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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dalla Conca di Crezzo all'Alpe di Monte, un panorama mozzafiato sul lago di Como

Un magnifico rifugio nella natura a pochi minuti dalla città

Appena si arriva alla Conca di Crezzo, dove incontriamo l'omnimo laghetto, sembra di entrare in un altro mondo. Da questo piccolo paradiso della natura si può affrontare la salita alla cima tondeggiante del Monte Megna, che domina la Valassina, mentre una deviazione nella parte iniziale porta all’ Alpe di Monte, altro punto spettacolare da cui si domina il lago di Como sia verso la punta di Bellagio sia verso il ramo lecchese.

Il laghetto di Crezzo è un piccolo ambiente umido ancora ben conservato, in un contesto paesaggistico molto suggestivo, circondato dal verde delle montagne, con una vista spettacolare sull’imponente massiccio delle Grigne e sul sottostante Lario. Questo specchio d’acqua, di origine intermorenica, è inserito in una coltre di materiale depositato dal ghiacciaio proveniente dal ramo di Lecco durante il suo ultimo ritiro. Ha una superficie media di circa 10.600 m2 ed una profondità massima compresa tra 1,60 e 2,50m; questi dati però sono estremamente variabili in relazione alle precipitazioni. Come tutti i laghi di limitate dimensioni e profondità, quello di Crezzo piano piano sta naturalmente evolvendo verso un progressivo impaludamento, che determinerà la scomparsa del bacino con la formazione di prati torbosi.

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Una delle emergenze naturalistiche più interessanti di questo ambiente è la tipica vegetazione acquatico-palustre, tra cui spiccano specie curiose come l’Erba unta comune ( Pinguicola vulgaris), una pianta carnivora dai fiori violacei, in grado di catturare e “digerire” piccoli insetti, intrappolandoli con le foglie basali a rosetta, o specie rare e preziose come la bellissima orchidea Elleborine palustre ( Epipactis palustris). La specie dominante che colonizza gran parte del laghetto, è comunque l’alta e slanciata Canna di palude ( Phragmites australis ), con il caratteristico pennacchio a bandiera, accompagnata da aggruppamenti di Tife ( Typha angustifolia), dalle inconfondibili infiorescenze femminili cilindriche, marroni a maturità.

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Nella parte del bacino posta verso la scarpata stradale, alle spalle del canneto, si può osservare il cariceto, caratterizzato da alcune specie di Carici ( Carex sp.), piante che assumono l’aspetto di grossi cespi rialzati dal suolo quando il livello dell’acqua è basso. Secondo alcuni autori, il toponimo Crezzo deriverebbe proprio dal latino Carex,“Carice”. Attorno al laghetto si trovano alcuni boschetti di Salicone ( Salix caprea), Betulla ( Betula pubescens), Frassino (Fraxinus excelsior) e Nocciolo (Corylus avellana), prati igrofili amanti dell’umidità e prati falciati ravvivati da ricche fioriture durante la stagione primaverile ed estiva. Domina lo specchio d’acqua il piccolo nucleo rurale di Crezzo. Poco fuori dall’abitato una lapide ricorda la morte di un giovane carabiniere, avvenuta durante le operazioni di recupero dell’ATR, schiantatosi in questi luoghi il 15 ottobre 1987, purtroppo senza lasciare superstiti.

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Sui versanti prossimi alla conca umida sono presenti boschi cedui secolari la cui impronta principale è data dalla presenza di splendidi esemplari di Faggio ( Fagus sylvatica) e, secondariamente, di Castagno ( Castanea sativa), Tiglio (Tilia platyphyllos) e Ciliegio ( Prunus avium). Per quanto riguarda il popolamento faunistico, i rappresentanti più interessanti sono indubbiamente gli Anfibi, naturalmente legati agli ambienti umidi, come la Salamandra ( Salamandra salamandra), il Tritone alpestre (Triturus alpestris), la Rana montana ( Rana temporaria) e il Rospo comune (Bufo bufo). Il Pettirosso (Erithacus rubecula), il Merlo ( Turdus merula), il Picchio verde (Picus viridis) e il Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus ) sono gli uccelli più numerosi; tra i Mammiferi si segnalano invece il Topolino domestico ( Mus domesticus), il Topolino selvatico (Apodemus sylvaticus), le Arvicole ( Microtus sp.), la Donnola (Mustela nivalis), la Volpe (Vulpes vulpes) e, in seguito all’immissione da parte dell’uomo, il Cinghiale ( Sus scropha).

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Come arrivare 

Al laghetto di Crezzo si può arrivare in automobile da Barni con una comoda strada carrozzabile che transita nei pressi del Ristorante “La Madonnina”, oppure da Lasnigo, costeggiando il torrente Lambretto, affluente del Lambro. Per chi ama camminare, molto panoramico è il sentiero che parte dalla chiesetta-santuario della Madonna del Ghisallo (755 m); una breve variante sul percorso conduce alla località Paradiso, dove castagni, sorbi, carpini e betulle fanno da “quinte”a scenari incantevoli sulle Grigne, sul Legnone e sulle cime dell’alto lago.

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Costeggiando il versante occidentale del Castel di Leves (966 m), rilievo calcareo caratterizzato da interessanti fenomeni di carsismo superficiale detti “campi solcati”, si giunge presto nella zona chiamata “ Caval di Barni” (864 m), un breve spartiacque a cavallo tra i comuni di Barni e Onno e da qui al Ristorante “La Madonnina” (917 m; ore 1,15), raggiungibile anche con un sentiero da Maisano (487m), in Comune di Valbrona. Dal Ristorante si prosegue in discesa verso la Conca di Crezzo (795 m; ore 0,20; 1,35) attraverso un percorso molto panoramico. Per il ritorno, si può continuare sempre in discesa seguendo il torrente Lambretto, affluente del Lambro, raggiungendo il paese di Lasnigo (564m; ore 0,40; 2,15) sulla strada carrozzabile.

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