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Dito amputato per colpa della fede nuziale. I medici glielo hanno riattaccato

Scivola, la fede nuziale si impiglia e il dito gli si stacca quasi di netto. La sua fortuna è stata trovare medici medici chirurghi esperti che glielo hanno riattaccato con un intervento pressoché esemplare. Questa mattina all’ospedale Sant'Anna...

Scivola, la fede nuziale si impiglia e il dito gli si stacca quasi di netto. La sua fortuna è stata trovare medici medici chirurghi esperti che glielo hanno riattaccato con un intervento pressoché esemplare. Questa mattina all’ospedale Sant'Anna si sono ripercorsi i momenti dell’intervento effettuato per salvare l’anulare della mano sinistra di un uomo. Il paziente E.N., operaio di 53 anni, ha raccontato che durante un solito giorno di lavoro, il 2 aprile scorso, mentre scendeva dal camion, è scivolato e si è aggrappato con la mano sinistra a un lato per cercare di non cadere. La fede nuziale si è però incastrata in un gancio provocando il distacco dell’anulare, provocandogli una lesione da sbiancamento. “Quando sono scivolato - ha raccontato il paziente - ho sentito l’osso che si rompeva, ma non pensavo che il dito si fosse staccato. dito-amputato-fede-2Solo qualche secondo dopo, quando ho visto la mano sanguinare e il moncone in terra, ho realizzato la gravità della situazione. Mia moglie Vincenza, che lavora con me, ha avuto la prontezza e la freddezza di raccogliere il dito, avvolgerlo in un panno e metterci del ghiaccio. Poi, arrivato in ospedale, sono sempre rimasto lucido e il chirurgo plastico mi ha spiegato come avrebbe proceduto, poi sono stato trasportato in sala operatoria. Desidero ringraziare tutti quelli che in ospedale mi hanno operato e seguito durante la degenza e anche chi si sta occupando ora della riabilitazione”. All’incontro di stamattina sono intervenuti, tra gli altri, il direttore medico del presidio Sant'Anna Fabio Banfi il responsabile della Chirurgia Plastica nonché direttore della Chirurgia Maxillo-Facciale professor Paolo Ronchi e il chirurgo plastico Marco Sanna.

“Diversi fattori hanno contribuito al buon risultato di questo intervento – ha sottolineato il professor Ronchi -. Innanzitutto, una corretta conservazione del moncone di amputazione durante il trasporto in ospedale. Poi, il breve tempo intercorso tra il trauma e l’inizio dell’intervento chirurgico. Inoltre, un’adeguata tecnica chirurgica eseguita con apparecchiature di ultima generazione e un personale di sala operatoria tra anestesisti, infermieri e strumentisti altamente qualificato insieme a un adeguato monitoraggio post-operatorio eseguito dai chirurghi e dal personale infermieristico di reparto hanno consentito di arrivare a questo positivo risultato”.

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