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L'ospedale di Menaggio torna nella sanità lariana

Nuovo provvedimento approvato dal Pirellone. Il PD: "Non grazie al centrodestra"

Approvato nella giornata del 20 novembre 2018 dal consiglio regionale il provvedimento che introduce alcune modifiche alla legge 23 di riforma del sistema sociosanitario regionale. In sintesi sono stati riportati  i Comuni facenti parte della ex USSL 18 negli ambiti della ASST Lariana e dell’ATS dell’Insubria: anche l’Ospedale di Menaggio sarà ricondotto all’interno dalla ASST Lariana. Tali modifiche entreranno in vigore dal 1 gennaio 2019.

Pd contro centrodestra

Secondo il centrodestra si tratta di una modifica che accoglie di fatto la richiesta sostenuta dal Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi e avanzata dai Sindaci del medio lago di Como, del Porlezzese e della Val d’Intelvi di rivedere gli azzonamenti sociosanitari territoriali. “Con il voto di oggi possiamo finalmente parlare di obiettivo pienamente raggiunto – ha detto Alessandro Fermi -  e dal 1 gennaio del nuovo anno l’ospedale di Menaggio e i Comuni del medio lago di Como, del Porlezzese e della Val d’Intelvi potranno tornare finalmente “a casa” come da tempo chiedono tutti gli amministratori locali e i cittadini. Abbiamo preso un impegno e lo abbiamo mantenut".

Non è del tutto d'accordo il consigliere regionale del PD, Angelo Orsenigo: "E' un successo del territorio, degli amministratori e delle loro comunità, che da subito hanno denunciato l’errore compiuto da Lega e Forza Italia quando hanno deciso di spezzare un ambito sanitario che era naturalmente unito”. Poi Orsenigo ha aggiunto: “Prendiamo atto che il collega Alessandro Fermi, oggi presidente del consiglio regionale, si è reso conto dell’errore contenuto nella riforma imposta alla sanità lariana dal suo partito. Da tempo sta dichiarando l’esatto contrario di quanto sosteneva solo un paio di anni fa: adesso ritiene che sia stata addirittura dannosa la scelta di scorporare il Centro lago e soprattutto l’ospedale di Menaggio dall’Asst Lariana, ma all’epoca non lo abbiamo sentito così accalorato in difesa della scelta incomprensibile fatta dai suoi nel 2015.

Cosa cambia

Il provvedimento approvato  prevede anche l’attivazione dell’agenzia di promozione del servizio sociosanitario lombardo a livello nazionale e internazionale, non più come realtà a se stante ma riconducendo tale attività direttamente nell’ambito della Direzione generale competente in seno all’Assessorato regionale. Viene inoltre autorizzato in via sperimentale lo svolgimento dell’attività libero professionale con le modalità dell’intramoenia allargata “nel rispetto della normativa vigente e delle linee guida che dovranno disciplinare anche idonei criteri definiti ai fini della trasparenza delle agende e della tracciabilità dei pagamenti, prevedendo altresì il collegamento in rete con le strutture del sistema”. Viene previsto infine l’inserimento delle aree di montagna nella rete della formazione medico specialistica e viene dato mandato alla Giunta di definire una quota specifica di borse di studio aggiuntive da destinare specificatamente alle zone montane.  

L’istituzione di borse di studio aggiuntive per i medici di Medicina Generale e di contratti aggiuntivi per gli specializzandi sono dettate dall’evidenza che oggi il numero dei nuovi specialisti e dei nuovi medici di Medicina Generale copre a mala pena la metà dei pensionamenti, con inevitabili ripercussioni negative sulla possibilità di garantire un adeguato livello di servizi; con l’intervento proposto, Regione Lombardia intende farsi carico del finanziamento di tali contratti e borse di studio aggiuntivi rispetto a quelli finanziati dal Ministero, prevedendo al contempo le condizioni necessarie per favorire la permanenza dei beneficiari nell’ambito del servizio sanitario regionale.
Approvato a scrutinio segreto un emendamento del Partito Democratico (38 voti a favore, 32 contrari) che reintroduce la prova scritta per gli aspiranti direttori generali, in aggiunta alla valutazione dei candidati per titoli e colloquio. L’abolizione della prova scritta era stata inizialmente votata in Commissione Sanità.

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