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Sabato, 20 Aprile 2024
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Elena, commessa, si laurea a 50 anni ma cambiare lavoro non le conviene: "Guadagno di più così"

Riflessioni su un Paese dal futuro incerto

Il primo insegnamento che vuole dare Elena, commessa di 50 anni residente a Tavernerio, è che i sogni si possono realizzare a tutte le età, se si crede in se stessi. Nonostante lavori otto ore al giorno in un negozio ha trovato le energie e lo stimolo per iscriversi all'università e laurearsi. "Mi sarebbe piaciuto fare l'educatrice ma la vita, si sa, non va sempre come vorremmo - racconta Elena Cavera - ma il desiderio di studiare Scienze della formazione mi è sempre rimasto e un bel giorno di tre anni fa mi sono iscritta all'università, ed ora mi sono laureata".

Studiando di notte e nei ritagli di tempo, faticando e lavorando sodo, alla fine il 25 maggio scorso è arrivata la corona di alloro. Elena ha realizzato un sogno, ma nel realizzarlo ha anche avuto modo di maturare importanti riflessioni, non solo su stessa ma anche sulla società in cui vive, riflessioni su un Paese dal futuro incerto. 
"Quando scopri che una laurea conseguita con tanta fatica e passione - commenta Elena - non ti garantisce la possibilità di ottenere un lavoro ben retribuito, capisci che c'è qualcosa che non va. Ho scoperto, per esempio, che un'educatrice guadagna meno di una commessa. E allora, mi chiedo io, che messaggio e che insegnamento è questo per i giovani? Un lavoro come l'educatrice è quasi una missione, è un ruolo che ha una grandissima importanza sociale perché concorre allo sviluppo e alla formazione di una persona, ma non viene valorizzato. Io ho studiato psicologia per una mio interesse personale e non mi ero informata sulle possibilità di lavoro, perché un lavoro ce l'ho e mi piace. Ma dopo la laurea mi è capitato di parlare con educatori ed educatrici e sono rimasta malissimo. Guadagno di più io da commessa. Che tipo di direzione vogliamo dare ai nostri ragazzi e al nostro Paese? Come possiamo guardare al futuro con positività se insegnanti ed educatori che hanno un ruolo fondamentale nella nostra società non vengono debitamente riconosciuti e valorizzati?".

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