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Como, tecnica innovativa per operare le malattie dell’aorta: ospedale Sant’Anna primo in Italia

Procedimento all'avanguardia utilizzato con successo su due pazienti di 78 e 80 anni

Nuova tecnica all'avanguardia all'ospedale Sant'Anna di Como che, primo in Italia, ha utilizzato un nuovo sistema di chiusura vascolare senza punti di sutura per le patologie dell'aorta.
La nuova tecnica è stata utilizzata con successo martedì 13 novembre 2018 su due pazienti di 78 e 80 anni, che stanno bene e sono stati dimessi dopo circa 72 ore di degenza.

La nuova tecnica

Nessuna sutura chirurgica grazie all’utilizzo di un “patch”, una maggiore facilità di inserimento dei sistemi di riparazione vascolare (endoprotesi), un minor tempo di esecuzione e un minor rischio di sanguinamento e di complicanze. Sono i principali vantaggi del nuovo sistema adottato dalla struttura semplice dipartimentale di Cardiologia – Laboratorio di Emodinamica dell’ospedale Sant’Anna a San Fermo della Battaglia, prima in Italia a utilizzarlo nel trattamento della malattia degenerativa dell’aorta a minaccia di rottura.
Questa nuova tecnica consente, nelle procedure interventistiche sulle grandi arterie, la chiusura della sede di inserimento arterioso dei cateteri – all’altezza dell’inguine - senza punti di sutura chirurgici sia per interventi programmati ma, soprattutto, nelle condizioni di urgenza-emergenza in cui la rapidità e sicurezza di trattamento diventano fondamentali.
Il “patch” è realizzato in polimero sintetico a base di Polidiossanone (PDO) bioriassorbibile di circa 1 cm di diametro e dello spessore inferiore al millimetro. Viene posizionato al termine della procedura con un introduttore che ha un diametro di 6 mm circa.

Con il termine “sindromi aortiche” si intendono differenti quadri clinici acuti o cronici che includono le patologie di tipo degenerativo o traumatico dell’aorta, la più grande arteria del corpo umano che, partendo dal cuore, trasporta sangue ossigenato a tutto l’organismo. All’ospedale Sant’Anna la cura della patologia aortica è consolidata.
“Un’équipe ad alta specializzazione – spiega Mario Galli, cardiologo interventista e responsabile della struttura - è in grado di fornire una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo sia in condizioni di urgenza/emergenza che in situazioni che prevedano un trattamento elettivo, cioè programmato”.

Come si cura la malattia aortica

Le modalità di trattamento delle patologie aortiche acute hanno due possibili approcci con indicazioni differenti del tipo di trattamento a seconda della sede della lesione aortica, delle condizioni generali del paziente e delle condizioni cliniche al momento della presentazione in ospedale: intervento chirurgico “a cielo aperto” e trattamento “endovascolare”. L’intervento chirurgico è sicuramente più “invasivo”, caratterizzato da un più lungo tempo di ripresa post-operatorio. Consiste nella sostituzione del tratto di aorta malato con una protesi (tubo) di sintesi. E’ da proporre ai pazienti “elettivi” a basso rischio chirurgico o alle sindromi aortiche acute che si presentino in ospedale in situazioni di emergenza, già in stato di shock per i  quali, quindi, non c’è tempo di eseguire l’esame diagnostico necessario che è l’angio-TAC per l’eventuale trattamento alternativo endovascolare.
Il trattamento endovascolare, eseguito nei Laboratori di Emodinamica, consiste nell’inserimento, attraverso l’arteria femorale, di una maglia tubolare di metallo rivestita da tessuto sintetico biocompatibile (PTFE) dentro il tratto di aorta malato, in modo da escludere l’aneurisma, stabilizzare il vaso arterioso e annullare il rischio di rottura. In genere non prevede l’anestesia generale e ha un decorso post-operatorio più semplice.

“E’ oggi il trattamento di prima scelta – aggiunge Galli - nelle urgenze aortiche da dissezione dell’aorta toracica discendente o da rottura dell’aorta traumatica. Può essere esteso anche al trattamento delle urgenze dell’aorta addominale in rottura o in minaccia di rottura in centri ad alta specializzazione come il Sant’Anna”.

Dissezione aortica

La dissezione aortica (la lacerazione della parete del vaso permette l’ingresso del sangue all’interno della stessa, formando un falso lume e portando a possibile morte per shock emorragico) è la patologia più frequente e quella a più alta mortalità. “E’ una patologia degenerativa – prosegue lo specialista - che colpisce l’aorta toracica ed è favorita dall’ipertensione arteriosa, dall’età avanzata ed è più frequente nel sesso maschile.
La dissezione dell’aorta toracica di origine traumatica, invece, è un evento raro, che coinvolge frequentemente i giovani e, comunque, complica circa il 20% degli incidenti d’auto, rappresentando la più frequente causa di morte in gravi incidenti stradali da schianto (80% di mortalità sul luogo dell’incidente)”.
La diagnosi, supportata dal sospetto clinico e dalla sintomatologia - in genere dolore toracico, ipo/ipertensione - si effettua con un angio-TAC dell’aorta toracica.

Aneurisma dell’aorta addominale

Un’altra patologia aortica degenerativa correlata ad alta mortalità nell’anziano è l’aneurisma dell’aorta addominale, un rigonfiamento della parete dell'arteria dovuto a una fragilità della parete della stessa. Quando il sangue affluisce nel vaso indebolito, la sua pressione porta ad alterare la normale forma del vaso che si gonfia verso l'esterno formando una sorta di palloncino.

“Se aumenta il diametro – specifica Galli - il rischio che la parete dell’arteria si rompa è alto e la mortalità legata a questo evento, che porta a shock emorragico, è altissima (>80%). Purtroppo, l’aneurisma aortico non dà sintomi e la sua prima diagnosi in genere è occasionale”.

La sintomatologia - in genere dolore addominale - compare quando la parete, fragile e assottigliata, del vaso sta “minacciando” la rottura o, peggio, si sta rompendo. Questa evenienza diventa pericolosa quando l'aneurisma raggiunge o supera il diametro trasverso di 50 mm.
Questa patologia è più frequente nei soggetti fumatori, nei maschi e nelle persone con più di 65 anni. In presenza di un sospetto anamnestico o clinico, la diagnosi si esegue con una angio-TAC dell’aorta addominale. Lo screening di questa patologia andrebbe effettuato mediante l’ecoDoppler dell’aorta addominale in pazienti a rischio (età > 65aa, ipertesi, maschi, fumatori, con familiarità).

La storia

Il trattamento delle patologie aortiche con tecniche endovascolari è stato introdotto all’ospedale Sant’Anna nel 1999 nel Laboratorio di Emodinamica. Negli anni successivi sono stati trattati un numero sempre maggiore di pazienti. Sono oltre 600 le procedure eseguite finora con l’utilizzo di materiali sempre più sofisticati e di tecniche innovative. Negli anni più recenti il Laboratorio di Emodinamica si è confermato riferimento nazionale e internazionale per lo sviluppo di tecniche e materiali per il trattamento endovascolare dell'aorta.

“Grazie alla collaborazione consolidata in questi anni tra le unità operative di Emodinamica, Radiologia, Chirurgia Vascolare e Anestesia- Rianimazione, si è creato un team operativo aziendale di professionisti, medici e infermieri, dedicato alla diagnosi e cura della patologia aortica, che ha reso il Sant’Anna punto di riferimento sul territorio per il trattamento di queste problematiche. Il passo successivo auspicabile è quello di consolidare un iter operativo che, dal territorio, permetta di definire il più rapido percorso diagnostico per il paziente con sindrome aortica acuta, offrendo in tempo reale (24/24 ore) le opzioni più idonee di trattamento”, conclude Galli.

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