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Videocapsula che guarda nell'intestino: presentata all'ospedale di Cantù

Una micro videocamera a formula di capsula per vedere e studiare l'intestino. E' la novità di endoscopia presentata questa mattina all'ospedale Sant'Antonio Abate di Cantù. La videocapsula endoscopica è la recente acquisizione tecnologica...

Una micro videocamera a formula di capsula per vedere e studiare l'intestino. E' la novità di endoscopia presentata questa mattina all'ospedale Sant'Antonio Abate di Cantù. La videocapsula endoscopica è la recente acquisizione tecnologica dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como. L’indicazione all’esame c’è anche per i pazienti con malattie croniche dell’intestino, sempre dopo attenta valutazione del medico”.

A chi è rivolto l'esame

L’esame si esegue in regime ambulatoriale oppure, se le condizioni del paziente lo richiedono, anche in regime di ricovero quando l’indagine rivesta carattere di urgenza. Da giugno, mese in cui è stata introdotta la nuova tecnologia, sono stati sottoposti a questa metodica sei pazienti. “Si tratta di un esame super specialistico e in futuro incrementeremo le prestazioni. Per il 2014 - ha concluso Limido - sono previsti una trentina di esami e per il futuro ci orienteremo verso l’acquisizione di un'altra videocapsula per lo studio del colon. Non ci aspettiamo grandi numeri, ma grandi risultati”.

“Con l’acquisizione di questa moderna tecnologia – ha tenuto a precisare il direttore generale del Sant’Anna Marco Onofri – abbiamo voluto potenziare il settore endoscopico con l’intento di offrire ai nostri pazienti e al territorio la possibilità di un esame di secondo e terzo livello non disponibile nelle vicinanze, in modo da garantire, quando ci sono le indicazioni, un percorso ancora più completo all’interno della nostra azienda sia in termini diagnostici che di definizione delle terapie più indicate. E l’ospedale di Cantù è punto di riferimento per questa indagine così specialistica”.

Dettagli tecnici

La videocapsula (lunga 26 millimetri e con un diametro di 11 millimetri) è dotata di una videocamera miniaturizzata che acquisisce 4 frame al secondo e di una sorgente luminosa che illumina il tragitto lungo l’intestino. La videocapsula, che viene ingerita insieme a un po’ d’acqua, inizia il suo viaggio e trasmette le immagini a un registratore contenuto in una cintura che il paziente deve indossare per tutta la durata dell’esame. Sarà poi dalle immagini registrate che lo specialista potrà effettuare lo studio del tratto digerente utilizzando un software dedicato e stilare la diagnosi. La capsula verrà poi espulsa con le feci. L’utilizzo della videocapsula è controindicato in gravidanza, se ci sono delle stenosi, se il paziente non è collaborante e non riesce a deglutire o se il paziente ha subito interventi chirurgici di resezione.

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