rotate-mobile
Politica

Sfiducia al sindaco Bruni: sintesi del dibattito di lunedì sera

Ieri sera (lunedì 8 novembre) in consiglio comunale è stata discussa la mozione di sfiducia al sindaco di Como Stefano Bruni. Unico assente il consigliere di opposizione Dario Valli. Il dibattito è durato fino a mezzanotte senza che si arrivasse...

Ieri sera (lunedì 8 novembre) in consiglio comunale è stata discussa la mozione di sfiducia al sindaco di Como Stefano Bruni. Unico assente il consigliere di opposizione Dario Valli. Il dibattito è durato fino a mezzanotte senza che si arrivasse al voto. Il voto è previsto, invece, per giovedì 11 novembre.

Lucini presenta la mozione - E' stato il capogruppo del PD, Mario Lucini, a presentare la mozione. Le parole utilizzate all'inizio del suo intervento hanno anticipato in modo diretto e chiaro i toni e i contenuti utilizzati da Lucini nella sua orazione durata quasi 20 minuti: "La nostra città sta andando in rovina, e questa maggioranza che dovrebbe amministrarla da tre anni e mezzo sta pensando ad altro. E in quelle volte che pensa alla città cade in pasticci epocali e combina disastri..."

Scontro per i tempi dell'intervento di Bruni - Dopo l'intervento di Lucini il consiglio comunale è rimasto impantanato in una discussione riguardo l'opportunità o meno che il sindaco parlasse subito dopo Lucini. Secondo l'opposizione Bruni avrebbe dovuto parlare immediatamente in modo che il dibattito sulla sfiducia potesse basarsi anche sulle sue parole. Proprio per questo motivo i capigruppo di opposizione avevano accettato nella riunione dei capigruppo di concedere a Bruni alcuni minuti in più oltre ai 20 minuti che gli spettavano di diritto. Invece Bruni ha inizialmente preferito non parlare e si è riservato di intervenire dopo gli altri consiglieri, decisione, questa, che ha fatto imbestialire l'opposizione. Bruni non voleva intervenire subito per paura di non potere replicare alle affermazioni che gli sarebbero state rivolte nel corso del dibattito. Alla fine ci si è accordati per un doppio intervento di Bruni: il sindaco ha accettato di intervenire subito dopo Lucini ma al termine del dibattito (quindi giovedì prossimo 11 novembre) potrà fare un secondo intervento.

L'intervento di Bruni - "Le uniche valutazioni si possono fare sul programma di mandato". Con queste parole ha anticipato il contenuto del suo intervento, volto a difendere l'attività della sua amministrazione: "Non è stato fatto nulla contro il programma elettorale". "Ben sapete quanto le procedure amministrative determinino ll'attuazione del programma - ha aggiunto Bruni - molte pratiche che giornalisticamente vengono considerate non attuate in realtà sono in corso, ma le procedure richiedono il loro tempo che è un quinquennio dentro a una continuità amministrativa. Certamente il sindaco non è mago Merlino, ma certamente mago Merlino non sarà il nuovo commissario, anche se avrebbe un po' più di poteri, e certamente mago Merlino non sarà il nuovo sindaco". "Credo che la non brusca interruzione rispetto a un programma e rispetto a un tempo che i cittadini hanno dato all'amministrazione sia un tempo certo. Quando fai un patto con gli elettori dici io ho 5 anni di tempo, poi mi giudicherai, invece qui con questa mozione si vorrebbe fare una scelta anticipata". Il sindaco ha poi fatto riferimento alla crisi economica come una delle ragioni che hanno avuto ripercussioni sull'andamento dell'amministrazione. Bruni ha detto che sul "sistema gestionale dell'ente e i servizi da esso erogato stiamo andando bene".

La sospensione della seduta - Il gruppo Autonomia Liberale per Como (formato dai fuoriusciti del Pdl Arturo Arcellaschi, Piercarlo Frigerio, Andrea Anzi, Mario Pastore e Pasquale Buono e da l'ex Udc Luigi Bottone e l'ex leghista Emanuele Lionetti) ha chiesto alle 22.15 la sospensione della seduta per un confronto. Da indiscrezioni si è appreso che i liberal avrebbero cercato di convincere Mario Pastore (presidente del consiglio comunale con simpatie per FLI nonché membro del gruppo Autonomia Liberale) a votare a favore della sfiducia, ma non sembra che l'opera di convincimento sia riuscita.

La protesta sotto il palazzo - Mentre in aula si discuteva la mozione di sfiducia, sotto Palazzo Cernezzi aveva luogo un'accesa protesta. All'ingresso c'erano aderenti a L'Italia dei Valori e di Forza Nuova (circa 50 persone) con cartelli con scritto "dimettiti". Sotto le finestre dell'aula, invece (sul retro del palazzo) un'altra cinquantina di manifestanti hanno dato vita a un'altra protesta (promossa dal consigliere Alessandro Rapinese) con urla che si sentivano fin dentro al consiglio comunale: "A casa! A casa!"

Duro intervento di Rapinese - Il vero colpo di scena è arrivato con l'intervento di Alessandro Rapinese (Area 2010). Il consigliere ha utilizzato espressioni molto pungenti contro il sindaco Bruni che si è alzato ed è uscito dall'aula. Per solidarietà lo hanno seguito anche i consiglieri comunali a lui vicini. Rapinese ha provato a fermarlo: "Venga qua, non se ne vada!", ma non c'è stato nulla dafare, Bruni se n'è andato. Rapinese non si è però fermato e ha continuato nel suo intervento. Ha criticato il capo di gabinetto Tullio Saccenti (braccio destro del sindaco) chiedendo forse in modo retorico: "Perché Saccenti è capo di gabinetto?". Po si è rivolto al consiliere Claudio Corengia: "Dove lavora la sua fidanzata?". Poi ha topccato il discorso della presidenza della scuola Castellini.

Giovedì il voto - Dopo l'intervento di Rapinese la suduta si è conclusa. Il dibattito riprenderà giovedì prossimo (11 novembre) data in cui si arriverà finalmente al voto. Al momento non è possibile esprimere un pronostico certo sull'esito. In maggioranza alcuni consiglieri come Buono, Arcellaschi, Anzi e Frigerio sembrerebbero propensi a sfiduciare il sindaco.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sfiducia al sindaco Bruni: sintesi del dibattito di lunedì sera

QuiComo è in caricamento