di 8 posti letto. Tutte le camere hanno letti matrimoniali e bagno privato, due bagni con vasca e doccia, altri due bagni solo con doccia.

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