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Ospedale Sant'Anna pronto contro i casi sospetti di ebola

L’azienda Ospedaliera Sant’Anna si prepara ad affrontare eventuali casi sospetti di virus ebola. In questi giorni non si parla di altro non solo in Italia ma in tutto il mondo: il virus ebola, dopo aver fatto due vittime e nell’Occidente - una in...

L’azienda Ospedaliera Sant’Anna si prepara ad affrontare eventuali casi sospetti di virus ebola. In questi giorni non si parla di altro non solo in Italia ma in tutto il mondo: il virus ebola, dopo aver fatto due vittime e nell’Occidente - una in Spagna ed una negli Stati Uniti - e migliaia in Africa, crea apprensione in tutti i Paesi. Questa è la 25ª epidemia di ebola negli ultimi 40 anni, ma la differenza rispetto alle precedenti è che questa volta ha colpito le grandi città africane. L’ospedale Sant’Anna ha messo in atto tutte le attività previste dalle indicazioni internazionali per poter assistere eventuali casi di contagio. Il tutto parte dal Triage del Pronto Soccorso: agli infermieri è stato fornito un questionario anamnestico per pazienti che riferiscono un possibile contatto con il virus. E’ stato delineato anche un percorso “protetto” per i pazienti provenienti dal Pronto Soccorso per raggiungere il reparto malattie infettive. L’ospedale di San Fermo ha inoltre messo a disposizione due posti letto per persone che potrebbero manifestare sintomi riconducibili alla malattia. I pazienti “a basso rischio” verranno ricoverati fino alla fine del periodo d’incubazione, mentre invece i casi ad “alto rischio” con sintomi riconducibili all’ebola verranno ricoverati all’Ospedale Sacco di Milano e Spallanzani di Roma.

“L’azienda si è allertata subito - spiega il dottor Domenico Santoro primario dell’Unità Operativa di malattie infettive - dopo l’allarme lanciato dall’Oms, ed ha attivato tutti i percorsi nella remota possibilità di dover ricoverare un caso sospetto a tutela della sicurezza dei pazienti e degli operatori. Inoltre abbiamo organizzato numerosi corsi di formazione per i nostri operatori sia del Sant’Anna che degli altri presidi e acquisito alcuni specifici dispositivi di protezione per gli operatori”.

“La malattia - continua Santoro - non ha sintomi specifici. Dunque vanno considerati altri fattori: il contesto in cui si verifica il caso, cioè l’area geografica di insorgenza o di contagio, e il carattere epidermico della malattia. Si deve poi eseguire uno specifico test del sangue da inviare agli ospedali specializzati di Milano e Roma e mantenere il paziente in isolamento”.

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