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Sabato, 20 Aprile 2024
Salute

Martina, 9 anni, paralizzata da una cisti alla spina dorsale: guarita al Sant'Anna

Martina, 9 anni di Senna Comasco.La sua storia, per quanto drammatica, è una di quelle che si racconta volentieri, perché si è conclusa con un lieto fine. Martina si è trovata improvvisamente calata in un incubo ad occhi aperti: un giorno le sue...

Martina, 9 anni di Senna Comasco.La sua storia, per quanto drammatica, è una di quelle che si racconta volentieri, perché si è conclusa con un lieto fine. Martina si è trovata improvvisamente calata in un incubo ad occhi aperti: un giorno le sue gambe smettono di funzionare. Non riesce più a muoverle. Colpa di una cisti in uno dei punti più delicati e pericolosi in cui si possa formare, cioè la colonna vertebrale.

In prima battuta lo scorso 4 gennaio è stata ricoverata nella Pediatria dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù per instabilità posturale e motoria con progressiva paresi dell'arto inferiore destro e poi dal 7 gennaio trasferita all’ospedale Sant’Anna per controlli specialistici prima in Stroke Unit per un monitoraggio neurologico e poi in Pediatria. Dopo l'accesso in Pronto Soccorso pediatrico a San Fermo, accolta dallo specialista di Neurochirurgia, Martina è stata sottoposta, tra l’altro, alla risonanza magnetica di tutta la colonna vertebrale e del cervello, seguita da tac con ricostruzione tridimensionale e arteriografia midollare. Intanto, con una terapia ad hoc è stato stabilizzato il quadro clinico della bambina e il 13 gennaio è stata sottoposta a intervento neurochirurgico di asportazione di cisti vertebrale aneurismatica a livello di D4, che determinava uno schiacciamento del midollo. Dopo l’operazione è stata ricoverata in Terapia Intensiva e poi di nuovo in Pediatria.

La patolgia

Più nel dettaglio, la paralisi motoria è stata determinata da una cisti aneurismatica ossea spinale. “E’ una patologia rara – spiega Silvio Bellocchi, primario dell’U.O. di Neurochirurgia del Sant’Anna -. Le cisti aneurismatiche possono svilupparsi in qualunque osso del nostro corpo. Rappresentano circa l’1.4% dei tumori ossei primitivi. L’incidenza di questi tumori benigni ad aggressività locale è di 1.4 per 100.000 persone, di questi dall’8 al 30% sono localizzati a livello della colonna spinale”.

Si tratta di tumori benigni che originano dall’osso (primari) o sono la complicanza di altri tipi di tumori ossei (emangiomi, osteoblastomi, condroblastoma). Le cause di questa lesione non sono conosciute. Questa patologia colpisce i giovani al di sotto dei 20 anni e spesso i bambini.

“Tali formazioni - spiega lo specialista - causano la distruzione dell’osso con conseguente frattura e dolore. A volte si forma una cisti, cioè una raccolta di sangue. Nel caso di Martina questa cisti si è formata nella colonna vertebrale, in una posizione molto pericolosa perché schiacciava il midollo spinale e provocava una paralisi agli arti inferiori. Eseguiti gli esami radiologici, il passo successivo è stato di valutare insieme a tutti gli specialisti coinvolti, quale fosse il modo migliore di procedere. Si è deciso di fare un’angiografia spinale, un esame di secondo livello non usualmente eseguito nei bambini. Sulla base dei dati ottenuti, è stato eseguito l’intervento di decompressione del midollo e asportazione della cisti. A causa della rarità di queste lesioni non esistono approcci terapeutici standardizzati”. Altre possibili cure sono l’embolizzazione della lesione vascolare, l’iniezione di farmaci all’interno della struttura ossea o la radioterapia.

L’approccio multidisciplinare

Per seguire adeguatamente il caso è stato fondamentale un approccio multidisciplinare: la pianificazione terapeutica pre-operatoria è stata effettuata con l’aiuto dei radiologi, mentre la gestione intra-operatoria e post-operatoria con la collaborazione degli anestesisti, pediatri e fisiatri.

“Il reparto di Pediatria a Cantù prima e quello di San Fermo in seguito – ha spiegato Maria Teresa Ortisi, primario di Pediatria del Sant’Anna - hanno messo a disposizione degli specialisti le proprie competenze per quelle che sono le caratteristiche dell'età e un luogo quanto più possibile adatto per il ricovero dei bambini. La Pediatria ha cercato, come sempre, di funzionare come punto di incontro per tutti gli specialisti che ruotano intorno ai nostri pazienti. Per Martina, cioè, tutti noi abbiamo svolto il nostro solito lavoro, con le interferenze rumorose dei Clown e dei cani della Pet Therapy, con le sollecitazioni delle maestre e la tenerezza dei volontari ABIO”.

La piccola, dimessa il 28 gennaio, in futuro dovrà essere strettamente sorvegliata con esami radiologici (RMN) e periodiche valutazione specialistiche.

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