Matteo Renzi a Como: nell'aula magna del Politecnico di Como, lunedì alle 17.30, il candidato alle primarie del PD (avversario di Pierluigi Bersani) ha incontrato un folto pubblico, composto sicuramente da elettori del centrosinistra (bersaniani e no) ma anche da curiosi e da alcune persone che hanno militato nel centrodestra. Nelle prime file c'erano anche i vertici del PD comasco, come Savina Marelli (segretaria provinciale), Stefano Legnani (capogruppo in consiglio comunale e segretario cittadino), Luca Gaffuri (consigliere regionale), Chiara Braga (parlamentare) e Marcello Iantorno (assessore comunale). Ma c'erano anche ex consiglieri comunali di Forza Italia e Pdl (per esempio Pasquale Buono e Arturo Arcellaschi).

In una sala davvero gremita (oltre 500 persone) Renzi ha tenuto un discorso di oltre un'ora, aiutato dalla proiezione di slide (con grafici e statistiche) e filmati (dalla sua imitazione a opera di Crozza a spezzoni di film come "Non ci resta che piangere"). Un lungo discorso in cui ha presentato la sua ricetta "salva Italia", a partire dal concetto di "rottamazione" fino a più specifiche e concrete proposte sul reperimento di risorse finanziarie e sulla rivalutazione di alcuni settore e infrastrutture (come la scuola, l'insegnamento e gli asili nido).

Quanto alla sua possibilità di riscuotere il favore e il consenso degli elettori del PD comaschi alle primarie, Renzi ha commentato: "Se Como sia a maggioranza berseniana o no, lo vedremo il 25 novembre. Che i dirigenti del PD siano per la maggiorparte bersaniani non è una una cosa che riguarda solo Como. Il 25 novembre vedremo se a questa schiacciante maggioranza dei dirigenti corrisponderà anche una schiacciante maggioranza dei cittadini".