Ztl, l'ultima follia (elettrica)
La finanziaria 2019 apre alle auto elettriche ed ibride nei centri storici
A portare alla luce il pasticcio contenuto nella legge di bilancio, che consentirebbe alle auto elettriche ed ibride di circolare liberamente nelle aree pedonali, è stato Lorenzo Spallino con un articolo su Medium. Sulla questione sollevata dall'ex assessore di Como è intervenuto ieri anche Wired, che ha dedicato al tema un ampio articolo attraverso il quale si è cercato di approfondire il delicato passaggio del provvedimento contenuto nella finanziaria 2019.
All’articolo 7 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il comma 9 è infatti inserito il seguente comma 9 bis: «Nel delimitare le zone di cui al comma 9 i comuni consentono, in ogni caso, l’accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida ».
L’articolo 7 del codice della strada è quello secondo il quale i comuni possono, con deliberazione della giunta, provvedere "a delimitare le aree pedonali urbane e le zone a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio".
“L’intenzione di chi ha scritto la norma è chiara: zone pedonali e zone a traffico limitato (Ztl) non sono e non devono essere un problema per quelle categorie di auto uniche ad avere un segno più nelle vendite – ha detto Spallino a Wired – l’unico dettaglio giuridico che potrebbe fermare questa follia è che il testo, a causa dell’espressione utilizzata (“Nel delimitare…”) si riferisca alle aree pedonali e alle Ztl da realizzare, non a quelle esistenti. Ma si tratta davvero di una sottigliezza giuridica: posso accedere con la mia ibrida nei centro storici delimitati dal primo gennaio 2019, non a quelli esistenti. Non ci crede nessuno. Soprattutto non ci crederebbero i detentori di pass per disabili, ai quali le zone pedonali sono giustamente vietate ma che vedrebbero entrare i possessori di una Tesla“.
In altre parole, salvo ripensamenti, la passione per l'auto elettrica sembra così alta da arrivare addirittura a incentivarne l'acquisto con la sottile promessa di poterla utilizzare come fosse una bicicletta e non un'automobile a quattro ruote, che di fatto riporterebbe i centri storici a un nuovo medioevo. Perché se non si è capito che liberare le auto dalla Ztl non è questione di inquinamento ma di civiltà, vuol dire non avere capito nulla. Provate ad immaginare, se il provvedimento venisse applicato alla lettera, cosa potrebbero tornare vie e piazze nei prossimi anni. Un silenzioso caos, forse non inquinante, ma certamente devastante per qualsiasi centro storico liberato a fatica dalle auto dopo decenni di oppressione. La qualità della vita dei Portici Plinio o di piazza Grimoldi (rimanendo alle aree più recenti incluse nella Ztl) non è migliorata solo perché lo smog è diminuito, è migliorata soprattutto perché il rispetto dei cittadini e dei monumenti ha finalmente scavalcato quello selvaggio delle auto.
Spallino torna oggi sulla questione con un breve pensiero rilasciato a QuiComo che non lascia spazio alla fantasia: "Se continueremo a pensare che le strade siano appannaggio esclusivo delle auto e le piazze dei parcheggi, faremo la fine dei dinosauri di Dürrenmatt, che per non fare brutta figura davanti all'evoluzione preferirono estinguersi".